Utopia Italiana (concorso letterario)

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Forse ne avrete già letto in Rete, ma questo sabato spendo anch’io volentieri due parole per presentarvi Macchina Zer0, il nuovo concorso letterario organizzato dai tipi di Acheron Books e curato da Davide Mana, una garanzia quando si parla di fantascienza.
Nota bene che ho parlato – a ragion veduta – di concorso letterario e non di round robin o di scrittura collettiva.
Per la precisione si tratta di un concorso atto a realizzare la prima antologia al mondo di fantascienza italiana in lingua inglese.
Per ragioni di comodità vi rimando all’ottimo articolo della webzine AltriSogni, che elenca i dettagli e i vincoli per chi vuole partecipare a questa interessante iniziativa. Aggiungo e ripeto unicamente l’intervallo temporale in cui si può contribuire a Macchina Zer0: dal 1 maggio al 30 giugno, tempo più che sufficiente per costruire un racconto che rispetti il setting prestabilito.

Ecco, appunto, il setting, su cui vale davvero spendere qualche parola in più:

Il setting è un futuro alternativo utopico in cui l’Italia ha acquisito una posizione di predominanza tecnologica e culturale mondiale. Il concept di base è che in alcuni momenti chiave del ventesimo secolo abbiano prevalso le buone idee e non le cattive pratiche. E’ un’Italia alternativa, illuminata, molto diversa da quella di oggi, in cui non vi è una “fuga di cervelli” ma al contrario una forte attrazione degli stessi, e in cui sviluppo tecnologico, economico, culturale ed ecologico sono ai massimi livelli.

utopia italia

Fantascienza utopica, dunque.
Una rarità, visto che la maggior parte dei lettori (tra cui il sottoscritto, non sarò ipocrita) frequenta il filone opposto, vale a dire quello distopico.
Tuttavia, come potete notare scaricando il comodo PDF che contiene l’ambientazione di Macchina Zer0, i punti da sviluppare attraverso i racconti da sottoporre ad Acheron sono talmente sfiziosi che vale la pena farci un pensiero.

Tra i tanti spunti proposti dal sourcebook, a me per esempio piace molto uno che potremmo quasi considerare secondario:

l’Italia è un paese hi-tech (computer Olivetti, auto elettriche Maserati, ma anche sviluppi in ambito biomedico), leader nelle produzioni cinematografiche e nei prodotti culturali (musica, moda), nelle tecnologie spaziali e nella robotica, con un’economia trainante per l’Europa e una partnership prioritaria con gli USA.

Ma, come ho già detto, si tratta solo di una preferenza personale, perché in realtà la carne che potete scegliere di cuocere (e come cuocerla) è molta.
Il fatto che l’ambientazione sia utopica non vuol dire che non ci siano elementi negativi. Se così fosse non ci sarebbero nemmeno racconti da scrivere. Si tratta però di elementi più “sofisticati” rispetto a quelli tipici delle distopie. Non zombie, dittature alla 1984, né Hunger Games, bensì una società eccessivamente identificata nel lavoro e nella posizione sociale, e lo strapotere delle corporazioni e delle multinazionali, che hanno di fatto sostituito la politica.

Non credo che scrivere un racconto di fantascienza utopica, con precise richieste di coerenza e verosimiglianza degli elementi scientifici e tecnologici citati nella storia, sia una questione per tutti. Però, se siete scrittori di genere e vi sentite abbastanza ispirati e/o coraggiosi, questa potrebbe essere davvero una bella sfida.

Il Batman di Mario Bava!

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