Secret Wars vede gli ultimi due universi sopravvissuti al fenomeno conosciuto come Le Incursioni – l’Universo Marvel e l’Universo Ultimate – scontrarsi e distruggersi. I resti di entrambi vengono scissi e trasportati nel Battleworld, un pianeta/dimensione diviso in molti territori, ciascuno combinazione di vari universi di molti “what if”. Ci sono per esempio l’universo Marvel 2099, L’era di Apocalisse, Marvel 1602 e House of M, Il mondo dominato dall’Hydra, Manhattan Inferno, le wasteland post-catostrafe di Old Man Logan, Planet Hulk, Perfection (il dominio di Ultron), le Deadlands, abitate dalle versione zombie degli eroi Marvel, e molti altri ancora.
Tra gennaio e febbraio ho fatto un esperimento: ho comprato tutti i primi albi (i famigerati “numeri 1”) delle tante collane nate del mega-evento Marvel Secret Wars.
Era da tempo che non compravo i fumetti Marvel da edicola (mentre sono un assiduo lettore dei volumi da libreria), perché sono libretti di poche pagine, ciascuno diviso in due storie non legate tra loro, che protraggono l’arco narrativo per mesi e mesi.
Questa volta ho rimediato, acquistandoli tutti.
Non amo particolarmente i reboot della Marvel Comics, perché spesso sono semplici ritocchi estetici, preceduti da “mega-eventi” (tecnicamente si chiamano così) di scarso impatto emotivo/narrativo.
In più di un caso questi reboot non rappresentano né un rinnovamento né un’attualizzazione delle testate Marvel. Cambiare il costume di Capitan America o la persona che indossa la maschera dell’Uomo Ragno non è sufficiente per stimolare la mia attenzione.
Secret Wars è un caso profondamente diverso.
In questo caso siamo di fronte a un grande, gigantesco “what if” che coinvolge tutto il mondo Marvel, proponendo versioni veramente alternative degli eroi – noti e meno noti – e ripescando da vecchie e bizzarre collane, spesso molto apprezzate dai fan di lunga data.
Parlo per esempio del “what if” post-catastrofico di Old Man Logan – a mio parere una delle più belle saghe Marvel di sempre – o del mondo alternativo dei Marvel Zombies.
Le collane coinvolte in questo processo sono molteplici. Ruotano solo parzialmente attorno all’asse centrale di Secret Wars, una saga mensile proposta per l’Italian da Panini Comics (come tutte le altre, eh).
La cosa più interessante è che è possibile seguire una qualsiasi di queste mini-saghe narrative senza dover per forza leggere anche tutte le altre.
E meno male, aggiungo, visto che alcune sono decisamente brillanti e altre… un po’ meno.
Di tutti i “numeri 1” che ho letto, i più interessanti sono il già citato Old Man Logan (versione Secret Wars, appunto), Age of Ultron vs. Marvel Zombies, ambientato tra i domini di Perfection, governato da Ultron, Salvation, la città di Salvation e le terre zombizzate di Deadlands, e Hail Hydra, distopia nazista in salsa Marvel.
Promette bene anche Planet Hulk, che ha per scenario un dominio infettato dalle stesse radiazioni gamma che hanno dato vita a Hulk, e in cui si muove un Capitan America in versione gladiatore, a cavallo di un t-rex ammaestrato.
L’impostazione di Secret Wars richiama parecchio allo stile dei domini di Ravenloft, noto ai più incalliti giocatori di ruolo. La trovata funziona e diverte. Per una volta tanto il reboot è davvero originale, azzardato, esagerato, anche se non credo che lo spettacolo durerà a lungo.
Con ogni probabilità Battleworld chiuderà presto i battenti, lasciando di nuovo spazio a un mondo supereroistico più classico e tradizionale, che è poi ciò che i fan più zeloti vogliono.
Per il momento però la cosa funziona, anche se la consueta formula spezzatino, quella da edicola, continua a essere esasperante.
Avrete futuri aggiornamenti, ve lo prometto.
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