In un lontano futuro, la razza umana si trova sull’orlo dell’estinzione. L’avamposto di Rim City potrebbe essere per l’ultima speranza di sopravvivere per la razza umana. Qualcosa può essere ancora fatto, ma l’unico modo per scoprirlo è quello di rischiare il tutto per tutto. Una missione impossibile attende il capitano Kendra e una manciata di soldati del Tridente Corps. Un viaggio verso l’ignoto che li porterà dalle profondità marine in cui sono confinati a un luogo in cui nessuno è mai giunto prima.
Oggi parliamo di un fumetto italiano al 100%, piuttosto noto agli appassionati del “mondo delle nuvole parlanti”, perché si tratta di una produzione partita dal basso (si dice così?) e nata su uno dei blog più famosi per quel che riguarda il fantastico e – appunto – i fumetti: l’Antro Atomico.
Proprio il padrone di casa, Alessandro Apreda (esperto di cultura di genere, così come di supereroi, wrestling, anni ’80 e di tante altre belle cose), è il papà del progetto Rim City. La graphic novel, autoconclusiva, è realizzata in tandem col bravo disegnatore Daniele Orlandini.
Dopo essere stata finanziata online e resa disponibile in formato digitale, è ora possibile acquistarla in versione cartacea, con copertina morbida o cartonata.
Sul sito di Saldapress – editrice di Rim City, in tandem col brand Atomico – è possibile ordinare il volume, che è però disponibile anche in diverse fumetterie.
Rim City è una bella storia di fantascienza distopico/catastrofica, con tanta azione, con una cura particolare nei disegni e nel design dei personaggi e della città abissale che dà il nome al fumetto.
La spedizione del capitano Kendra, alla ricerca di un futuro per i miseri rimasugli di quella che un tempo era la specie umana, è adrenalinica e ha un taglio volutamente cinematografico.
Interessante il lavoro di world building, che purtroppo si limita a qualche tavola, in concordanza con la relativa brevità dell’opera (96 pagine a colori).
È forse l’eccessiva rapidità con cui si susseguono gli eventi a essere l’unico, vero limite di Rim City, soprattutto per chi è disabituato alle opere autoconclusive. Del resto siamo sommersi da trilogie, da saghe infinite, da collane Bonelli che si trascinano stancamente per decenni. In questo senso preferisco la stringatezza e il senso compiuto di Rim City, anche se ne avrei voluto volentieri un’altra dose.
Apreda è uno che di cose ne sa a pacchi e si vede.
La sceneggiatura della graphic novel richiama a certi film degli anni ’90, tutti azione, fantascienza e horror. Parlo di titoli come Leviathan, Dark City o Lost in Space, anche se Rim City non è derivato da un’opera in particolare, avendo una dimensione tutta sua, che funziona e appassiona.
Le speranze del fumetto italiano risiedono in progetti come questi, non altrove.
O almeno così la vedo io.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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