di Richard Laymon
Edizioni Gargoyle Books
16 euro, 384 pagine
Sinossi
È una torrida mattina d'agosto dell'estate del 1963. Siamo a Grandville, nella rurale provincia americana, e a ogni albero e palo della luce lungo la statale è stato affisso un volantino che annuncia l'arrivo in città del Circo Itinerante dei Vampiri.
L'attrazione principale - campeggia a caratteri cubitali sul manifesto - è la bellissima Valeria, l'unico esemplare vivente di vampiro ridotto in cattività.
Per tre adolescenti del luogo, Dwight, Slim e Rusty, è molto più che l'evento dell'estate, è lo spettacolo del secolo.
Nonostante i volantini proibiscano espressamente l'ingresso per i minorenni, i tre decidono che vi assisteranno a qualunque costo, ignari di andare incontro a un orrore senza fine.
Una storia di amicizia, di paura e di coraggio, di tentazione e passioni giovanili, che segnerà per sempre le vite di tre ragazzi per i quali il circo non sarà mai più lo stesso.
Commento
Il circo dei vampiri parla molto marginalmente di vampiri, diciamolo subito. Essi, anzi, essa, perché si tratta di un'unica presunta non-morta, fa da sfondo alla storia narrata, comparendo solo alla fine, in modo concitato e senza lasciare spazio all'approfondimento su ciò significa essere (o meno) un succhisangue.
Allora cosa è questo romanzo?
È una storia di formazione in salsa horror, come It, come L'estate della paura, come Ghoul. Ciò vuol dire che è un romanzo con gran parte degli stereotipi del caso:
Il piccolo paese della provincia americana.
L'estate.
Il ragazzino grasso, quello intelligente e la ragazzina coi problemi famigliari alle spalle.
Il mostro.
I bulli.
Gli adulti che sembrano appartenere a un altro mondo/universo.
Sta a ogni singolo autore saper amalgamare bene questi ingredienti. In fondo è come fare un Mojito: la sua riuscita dipende dalla bravura di chi miscela il cocktail.
Richard Laymon, compianto autore horror statunitense, era un volpone con anni di carriera sul groppone. Difficile dirvi se è uno scrittore che mi piace o meno. I suoi romanzi hanno sempre degli elementi molto interessanti, impiantati però su una trama ampiamente migliorabile. Il circo dei vampiri è del tutto in linea con queste caratteristiche.
Ben 386 pagine per narrare una singola giornata di tre quindicenni ansiosi di vedere l'esibizione “dell'unica, ultima vera vampira” sono forse troppe, anche se il romanzo è un voltapagine di quelli efficaci. In realtà la cosa che più funziona in tutto il libro, anche se pochi lo dicono, è l'erotismo smaccato di due dei tre protagonisti, Frances (Slim) e Dwight, che in queste fatidiche 24 ore scopriranno la loro sessualità e l'attrazione reciproca, fino a quel momento solo pensata ma mai manifestata.
Tolgo ogni dubbio: Laymon, pur non scadendo in volgarità palesi, descrive approcci, petting, sbirciatine, erezioni etc etc, senza troppi giri di parole. E lo fa bene, ossia in modo credibile. Il lettore riesce a immedesimarsi nell'adolescente che è stato, con tutto quel mix di sogni pruriginosi, titubanze, paure e slanci romantici che ciascuno di noi ha vissuto.
Tutto il resto sembra far da contorno: l'orrore (più accennato che altro), la storia, il circo dei vampiri, i piccoli misteri disseminati cammin facendo.
Lo stile è fresco, ironico, a volte un po' troppo surreale nei dialoghi e in alcuni personaggi secondari. Il finale lascia decisamente perplessi, più per come è stato tagliato via alla svelta che non per il contenuto. Nel complesso però si tratta di un libro piacevole e senz'altro non noioso, anzi.
Peccato solo per il pessimo editing dell'edizione italiana, che lascia spazio a parecchi refusi, alcuni fin troppo pacchiani. Bizzarro difetto, contando l'abituale cura maniacale che Gargoyle dedica ai suoi libri. Ma, suvvia, diciamo che può capitare, purché non si ripeta.