Mi trovo in quella singolare e rara condizione in cui uno scrittore rimane senza racconti o romanzi a cui lavorare, quantomeno per un certo periodo di tempo.
Si tratta di una pausa, che può essere breve o lunga, a seconda delle occasioni.
Personalmente non ho mai avuto pause importanti, da quando mi sono messo a scrivere sul serio. Avendo affrontato questa attività come un lavoro, ho cercato una continuità, anche eccessiva, almeno ad ascoltare qualcuno (“scrivi troppo!”).
Un ebook ha una vita strana: nei primi giorni fa il botto di attenzioni e di vendite, poi muta il suo metabolismo e passa nel limbo, scalzato dalle nuove uscite (che si contano a decine, ogni giorno).
Questo porterebbe a pensare che è quasi inutile continuare a scrivere, e non sarebbe nemmeno una considerazione così pellegrina.
Io, al contrario, cerco di stare al passo e di tenere viva la mia produzione, conscio del fatto che un ebook può anche avere una brevissima fiammata di gloria, ma che poi la sua vita, per quanto rallentata, è molto più lunga di quelle dei libri cartacei (non vanno fuori catalogo, sono sempre disponibili, sono perfino aggiornabili).
Così, quando meditavo sul fatto di concedermi una pausa dalla scrittura almeno fino a settembre, ho rimesso la mano ai vecchi appunti di un racconto mai iniziato.
Si tratta di una storia di lunghezza medio-breve, nata da un’idea che mi è venuta circa un anno fa ma che non ho mai sviluppato a dovere, pur senza abbandonarla.
Perché le idee degli autori sono come il maiale: non si butta nulla.
Anyway, il titolo sarà L’Altra Strada.
L’Altra Strada sarà dunque il nuovo racconto del mio ciclo di ebook autoconclusivi Italia Doppelganger.
So che molti di voi apprezzano queste storie horror, uniche nella mia produzione, e spero che accoglierete con piacere anche questa nuovo racconto.
Non vi anticipo granché, se non che sarà ambientato in Brianza, location in cui molti mi hanno chiesto di tornare (e che conosco benissimo, come già sapete) e che si tratterà di una storia a metà tra horror e weird. Ammesso che abbia un senso cavillare su certe definizioni.
Aggiungo, nella speranza di farvi cosa gradita, che ci saranno riferimenti ad alcuni miei lavori particolarmente apprezzati del medesimo ciclo narrativo, soprattutto Milano Doppelganger e Imperial. La storia sarà autoconclusiva, ma i miei lettori più fedeli troveranno degli easter egg interessanti.
Come ho già detto in altre occasioni, lego l’estate al genere horror, molto più di quanto avvenga per la primavera e per l’inverno. Il demone del meriggio mi spaventa più delle streghe della notte di Halloween.
Volete poi mettere l’assoluto senso di abbandono di chi, come me, abita al nord, e in agosto si trova spesso in habitat simili a quelli dei film post-atomici? Negozi chiusi, centri commerciali stipati di anziani in cerca di aria condizionata, farmacie introvabili, loschi individui di esotiche nazionalità che bivaccano negli spopolati parchi pubblici…
Su, venitemi ancora a dire che l’estate padana è bella.
Ed è proprio sull’onda di queste sensazioni che a me piace scrivere le mie storie del perturbante.
Non ho una data di pubblicazione e non so nemmeno certo di parlare dei work in progress su questo blog.
Lo farò magari su Plutonia Telegram, quindi se volete seguitemi lì (e magari leggerete anche il racconto in anteprima).
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