Sia Plutonia Experiment che il mio vecchio Blog sull’Orlo del Mondo hanno osservato rarissimi momenti di pausa nelle pubblicazioni quotidiane.
Sfruttando un palinsesto rodato ma al contempo flessibile, aggiornare il blog giorno per giorno non mi è mai pesato particolarmente.
Di solito mi prendo un po’ di relax in agosto, quando, per non più di due settimane, i post vengono ridotti di numero: quattro a settimana al posto di sette. Il che, considerando che durante l’anno a volte ci scappa il post doppio, vuol dire che pubblico circa 365 articoli su 365 giorni.
Ultimamente però sento un po’ di stanchezza.
No, forse c’è altro. La Rete mi pare meno ricettiva. Vedo sempre più gente fiondarsi su post molto banali e goliardici. Volete attenzione? Provate a scrivere un articolo su quando avete scoreggiato in ascensore, oppure sul perché vi piace la trippa coi fagioli. Avrete molto successo.
Per contro gli articoli più documentati, di approfondimento, a volte passano in sordina. O meglio: i lettori ci sono, ma pochissimi condividono, e quasi nessuno commenta.
Ok, i guru del Web dicono che bisognerebbe finire tutti gli articoli con un call in action, ma sinceramente è un sistema che a volte mi intristisce (anche se lo adotterò proprio in questo post).
Sicché? Niente, pensavo di chiudere il blog.
No, fermi: scherzavo (più o meno).
Probabilmente (quasi sicuramente) è un momento passeggero e già fra qualche settimana non ci penserò più. Tra l’altro la programmazione dei post è pronta per ben quattro settimane a partire da oggi, quindi posso prendermela comoda.
Però per il periodo estivo volevo rivedere un po’ di cose.
Togliere alcune rubriche, magari sostituirle con altre.
Limitare le recensioni, in favore di un paio di dossier mensili più corposi, in cui infilare segnalazioni di ebook, libri e fumetti. Cosa che ho già iniziato a fare proprio per quel che concerne le pubblicazioni digitali. Proprio le recensioni, tra tutti i generi di articoli di cui mi occupo, paiono non attirare più la vostra attenzione.
Ma ancora, potrei fare queste altre modifiche.
Pubblicare qualche articolo di scrittura in più, coniugandolo magari col lifestyle blogging. Un esempio: il post sullo scrivere fuori casa, che è piaciuto molto. Ho già diverse idee in merito.
Occuparmi di report più o meno regolari (una volta al mese?) sul self publishing italiano, o quantomeno sulla piccola parte di esso che frequento io.
Lanciare un nuovo scenario di scrittura condivisa, sulla falsariga del Survival Blog e di Due Minuti a Mezzanotte. Qualcosina avrei in mente, ma finora non ho preparato nulla. Visto che altri colleghi hanno progetti simili in ballo (aspettate e vedrete), magari ne riparliamo più in là, tipo in tardo autunno.
Mantenere l’appuntamento con le ospiti della domenica ed espandere quello (nuovo) sulle testimonial digitali, visto che il mash-up tra scrittura di genere e fotografia sta piacendo parecchio.
Ecco, queste sono alcune idee per ristrutturare un pochetto questo posto, che pure, se si vuol dar credito ai numeri, va assai bene.
Oppure, molto più semplicemente, potrei ridurre il ritmo di aggiornamento a tre o quattro articoli settimanali, diciamo per tutto luglio e agosto. Che corrisponderebbe a un calo di visite, statistica di cui però non sono prigioniero.
Anzi, ne sono così poco condizionato che l’idea di una chiusura totale – magari solo estiva – mi solletica un pochetto. Non molto, eh, solo una punta.
E qui entra in gioco il call in action per voi, cari lettori.
Ditemi tre motivi per cui Plutonia Experiment non dovrebbe chiudere.
O, se preferite, tre motivi per chi vi dispiacerebbe vedere le serrande abbassate.
Non è un esercizio di sterile autostima (ok, un po’ sì!). Mi servirà soprattutto per capire cosa sperate sempre di trovare, quando venite a trovarmi in questa mia casetta virtuale. Perciò esprimetevi liberamente.
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