Il campione ignorante

L'altro giorno leggevo questa intervista all'asso del Barcellona, Leo Messi.

Ora, a differenza di molti di voi (da quel che ho capito) a me il calcio piace, e tanto. Certo, non sono un hooligan né un tifoso esasperato. Mi piace il calcio come simulazione di “guerra”, di battaglia e strategia. Non a caso tra i videogiochi che ho più consumato nella mia vita ci sono quelli di football manageriale (mitico Scudetto!).
Detto ciò, preferisco considerare i calciatori proprio alla stregua di pedine di un videogame. Perché poi li senti parlare e ti cascano le palle. Nella fattispecie Messi ha detto questa boiata qui:

«Non leggo, no. Eccezione fatta per i giornali sportivi».

Ma la cosa è ancora più grave. Infatti:

I detrattori dicono che nella vita abbia letto un solo libro, la biografia di Maradona (e che non lo abbia neppure finito). Leo conferma le malelingue.

Ora, io alla storia che gli sportivi debbano dare l'esempio non ci ho mai creduto. Mai sentito parlare, che ne so, di George Best? Di Paul Gascoigne? Di Mike Tyson? Gente che grazie allo sport ha evitato una vita fatta di dentro e fuori dalla galera, altro che esempi da seguire. E alla fine la cosa ha pure un suo fascino.Però continuo a pensare che sia sbagliato e sottilmente subdolo far passare certi messaggi.
Per farla breve: Leo Messi è senz'altro un modello di vita per moltissimi ragazzini. Nemmeno un brutto modello, per dirla tutta: non si droga, non si vanta di essersi fatto mille donne, non si ubriaca. O, se lo fa, ha almeno l'accortezza di non chiamare i tabloid per farsi immortalare.
Quindi perché rovinare il tutto con un'affermazione così scema, seppur sincera? Perché far correre il messaggio che non leggere sia figo? Soprattutto considerando che il giornalista ha aggiunto una postilla ancora peggiore:

Una noia dichiarata per il cinema (...) la passione per Eurodisney («Era uno dei miei sogni da bambino, l'altro era giocare a calcio») e la mania per la PlayStation.

Forse sono io che me la prendo per poco, eppure trovo tutto ciò davvero diseducativo. In un mondo già dominato dall'ignoranza totale e globale non c'è bisogno di suggerire che diventare illetterato sia una cosa bella, o addirittura auspicabile. Ne abbiamo già abbastanza di stupidi ragazzotti che vanno in TV a sproloquiare, consapevoli che la tamarraggine porta soldi, mentre la cultura, al limite, ti regala un impiego part-time in un call center. Qualche esempio contrario, magari anche fasullo e costruito a tavolino, farebbe senz'altro bene. Come le celebrità che fanno le pubblicità progresso contro la droga, anche se a casa loro si sniffano perfino le ceneri dei morti.
E se lo dico io che sono cinico per DNA...

Comunque Best, come uomo, alla fine si è riscattato alla grande, anche se in modo drammatico.
Non è mai, mai troppo tardi

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