Scandalo a Verona, dichiarazioni in esclusiva di Ivan Quaroni e Giuseppe Veneziano
Di Chiara Todeschini
Il fatto è ormai noto. La tela di Giuseppe Veneziano esposta alla fiera d’arte di Verona dalla Galleria Carini &Donatini in questi giorni – già acquistata da un anonimo e fatta sparire dai riflettori, ndr - ha mosso non pochi clamori. L’oggetto raffigurato è la pietra dello scandalo: una Madonna con bambino, dove il bambino è un piccolo Hitler, nello stile di Raffaello.
Da qui il caso morale, religioso e politico ha visto protagonista lo sdegno del rabbino di Verona, portavoce per l’occasione della comunità ebraica, esponenti della chiesa cattolica, il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi e non ultimo Sgarbi che non si è risparmiato parole infuocate contro Giuseppe Veneziano e la sua opera a mezzo Corriere della Sera. Tra le dichiarazioni di addetti ai lavori dell’ambito artistico e fieristico non sono mancate la difesa dello stesso Veneziano nei confronti della propria opera e degli intenti per nulla blasfemi, perché come dice: “anche Hitler è un figlio di Dio” e le coraggiose dichiarazioni che Ivan Quaroni, noto critico e collezionista d’arte, fa in esclusiva a Lobodilattice sulla vicenda. Dichiarazioni che celebrano e rivendicano l’assoluta libertà dell’arte, e ne ribadiscono la necessità di essere super partes perché tale è la sua essenza.
(Giuseppe Veneziano - La Madonna del Terzo Reich - 2009 - acrilico su tela cm 130x100)
Intervista ad IVAN QUARONI sul caso Veneziano:
Ci puoi dire qualcosa di più riguardo al clamore intorno all’opera di Veneziano “La Madonna del terzo Reich”?
Prima di tutto vorrei dire che nulla di ciò che è successo, e parlo dello scandalo mediatico, era stato premeditato dall’artista. Nemmeno immaginato. Finché non è arrivato un giornalista del Corriere della Sera non ci siamo resi conto che l’opera avrebbe potuto disturbare qualcuno, anche perché alla fiera di Verona ci sono almeno sette stand con opere che hanno come tema il nazismo.
Di certo Veneziano non è un pioniere dell’iconografia nazista. Cattelan e molti prima di lui si sono serviti di questo forte messaggio visivo …
E’ vero. Un’opera molto famosa di Cattelan, “Him” del 2001, raffigurante un Hitler tridimensionale inginocchiato nell’atto della preghiera. Inoltre l’iconografia nazista viene utilizzata dall’esplosione punk in poi come elemento estetico, svuotato del suo significato. Addirittura qualche tempo fa sulle cronache inglesi si parlò del figlio di Carlo e Diana colto a un festino in tenuta nazista. Questo dimostra che la simbologia nazista continua ad avere una fascinazione perché rappresenta qualcosa di irrisolto nella storia recente dell’umanità, una sorta di epifania del male che però, data la distanza temporale con l’evento, ha un po’ perso la sua efficacia provocatoria. Forse perché è stata troppo utilizzata a fini non propriamente storici.
Insomma, non mi sembra una mossa così sconvolgente il quadro di Veneziano, a sessantaquattro anni dalla fine del nazismo.
E allora perché tanto sdegno da parte della comunità ebraica in primis? Capibile, ma forse un po’eccessivo?
Anziché rimanere scandalizzati per l’Hitler bambino in braccio alla Madonna bisognerebbe parlare del fatto che quello di Veneziano è un bellissimo dipinto, una Madonna ispirata alla Madonna di Raffaello conservata alla National Gallery di Washington. Il dipinto di Veneziano è una rappresentazione anche della crisi religiosa della contemporaneità, una crisi di valori raffigurata attraverso due simboli stridenti tra loro: la Madonna e Hitler. Il bene supremo e il male supremo. Un’opera che suscita spaesamento ma non unica nel suo genere. Veneziano ha fatto già opere raffiguranti Hitler (una di queste è un quadro di un’orgia che coinvolge il Fuhrer e alcuni supereroi, ndr). Nel rappresentarlo ironicamente vi è una demonizzazione del personaggio ma bisogna pensare che Hitler è stato la punta di un iceberg di una nazione intera, non era solo un folle che ha plagiato milioni di tedeschi. Lo stesso vale per il fascismo: non si può fare assurgere un individuo al male supremo. Sebbene Hitler sia un male metafisico per la comunità ebraica non dobbiamo dimenticare però che nessun individuo potrebbe fare da solo quello che ha fatto lui. Nella reazione immediata della comunità ebraica trovo un significato nascosto, un ipertesto, una sorta di rivendicazione di Hitler come male propriamente ebraico e non del mondo. Quando invece Hitler è un male che appartiene al mondo. E’ vero che loro sono state le vittime più colpite da Hitler, ma Hitler, ripeto, come simbolo del male è universale.
Questo è quanto mi sento di dire sulla vicenda e vorrei ribadire che è un bel dipinto.
Quindi l’intento di Veneziano non era quello di sollevare un polverone mediatico per accaparrarsi pubblicità e vendite. Cosa di cui è stato accusato.
Il linguaggio di Veneziano è da sempre l’accostamento di elementi stridenti, la storia dell’arte accanto a elementi di cronaca contemporanea. Simbologia sacra e profana. Personaggi fantasy e persone reali. Lui gioca tutto su questa dinamica, quindi questo è un quadro che rientra nella sua produzione, coerente con il suo stile. Ogni sua opera ha fatto scandalo perché è uno specchio della società e degli umori pruriginosi della società. Non mi sembra che abbia fatto nulla di così eclatante, con il dipinto in questione, da sollevare un tale polverone.
(Giuseppe Veneziano ad Art Verona, al posto della sua Opera come segno di protesta)
Incontriamo direttamente GIUSEPPE VENEZIANO:
Quando hai dipinto “la Madonna del terzo Reich” immaginavi che avrebbe fatto scandalo?
Non me lo aspettavo anche perché questa è solo una delle tante opere che ho realizzato fino ad ora dove va avanti il mio percorso, che è un linguaggio di simboli della nostra contemporaneità – simboli religiosi, politici, sessuali – che metto in dialogo con la storia dell’arte. Quest’opera è una rivisitazione di una Madonna di Raffaello, a dimostrazione che un’opera di Raffaello può rivivere oggi. Io ho composto l’opera seguendo il mio umore, le mie sensazioni che in un artista sono volubili e differenti a seconda dello stato d’animo del momento. Ci sono avvenimenti esterni che ti passano davanti in sequenza e si sedimentano in te finché non ne tiri fuori un’opera.
Non era un attacco alla comunità ebraica e nessun intento blasfemo il tuo… Perché allora, tra tutte le opere che raffigurano immagini naziste, e sono molte alla fiera, proprio la tua ha fatto scandalo?
Forse perché, come ritiene Ivan Quaroni, era tra le più belle. Quindi ha attirato maggiormente l’attenzione. Sgarbi ha dichiarato che l’opera può essere interpretata in due modi, o che anche Hitler è un figlio di Dio, come ho detto anche io, o che l’opera sia una chiara contrapposizione tra il bene e il male. Bisogna anche dire che i simboli oggi si stanno vuotando del loro significato e ciò che resta è solo l’icona, ed è questo che a me interessa: l’immagine, e come questa si evolve e si arricchisce di nuovi input.
L’arte che entra nel sociale, come la mia, spesso si scontra col mondo dei media, ma questo purtroppo è il rischio che si corre se si sceglie questo tipo di espressione. Altrimenti uno sceglierebbe di rappresentare situazioni bucoliche o nature morte. Però io credo che l’arte possa e debba permettersi di esprimere tutto, senza limiti e senza censura. Anche l’Olympia di Manet e la morte della Madonna di Caravaggio sono state contestate. Poi la storia dell’arte ne ha riconosciuto la grandezza per il loro ruolo di rottura e di superamento di un sistema accademico. L’arte ha il compito di non porsi limiti.
(In questo momento Giuseppe Veneziano occupa il posto vuoto che era della sua opera, e indossa una maglietta con il dipinto in questione e una scritta nera “censurato”, ricevendo numerose visite e messaggi di sostegno, anche da parte del mondo intellettuale ).
(Giuseppe Veneziano riceve sostegno e solidarietà da Aldo Busi, ArtVerona 17,30 - 19, settembre)