Come da titolo del post.
Vediamo un po’…
Succede che un giorno ti decidi a mettere ordine tra i tanti progetti di scrittura ancora aperti incompiuti, bozze comprese.
Ne fai uno schema sulla tua nuova agenda-quaderno Moleskine (è l’unico mio vezzo: io uso pochissima carta, e unicamente Moleskine) e cerchi di vedere quali congiunture hanno fruttato anni e anni di lavoro. Almeno cinque, da quando ho iniziato a pubblicare con una certa professionalità.
Premessa: Una cosa che mi ha sempre affascinato di certi scrittori è il progetto – su lunghissimo termine – di incrociare le loro storie, anche se autoconclusive e indipendenti. Stephen King con La Torre Nera e Brian Keene col Labirinto lo hanno fatto: hanno riannodato (e stanno tuttora riannodando) interi cicli narrativi con opere che pescano personaggi e situazioni apparentemente incompatibili l’una con l’altra.
Cercano un nexus metanarrativo, un mondo dove convergono tutte le storie raccontate.
Keene – a mio parere – lo sta facendo meglio di King, ma il Re è il Re, e l’incredibile mole di copie vendute lo ripara da ogni mia possibile, per quanto piccola e affettuosa, critica.
Chi mi legge da tempo sa che gestisco più saghe. Le trovate catalogate nell’apposita pagina del blog.
Molte, come I Robot di La Marmora e La Lancia di Marte, sono a se stanti, e vanno benissimo così. Lo stesso discorso è valido per le novel e novelette autoconclusive a volume singolo.
Ci sono poi alcuni ebook ed alcuni cicli narrativi che, in un angolo remoto della mia testa, si intersecano attraverso inside jokes ed easter egg, come se un domani dovessero confluire in un unico luogo/storia/dimensione, intesa soprattutto per chi conosce bene la mia produzione. Ne avevo già parlato, tra l’altro.
Ora però abbiamo uno schema.
Lo vedete in foto.
Spiego, in breve.
Alla base di questo possibile, invisibile network che collega molte mie opere ci sono due grandi filoni d’ispirazione: L’Inframondo, citato in Milano Doppelganger, e Mondo Delta, citato inizialmente in Il Treno di Moebius. Entrambi sono dimensioni “sovrapposte” alla nostra, realtà in cui talvolta si finisce per sbaglio, altre per tragica volontà.
L’Inframondo è una sorta di universo parallelo oscuro e capovolto, governato dalle leggi del “doppio” (doppelganger).
Mondo Delta è una dimensione ancora più grottesca e misteriosa che, quando la creai, prendeva esteticamente spunto dai dipinti di artisti quali Bosch, Arcimboldo e Brueghel.
Come vedete dallo schema, entrambe le direzioni narrative hanno avuto sviluppi più o meno importanti.
In alcuni casi si tratta di tangenze minime, di citazioni, di – appunto – easter egg. Questo avviene per esempio tra Brianzilvania e Imperial, dove siamo proprio a livello di inside jokes per appassionati.
In altri casi ci sono state tangenze più di sostanza. Dal dittico di Mondo Delta, per esempio, è nato il dittico del Biondin, che ai miei lettori piace molto.
Ma il caso più evidente di futuri, possibili incroci è, per quanto piccola e invisibile all’occhio del lettore casuale, una serie di citazioni fatte in Milano Doppelganger, riguardanti Il Treno di Moebius.
Come vedete dallo schema, esistono poi dei possibili ponti tra altri cicli narrativi, che idealmente potrebbero confluire sia nel filone dell’Inframondo che nelle storie di Mondo Delta. Parlo di volumi quali Il Palio (che a sua volta ha già generato degli spin-off) o La Corte di Paracelso.
Evidenziati in giallo ci sono poi le bozze incompiute di alcuni racconti (Milano Tsunami, Gerione e Binario Morto) e il progetto di Leiche, terzo e ultimo volumetto della saga dei Venatores.
Alcuni degli incompiuti sono vecchi di 3-4 anni ma, rileggendoli ora, mi paiono comunque recuperabili, e collegati, probabilmente a livello inconscio, al mio schema.
Tutto ciò per dirvi che, fra qualche anno, mi piacerebbe completare il quadro e arrivare a scrivere un mio metaromanzo, a creare il posto dove confluiscono tutte le storie.
Come il Labirinto di Keene, appunto (esce lunedì, in inglese, vi consiglio di recuperarlo, fosse anche solo per la copertina fighissima).
Credo di avervi ammorbato abbastanza con le mie sciocche elucubrazioni da scrittore.
Sono processi creativi che ho voluto condividere con voi, ma che probabilmente annoiano il lettore avulso da certe meccaniche.
Se, viceversa, tutto ciò dovesse risultarvi interessante o gradito, potrei scrivere altri post di questo tipo, per analizzare meglio sia lo stato dei “lavori di raccordo”, sia le strutture da cui nascono molti miei racconti.
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