Fatto più unico che raro, oggi mi occuperò di musica. Ma lo farò a modo mio, si capisce. Approfitto ben volentieri dell'uscita del nuovo EP di L'Aura, amica e cantante talentuosa, a cui dedico con gioia un po' di sana promozione sul questo blog. Perfetto esempio di un'Italia in cui le sperimentazioni e la gavetta ripagano – solo in parte – sulla lunghissima distanza, L'Aura è una delle poche cantanti italiane che rientrano nella categoria delle Sirene. Le mie, se non di altri.
Ecco appunto, il mio rapporto con la musica. Una cosa che mi si rinfaccia spesso è l'anomalia di non, e sottolineo NON, essere affatto un appassionato di Metal. Né tantomeno delle sue varianti più crude e horror. Particolare che sembra inverosimile ai più: visto che generalmente gli scrittori di genere sono gran consumatori di Metal, pare strano che a qualcuno possa non piacere. Gli stereotipi, a quanto pare, imperano anche tra coloro che li condannano. La diversità, la complessità di gusti e di interessi, la non omologazione sono qualità di cui è forse più facile parlare che non possedere.
A volte sono proprio coloro che puntano il dito contro i “soloni dell'Arte e della Cultura” a comportarsi nel medesimo modo. Se non sopportiamo chi si erge a giudice assoluto di cosa è giusto e di cosa no, dobbiamo poi stare sempre molto attenti a non cadere nel medesimo errore. Io stesso a volte cado nella tentazione di catalogare le letture buone da quelle cattive. Se tale discorso è plausibile a livello oggettivamente qualitativo – uno scrittore sgrammaticato e un cantante stonato tali sono – credo che non sia realmente possibile criticare scientemente i gusti personali. Da qui le mie continue dissociazioni da coloro, blogger compresi, che esercitano un esercizio critico di ferreo dogmatismo.
Io sono POP(olare), in tutte le sue accezioni, nobili o plebee che siano.
Di musica e sirene, appunto
La musica, dicevamo.
Sarò strano ma per me la musica è in buona parte seduzione, eleganza e anche erotismo. Non a caso quasi tutti i miei cantanti preferiti sono donne. Trovo che l'associazione tra fascino, voce e presenza scenica sia un cocktail potenzialmene esplosivo. Del resto c'è chi è attratto da particolari corporei che i più trovano ridicoli – piedi, ginocchia – non vedo perché il paragone tra sensualità e arte del cantare debba risultare più strana degli esempi appena citati.
Che poi, se vogliamo, anche in questo genere di sensualità c'è un range di varianti che va dalla carica trascinante di Tori Amos in Cornflake Girl all'algido erotismo di Annie Lennox in Why? Ma anche dalla grinta di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil alla raffinatezza di una semisconosciuta (almeno in Italia) Nerina Pallot. Dalla carnalità di una Christina Aguilera in versione bruna all'androgina Grace Jones, indimenticabile nel video Private Life (ossia: come conquistare lo spettatore con un primo piano che dura 4 minuti e mezzo).
Non disdegno nemmeno il pop più frivolo. Per anni Natalie Imbruglia è stato il mio ideale di bellezza femminile, ancor più apprezzabile nel suo autosfregiare cotanta potenzialità con un look minimalista e una carriera da suicidio assistito. Altrettanto deliziosa è Shakira, che quando si muove sembra poter muovere anche il mondo con sé... almeno quello maschile, immagino.
Ultimamente, grazie a un amico blogger, ho scoperto Diane Birch, pregevole interprete in cui talento, fascino e buoni testi danno vita a un insieme – se mi concedete il termine grossolano – davvero apprezzabile. Altra acquisto notevole per il mio particolarissimo background musicale è Natasha Khan, alias Bat for Lashes: voce ipnotica, voce suadente, carisma da vendere. A tutti coloro che leggendo finora hanno storto il naso consiglio di ascoltare (e vedere) Siren song, canzone notevolissima.
Se poi devo ripescare altri nomi dalla memoria mi vengono in mentre la prima Alanis Morissette (Jagged little pill è un album memorabile), Shirley Manson dei Garbage, che prima del tracollo fisico come attrice mi piaceva non poco, la delicata Katie Melua e, quasi per contrasto, Beyoncé con la sua fisicità texana e la sua voce al di là del bene e del male. Insomma, fascinazione, bravura e sensualità in salsa mista, con buona pace di chi pensa che vendere dei dischi – e quindi essere commerciale – sia sempre e comunque un male passibile di lapidazione intellettuale.
E le vostre sirene quali sono?
Sei come me
A questo punto credo sia il caso di tornare al primo nome citato nel post, cioè a L'Aura. Mi imbarazza sempre promuovere il lavoro di un amico, sia che si tratti di un libro, di un disco o di cortometraggio. Confido in chi mi conosce da abbastanza tempo da sapere che se mi esprimo a favore di una persona o di un prodotto lo faccio al di là di meri vincoli affettivi. Il poter parlare di ciò che mi piace senza avere un tornaconto è l'unica garanzia che vi posso offrire.
Beh, L'Aura è la cantante italiana più internazionale che abbiamo, se solo sapessimo “venderla” anche altrove. Lontana millemila anni luce dallo stereotipo di cantautrice tutta casa-famiglia-rima baciata che in Italia, paese subdolamente maschilista, va per la maggiore, la signorina Abela è un'artista che andrebbe (ri)scoperta dagli esordi. Dal primo disco e ancor più dal secondo. La ricercatezza dei suoi testi andrebbe poi apprezzata in un bel live. Anzi, diciamola tutta: ogni cantante dovrebbe conquistarsi il pubblico grazie ai live, mettendosi a nudo. Non attraverso la TV, non solo con la radio, non solo coi dischi. Ma noi siamo avari nel concedere questi spazi, basti guardare quanti locali noti per aver ospitato concerti a loro modo divenuti storici vanno chiudendo. Senza parlare del mercato discografico in Italia. Vogliamo, anzi possiamo dire qualcosa di intelligente in materia? Io non di certo, per questo vi rimando a un articolo fresco fresco di Michele Monina, cioè questo. Lo condivido in buona parte, non c'è che dire.
Anyway, ho avuto la fortuna di ascoltare Sei come me in anteprima. Mi è piaciuto. Sono qui a dirvelo. Senz'altro si tratta di un disco diverso rispetto al passato ma, come ho già detto, evolversi e sperimentare per me è un pregio, non un difetto. Purché non ci snaturi, ma questo è un rischio che corre chiunque svolge un'attività creativa, dai cantautori agli scrittori, dai registi ai poeti. La sfida più ardua, ma anche più bella, in fondo sta proprio qui: evolversi restando fedeli a se stessi e far trasparire questo al pubblico a cui ci si rivolge.
Inutile sprecare parole in una recensione certosina: non sono un critico musicale né mai lo sarò. Posso solo dirvi che le canzoni sono più intimiste e personali rispetto al passato, ma interpretate con quella bravura che non è solo dote innata, bensì anche studio e perfezionamento. Che rappresentano tre anni di lavoro, non un instant-album di qualche frescone uscito da un talent show (sì vabbé... talent...) Peccato solo per la formula dell'EP. Un vero artista, e L'Aura lo è, meritebbe più spazio per esprimersi, per “giocare” con le varie estensioni della sua musica. Però c'è un lato positivo in questo formato: il prezzo. 5.99 euro su iTunes. Ampiamente accessibile a tutti. Forse è - o meglio dovrebbe essere - la medesima politica per far decollare la vendita di ebook.
Se non siete degli oltranzisti del Metal vi posso solo consigliare di dare una chance a questo EP. Anzi, magari fatelo anche se lo siete.
Visto che ho appena detto che ogni musicista dovrebbe presentarsi al pubblico nudo, corpo, anima e voce, concludo il post con il video di Come spieghi. Spero che lo gradiate (purtroppo non è incorporabile direttamente nell'articolo, ma fatelo questo click, eh!)
E con questo ho finito di parlare di musica fino ai prossimi dieci anni o giù di lì.
PS: video bonus a seguire (Karma Police interpretata da L'Aura più reading di 1984 da parte di Michele Monina)
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Per approfondire
Sei come me
Sony Music Italia
Link iTunes
5.99 euro
Il sito ufficiale di L'Aura: www.l-aura.com