Questa sera ha inaugurato l’attesa mostra al Pac di Alberto Garutti. Tante opere e tante persone per un quadro completo del maestro, amato dagli studenti dell’Accademia, e da quel sofisticato e competente mondo dell’arte che scruta e studia i suoi lavori da anni. Mai banali, mai “già visti”, sicuramente complessi nella loro non-immediatezza. Garutti meritava un riconoscimento a questo livello nella sua città d’adozione, con un’ampia panoramica di suoi lavori, da quelli mai realizzati, visibili in eleganti bozzetti, a quelli noti, come le scritte dall’apparente convenzionalità, che bloccano lo spettatore per la riflessione; o dalle dediche (“dedicato alle ragazze e ragazzi che in questa sala hanno ballato”, “dedicato ai ragazzi e alle ragazze che in questo piccolo teatro si innamorarono”, o allo storico “ai nati oggi” (1998/2005) … insomma poesia e complessità, da vedere con calma studiata. E soprattutto … con la bocca chiusa, perchè l’artista registra (lasciandoci anonimi) tutte le voci che hanno vissuto nello spazio.