Se Berlino fosse diventata la capitale d’Occidente

Se il Nazismo non fosse stato sconfitto, nel 1950 Berlino sarebbe diventata la “Nuova Atene”, il centro del mondo, rubando il ruolo alla New York moderna, città iconica e simbolica del mondo occidentale.
Questa non è una previsione o un “what if” narrativo, bensì era il progetto preciso, dettagliato, meticoloso di Adolf Hitler. Welthauptstadt Germania, appunto, ovvero “Capitale Mondiale Germania”.
L’artefice di questo progetto era uno degli uomini che più stimava, sebbene non fosse un nazista fanatico come altri gerarchi (il propagandista Goebbels, l’opportunista Bormann, lo stregonesco Himmler). Parlo di Albert Speer, già ministro degli armamenti ma soprattutto architetto e – appunto – amico di Hitler. Uno dei pochi che poteva contraddirlo e dirgli le cose in faccia, senza rischiare di essere degradato – o peggio.
Speer era il “primo architetto del Reich”. Suo sarebbe stato il compito di elevare Berlino sopra le altre capitali mondiali: Londra, Parigi, Mosca, Roma, Washington.

Welthauptstadt Germania prevedeva una ricostruzione e un ampliamento di Berlino. Un’opera monumentale, con richiami tanto al neoclassico quanto ai fasti ottocenteschi dell’Impero Tedesco.
Secondo alcuni esperti d’arte che hanno visionato i plastici e i bozzetti di questo progetto, Welthauptstadt Germania avrebbe dovuto essere il Walhalla terrestre del Reich millenario, un pantheon neopagano – quantomeno nell’estetica e nell’architettura – in grado di celebrare i fasti del popolo destinato a ereditare il mondo.
Il tempio dell’Ordine Nuovo imposto dal Nazismo.

Albert Speer e Adolf Hitler

Parte di Welthauptstadt Germania vide la luce ancor prima della guerra. L’Olympiastadion (Stadio Olimpico) venne realizzato per le olimpiadi del 1936, quando il mondo intero ebbe modo di vedere quando lo NSDAP aveva già monopolizzato il paese.
Anche la seconda cancelleria, voluta da Hitler, fa parte di quella piccola percentuale del progetto che Speer fece in tempo a realizzare. Essa fu poi distrutta dall’Armata Rossa, nel 1945. C’è da dire che il primo architetto del Reich aveva disposizioni per creare anche una terza cancelleria, che ovviamente non fu nemmeno mai iniziata.

Ci sono poi una serie di elementi, edifici e quartieri che rimasero puramente ipotetici.
Molti di essi erano caratterizzati da un gigantismo classico, inteso a magnificare la potenza di Hitler e del suo nuovo partito-religione.
Come cita anche Wikipedia la capitale doveva essere riorganizzata attorno ad un viale centrale lungo circa 5 km, che attraversava il quartiere del Tiergarten, e che, chiuso al traffico, avrebbe dovuto essere utilizzato per le parate. I veicoli avrebbero dovuto utilizzare una autostrada sotterranea che scorreva direttamente sotto il viale.
A Berlino sud era prevista la costruzione di un Arco di Trionfo simile a quello parigino, ma ovviamente più grande (il progetto di Speer parlava di ben 100 metri d’altezza).

L’edificio più ambizioso sarebbe dovuto essere la Sala del Popolo, la Volkshalle. Per volere di Hitler sarebbe dovuta essere il più grande edificio al chiuso del pianeta, alto oltre 200 metri (290, contando il basamento di granito), con un diametro di 250 metri, ovvero sedici volte più ampio della Basilica di San Pietro.
La grande nicchia (alta 50 metri e larga 28) sul fondo dell’aula sarebbe stata rivestita con un mosaico dorato e avrebbe incluso un’aquila alta 24 metri, sotto la quale avrebbe trovato posto la tribuna di Hitler. Da qui avrebbe parlato a 180 mila uditori, una parte in piedi nello spazio circolare al centro, altri seduti su tre anelli concentrici di gradinate sormontati da cento pilastri di marmo alti 24 metri che salivano fino a incontrare la base della copertura a cassettoni sospesa a travi di acciaio rivestite in rame.

La folle genialità di questo progetto architettonico è riassumibile in una previsione fatta da Speer stesso. Il prediletto di Hitler pensava che, con le temperature basse, il respiro dei 180 mila occupanti in un ambiente così grande avrebbe generato il fenomeno della condensa. In breve sarebbe stato possibile il formarsi di un microclima all’interno dell’edificio, con delle vere e proprie piogge di condensa.

Questi erano i piani per celebrare la vittoria della Germania nazista nella guerra mondiale che aveva scatenato, e per far diventare Berlino la città più importante del pianeta.
Come sarebbe stata la transizione da un Reich di conflitto a uno di “pace”? Quanto sarebbe durato? Quanto e quale Occidente avrebbe accettato Hitler come leader del Vecchio Continente?
Queste sono risposte a cui cercheremo di dare risposta in un’altra puntata di “Se…” (articoli di ucronia contemporanea e moderna).

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Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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