Se i Confederati avessero vinto la Guerra Civile Americana

 

Non è uno scenario preso spesso in considerazione dagli ucronisti italiani, probabilmente perché tratta di uno what if molto lontano dalla nostra storia. L’Europa è così densa di avvenimenti su cui speculare, a livello di mera narrativa, che spesso non ci spingiamo al di fuori dai confini del Vecchio Continente.
Eppure l’eventualità di una vittoria dei Confederati durante la Guerra Civile Americana (d’ora in poi semplicemente ACW), è una prospettiva che vale la pena prendere in considerazione, per quanto si tratti di un what if piuttosto improbabile.
Innanzitutto facciamo un breve ripasso:

La guerra di secessione americana, nota negli Stati Uniti come guerra civile americana, fu combattuta dal 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865 fra gli Stati Uniti d’America e gli Stati Confederati d’America, entità politica sorta dalla riunione confederale di Stati secessionisti dall’Unione.
Nelle elezioni presidenziali del 1860 i repubblicani guidati da Abraham Lincoln sostennero l’interdizione della schiavitù in tutti i territori degli Stati Uniti, una proposta che gli Stati del sud accolsero come una violazione dei loro diritti costituzionali. Il Partito Repubblicano, che era dominante nel nord, si assicurò la maggioranza dei voti elettorali e Lincoln divenne il primo presidente degli Stati Uniti repubblicano, ma prima del suo insediamento sette Stati del sud, la cui economia si basava sulle piantagioni di cotone e sugli schiavi che vi lavoravano, formarono la cosiddetta Confederazione per fronteggiare l’Unione. Nei sei mesi antecedenti alla secessione la popolazione di questi Stati aveva la più alta percentuale di schiavi per un totale del 48,8%.[4] I rimanenti otto Stati schiavisti continuarono a rifiutare la proposta di aderire alla secessione, tuttavia il presidente democratico uscente James Buchanan e i nuovi repubblicani rifiutarono la secessione considerandola illegale. (Fonte: Wikipedia)

Ovviamente questa è la spiegazione sintetica e di quella che fu la causa scatenante della ACW.
A differenza di quanto si crede, le ragioni che muovevano gli Unionisti erano soprattutto quelle di mantenere unito il paese, e non l’abolizione coatta della schiavitù. Lincoln stesso era solo parzialmente spinto da questa motivazione.
Allo stesso modo, non tutti i Confederati erano necessariamente favorevoli al mantenimento della schiavitù medesima, anche se gli interessi economici di una larga parte dei proprietari agricoli sudisti erano legati proprio al lavoro degli schiavi.
Altra precisazione: non tutti i neri desideravano essere affrancati ed emancipati. Qualcuno (una minima parte, ma storicamente esistente) preferiva lo status di schiavo, che garantiva un tetto, cibo, e un livello qualitativo di vita solitamente accettabile. Per questo fu possibile vedere alcuni battaglioni di soldati di colore combattere per la Confederazione.

Tuttavia i sudisti avevano poche probabilità di uscire vivi dal conflitto.
Innanzitutto soltanto due stati su tredici avevano delle forze armate regolari, addestrate e con ufficiali preparati in vere accademie militari: la Virginia e il Texas. Entrambi fornivano eccellenti soldati (il Texas aveva anche una marina militare), mentre gli altri stati potevano contribuire allo sforzo bellico soltanto con truppe che oggi definiremmo paramilitari, ovvero con milizie arruolate alla bene e meglio.
Inoltre l’esercito Unionista, che era formato su una base volontaria, aveva un forte senso meritocratico, che permetteva a sottufficiali e a ufficiali di basso rango di fare carriera, se c’erano i presupposti giusti.
Infine il Nord, industrializzato e ricco, disponeva di armamenti migliori e di mezzi navali più numerosi e di qualità migliore.
Per contro, i sudisti avevano una maggiore esperienza di guerra rispetto ai nordisti. I texani, soprattutto, erano in buona parte veterani ed erano abili nell’utilizzare le armi di cui erano dotati (soprattutto i fucili inglesi e l’artiglieria francese).

Ciò detto, ipotizziamo per un momento la vittoria del Sud.
Un modo in cui avrebbero potuto ribaltare le sorti del conflitto sarebbe stato quello di riuscire a coinvolgere il Regno Unito in un’alleanza tra marine militari, che avrebbe permesso loro di sfidare i blocchi navali Unionisti, e quindi di rifornire i Confederati di armi, di vettovaglie e di materiale utile allo sforzo bellico. Al contrario, i diplomatici di Lincoln convinsero gli inglesi a non intromettersi (infatti si limitarono a vendere alcune navi al Sud).

Ammettiamo dunque che, per il coinvolgimento britannico, o per altri motivi, i Confederati abbiano vinto.
A quel punto potevano configurarsi due scenari. Il più probabile era la secessione degli stati ribelli. L’altro (difficile da immaginare, ma non del tutto impossibile) era un lungo processo di riconversione degli Stati Uniti d’America in Stati Confederati d’America.

⇒ Nota personale: Nel mio racconto ucronico Il Nero dei Rossi ipotizzo l’esistenza di qualcosa del genere (gli Stati Confederati d’America), senza però specificare meglio le cause storiche che hanno portato a questo what if. In particolare, nel caso da me immaginato, i Confederati non sono soltanto secessioni, bensì hanno sostituito gli Stati Uniti, così come li conosciamo.

Che conseguenze avrebbe, a livello globale, un’America Confederata?
Innanzitutto il processo di industrializzazione dell’intero paese sarebbe stata più lenta. Il Sud, prevalentemente agricolo, non avrebbe subito le imposizioni del Nord, che basava la sua economia su un modello capitalista e industriale.
Probabilmente gli stati in cui era ancora in vigore la schiavitù avrebbero pian piano riconvertito gli schiavi da braccianti a operai, in un processo che avrebbe concesso ai grandi imprenditori tessili del Sud di mantenere per molto tempo un potere finanziario determinante.
Gli stessi imprenditori avrebbero poi rafforzato i già notevoli scambi commerciali con alcuni paesi europei, Francia e Gran Bretagna in primis.

A livello di politica estera, è complicato ipotizzare scenari attendibili al 100%.
Probabilmente i Confederati avrebbero rafforzato ulteriormente i legami con gli inglesi e con la Francia, creando un’alleanza ancora più solida di quella realmente esistente tra gli USA e i medesimi paesi. Questo rapporto sarebbe andato però anche a parziale discapito della Confederazione, visto che i suddetti paesi avrebbero sì aiutato lo sviluppo della “nuova America”, ma l’avrebbero anche intrappolata in una ragnatela di dipendenza economica. Gli investimenti anglo-francesi sarebbero infatti stati indispensabili per l’industrializzazione del Sud, evitando così alla classe politica Confederata di dover dipendere di nuovo dai banchieri nordisti.
Il Messico sarebbe diventato un partner di primissimo livello per gli stati sudisti, sviluppando così un’economia presumibilmente Florida nell’area del Golfo, e anche nel resto dell’America Centrale.
Quindi, riassumendo, gli Stati Confederati avrebbero modificato buona parte della storia del ‘900, così come la conosciamo.

Letture consigliate

Harry Turtledove, lo scrittore ucronico per antonomasia, ha pubblicato un’interessante saga in cui la guerra di secessione non si conclude con una netta vittoria degli Unionisti, bensì crea una perdurante divisione tra Nord e Sud, che si trascina attraverso una timeline alternativa, che va dal 1865 alla Seconda Guerra Mondiale.
Tutti i libri sono disponibili unicamente in lingua inglese, ma se conoscete la lingua d’Albione vi consiglio di leggere almeno i primi tre:


Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola

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