Il Principe Rapito
di Paul Edwin Zimmer
Editrice Nord (per l’edizione italiana)
Fuori catalogo
Sinossi
Se non fosse stato per i poteri mistici degli Hastur, le creature malefiche che vivono oltre i Confini Oscuri avrebbero già da tempo invaso e distrutto i regni degli umani, come già sono riusciti a fare parzialmente secoli prima, lasciandosi dietro cenere, ossa e non-morti.
Visto che ora i mortali hanno imparato a resistere, organizzati e loro malgrado esperti a combattere le legioni di mostri vomitate dalle Ombre, i signori delle tenebre studiano un altro piano per conquistare ciò che ritengono loro. Fanno rapire uno dei due principini gemelli, nati per ereditare la corona del regno, e lo istruiscono per anni alle arti oscure.
Molto tempo dopo, quando oramai il principe rapito viene considerato morto da chiunque, gli stregoni oscuri lo rimandano nelle terre mortali, sostituendolo al fratello. La missione del Corrotto è quella di far crollare le decennali alleanze che legano i regni degli umani, in modo da far collassare gli eserciti che proteggono i confini…
Commento
Solido capitolo iniziale di una saga fantasy mai conclusasi per la prematura morta dell’autore, Il Principe Rapito rappresenta l’esempio di come la classica trama fantasy “oscuro signore versus l’umanità” può essere giostrata con maturità e originalità.
Da una situazione apparentemente stereotipata, Paul Edwin Zimmer (fratello della più famosa Marion Zimmer Bradley), riesce a disegnare un mondo assai complesso e cupo, molto lontano dai classici scenari alla Terry Brooks, tanto per capirci.
I regni degli umani ricordano l’Europa tardo-medioevale, un mix tra contee inglese e principati spagnoli. Antiche e fragili alleanze sorreggono i confini col regno delle tenebre, governato da antichi stregoni-demoni che secoli prima hanno devastato la parte meridionale del continente.
Gli Hastur, mistici di grande potere, probabilmente immortali, forse alieni, ma in via d’estinzione, rappresentano l’unico aiuto “magico” che gli umani hanno contro il Male, che per il resto deve essere combattuto con acciaio e fuoco.
L’idea esposta nella sinossi – un piano ventennale per sostituire il principe ereditario col suo gemello rapito e corrotto dagli insegnamenti dei signori oscuri – è sufficientemente originale per rappresentare un ottimo spunto per la saga in questione.
Per il giovane e segreto usurpatore c’è tuttavia un piccolo problema: suo fratello è riuscito a fuggire dalle grinfie dei sequestratori e ora sta cercando di tornare a casa, attraversando le terre devastata in cui vivono gli oscuri.
Ignaro di tutto ciò, l’usurpatore inizia a muovere le pedine, a gettare dissidio tra generali e vassalli, con l’intento di far scoppiare una guerra intestina tra i regni alleati.
Gli intrecci di corte ricordano per molti versi il fantasy dinastico di George R.R. Martin, spogliato dalla ridondanza di POV diversi.
Le battaglie, e non sono poche, sono descritte con notevole realismo e con dovizia di particolari.
Gli eroi, Di Vega, Martos e altri, sono personaggi sfaccettati, divisi tra onore, amore e… stanchezza per una vita trascorsa a combattere. Il loro dividersi tra il dover difendere i rispettivi casati e l’opporsi al Male assoluto che incombe ai confini, è provante. Zimmer riesce a far trasparire tutto ciò attraverso i suoi protagonisti, rendendoli molto umani.
Dall’altra parte abbiamo l’alternarsi dei capitoli coi due principi.
Chondos, il buono, intento a un lungo viaggio di ritorno attraverso le terre corrotte, aride e putride dei signori del male.
Jodos, l’usurpatore, che si muove come un ragno tessitore a corte, preoccupato però dal non far scoprire la sua vera natura dagli Hastur, in grado di percepire il male e la magia nera.
Gli oscuri signori di questa saga sono qualcosa a metà tra degli stregoni non-morti e dei demoni incarnati. Dei Lich, più o meno.
Al loro servizio hanno armate di orchetti, vampiri (dotati di poteri mentali e feroci, non certo dei dandy eleganti), troll e creature infernali che richiamano un poco il pantheon lovecraftiano. L’orrore che si portano appresso è tangibile, non solo accennato, né lasciato all’immaginazione del lettore.
Dove gli oscuri conquistano, lasciano soltanto cenere velenosa, ossa spolpate, persone infette dal vampirismo o da altre piaghe letali.
Romanzo assolutamente godibile, Il Principe Rapito, è da recuperare per chi è stanco del fantasy classico, senza però rinunciare l’elemento fantastico “puro”, sempre peggio gestito nei romanzi moderni che vengono tradotti per il mercato italiano.
Di questo libro venne pubblicato anche il seguito, Il Ritorno del Principe, così come il terzo volume, La Chiamata degli Eroi, quest’ultimo di difficilissima reperibilità. Esiste poi un quarto romanzo, Ingulf the Mad, inedito per l’Italia.
Un peccato, anche perché Paul Edwin Zimmer scriveva assai meglio della sua noiosa ed estenuante sorella.
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