Formati alternativi di scrittura

Nella mia costante e forse inutile ricerca di media nuovi da sperimentare sto esaminando le alternative più valide alla crittura tradizionale.
Innanzitutto: alternative a cosa?
Ai classici formati noti e arcinoti: romanzo e racconto. Il passaggio dalla carta all'ebook è innovativo nei mezzi, ma nella sostanza cambia poco. Il Signore degli Anelli è un interessante mattone fantasy sia in cartaceo sia su Kindle. Insomma, si tratta di un'evoluzione buona e giusta, eppure essa ci fa trascurare le altre potenzialità della scrittura 2.0, ossia quella che vive online.
Proviamo a elencarle, queste alternative, coi pro e i contro. Alla fine ne verrà fuori una Top 5 un po' particolare.


1. Novel

Dicesi anche racconto lungo o romanzo breve. Un formato che raramente soddisfa in cartaceo, vuoi anche per lo sfavorevole rapporto quantità/prezzo (diciamo 100 pagine per 10 euro, non esattamente un affare!). Su eBook invece è una soluzione molto interessante. Permette di dedicarsi a progetti di medio termine, dando la possibilità ai lettori di conoscere la nostra scrittura senza spaventarli davanti a un numero di pagine troppo alto. Al contempo, a differenza del racconto, formato che molti trovano insoddisfacente, la novel permette anche di valutare le capacità di un autore su una struttura più complessa.
Il “contro” principale è che i lettori italiani faticano a simpatizzare con questo genere di ebook. Ma si può sempre abituarli.

2. Blog Book

Ossia romanzo pubblicato a puntate su un blog. Ne abbiamo parlato diverse volte, per esempio qui. Personalmente ho anche tentato l'esperimento più volte, ottenendo in modo alternato dei buoni successi e dei flop memorabili. Anche in questo caso credo che la disabitudine al blog book sia del tutto italiana. Seguo alcuni esperimenti del genere proposti da autori inglesi, e il numero di hit dei singoli capitoli è sempre molto, molto alto. Qui invece si tende a dire “beh, tu scrivi, io leggerò tutto quando avrai finito”, il che va contro la filosofia stessa del blog book.
C'è anche da dire che la lettura online è davvero ostica, vuoi per il poco tempo a disposizione vuoi per la natura “nomade” dell'internauta medio. Quindi ci sono dei trucchi da studiare: capitoli corti (200-500 parole), ritmo serrato, narrazione in prima persona, magari in stile “finto blog”.
Da tentare almeno una volta.

3. Round Robin

Ossia: un racconto o romanzo a puntate, scritto a più mani, secondo un ordine prestabilito. Attualmente ce n'è uno italiano in corso d'opera, l'arcinoto Sick Building Syndrome, un bell'esperimento corale, che si concluderà a breve. Proprio sul SBS ci saranno molti dati da ricavare.
Innanzittutto le Round Robin sono delle ottime palestre di scrittura. Ci obbligano a confrontarci con autori diversi da noi, con idee spesso in antitesi. Ci obbligano anche a seguire scadenze e a scrivere senza divagare troppo. Per contro c'è il rischio di ottenere un prodotto finale troppo altalenante per quel che concerne la qualità e l'omogeneità. Però è un'alternativa valida e coinvolgente, ottima anche sul lato promozionale, visto che “obbliga” tutti i partecipanti a parlarne sul blog e a diffondere la voce.

4. Scrittura partecipativa condivisa

Per capirci: qualcosa sul genere Survival Blog. A differenza delle Round Robin questi progetti si diffondono non a catena bensì ad albero. Da un punto di partenza comune tutti i partecipanti possono espandere la storia, che quindi diventa corale, secondo il loro punto di vista.
Ci sono diversi punti di contingenza coi giochi di ruolo online, ma non bisogna dimenticare che si tratta pur sempre di scrittura. Le possibilità offerte da progetti del genere sono enormi, ma anche il caos che essi creano è difficile da gestire, soprattutto in fase conclusiva.
Per la buona riuscita di un progetto di scrittura condivisa occorrono degli ottimi amministratori (che possono, anzi, devono partecipare a loro volta alla fase creativa) in grado di dire “no” quando serve, senza paura di apparire decisionisti. Certo, se si è bravi a manovrare la “creatura”, i risultati potrebbero essere molto interessanti.

5. Social writing

Ogni tanto salta fuori la solita storia del romanzo nato e sviluppatosi interamente sui social network, in particolare su Twitter e Facebook. Diciamoci la verità: io non ci credo troppo. Mi sembrano le solite sparate promozionali. Siccome i social network sono ammantati da un'aura di figaggine, è assai cool far credere di poter scrivere un romanzo utilizzando solamente gli status di Facebook.
Certo, è possibile provare a produrre qualcosa in formato più leggero: un racconto, una novel, magari una round robin. I vantaggi dei social network li conosciamo tutti: sono interattivi, flessibili, aperti e a effetto catena. Per contro sono anche dispersivi, caotici, soggetti a improvvisi cambiamenti d'impostazione (vedi Facebook).

Nota: La vendibilità di questi formati

Ok, se la scrittura è solo una passione e vi va bene così, questi cinque formati appena descritti potranno darvi tante soddisfazioni, probabilmente più che non scrivendo il classico ebook da piazzare in download gratuito sul vostro blog.
Però, lo sapete, quest'anno ho un chiodo fisso in testa: la scrittura può e deve avere la dignità di un qualsiasi altro lavoro creativo. Fosse anche solo per pagare una pizza e una birra, o una bolletta del telefono.
Dunque analizziamo le cose da un'altra prospettiva: gli ebook classici vendono poco (come i libri cartacei, del resto). Queste alternative hanno qualche speranza in più di monetizzare?
Francamente no.

Le novel hanno gli stessi problemi nel vendersi (compratori pigri, svogliati, o che comunque preferiscono piratare piuttosto che spendere 1 euro per acquistare legalmente un ebook).
I blog book anglosassoni si basano spesso sul concetto di libero contributo, che in America sembra funzionare alla grande, mentre qui fa ridere solo a pensarci.
Round Robin e progetti di scrittura condivisa potrebbero allargare maggiormente il mercato in cui pescare, ma si rischia di cadere nell'autoreferenzialità.
La scrittura tramite social network mi sembra poco incline a essere retribuita.

Quindi la situazione è così nera? Sì. Ma ci si prova lo stesso. Se dovesse andare sempre male la soluzione è una sola: imparare a scrivere in inglese. Credo proprio che si aprirebbe un altro mondo

davanti ai nostri occhi...

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