Leopardi insegna


 

Ci sono stati un paio di articoli su altrettanti blog, con relativi commenti, che mi hanno spinto a mettere nero su bianco questa semplice riflessione. In breve: noi italiani ci siamo oramai rassegnati al pessimismo?

Meglio circoscrivere il campo ai consueti argomenti che trattiamo da queste parti, che poi possono rappresentare una delle punte dei tanti iceberg che tendono ad affondare tutta la flotta. Insomma, appunto, parliamo di noi altri e dei nostri interessi. Siamo qui a raccontarci quanto fa schifo la nostra editoria, quanto è miserabile gran parte della produzione cinematografica italiana, quanto sia impossibile proporre qualcosa di decente senza leccare il deretano ai soliti furbetti del quartierino. Eppure pochissimi tra di noi hanno ancora la sensazione che il futuro possa riservarci sorprese positive.

Una delle affermazioni più sensate degli ultimi mesi l'ho sentita dire da Cyberluke. Non ricordo le parole esatte, ma la sostanza è che, per quanto siano buone le nostre intenzioni e forte le nostre voci, non riusciremo mai a cambiare granché. Perché siamo comunque in pochi e non contiamo niente.

 

Prendiamo gli ebook: forse si creerà un mercato di nicchia, autoprodotto e slegato dal macchinario editoriale consueto. Questo per me sarebbe già un risultato lussuoso, ma mi rendo conto per altri, più utopistici del sottoscritto, si tratterebbe di un fallimento (leggete per esempio questo sconcertante articolo).

Sul cinema poi ci sono segnali incoraggianti nel sottobosco dei cortometraggi, ma sempre di realtà di nicchia si tratta. Pare invece impossibile minacciare quel Moloch deprecabile che compone la produzione globale di film italiani, dove sembrano esserci solo due-tre generi (commedia, drammatico, giovanilistico) in grado di polverizzare anche solo l'idea di realizzare qualcosa di diverso.

 

Due esempi sui tanti. Potrei anche parlare di fumetti, oppure alzare il tiro e spostare il discorso sulla politica (vabbé...), sull'istruzione, sul comune senso civico (vabbé²...)

Dunque ha senso nutrire ottimismo? Dicono che il segnale non può essere fermato, che la Rete alla fine piegherà ogni resistenza, eppure qui siamo in Italia, non in Occidente. Siamo nel paese che ospiterà l'Expo del 2015, e che comunque continua a mancare quasi totalmente di reti wi-fi gratuite e di servizi informatici di pubblica amministrazione decenti.

Aggiungo altro?

No, mi fermo qui.

 

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