intervista ad Agnese Guido, di Andrea Lacarpia

 

Le opere di Agnese Guido (nata nel 1982 a Copertino, vive e lavora a Milano) si fanno notare per la loro immediatezza. I suoi dipinti, risolti con coraggiose pennellate, energiche e passionali, riportano spesso a una dimensione narrativa da cartellonistica cinematografica. Le ho fatto qualche domanda...

 

Come e quando hai scoperto che volevi fare l'artista?

Cominciando a disegnare e a scrivere molto presto e traendone sempre piacere nel farlo; ma soprattutto scoprendo che per me è il migliore strumento di conoscenza autentica di se stessi.

 

Mi parli liberamente della tua ricerca artistica?

Ogni volta che comincio un mio lavoro cerco di risolvere un problema, di porre una domanda e di creare una suggestione. La mia ricerca ha sempre una dimensione intima e non perseguo un preciso obiettivo, sistema o tendenza, e in assoluto rifiuto la parola “stile” perchè sono metodi e definizioni che distruggono la ricerca artistica. Una convinzione ossessiva seduce ma si nutre dell'ignoranza così come credere è un modo per semplificare le cose, io mi pongo in una condizione di attiva disponibilità alle cose. Poi la ricerca di un artista è leggibile con il tempo ed è sempre variabile e non statica e io sicuramente sono ancora all'inizio del mio personale percorso.

 

Come è cambiata la tua pittura negli anni?

Così come cambio io, come cambia la mia visione delle cose in base alle esperienze.

 

Quali sono e come scegli i soggetti delle tue opere?

Svariati soggetti e oggetti. Quando si parla di pittura si può rappresentare tutto, quando decido di fare un quadro tutto sta in ciò che voglio comunicare quindi un soggetto rappresentato in un modo non è lo stesso rappresentato in un altro modo. Il soggetto diventa il quadro stesso. E questo discorso non vale solo per la pittura, un musicista possiede tutte le note per comporre e un poeta tutte le parole per scrivere.

 

La maggior parte dei tuoi dipinti sono di grandi dimensioni, quanto è diverso lavorare sul grande formato rispetto al piccolo?

Le dimensioni mi condizionano molto, o meglio fanno parte degli elementi “parlanti” nel mio lavoro. Un piccolo quadro ha una dimensione intima ed è quindi tutto un altro codice per me; un quadro grande è espansivo e teatrale e favorisce sicuramente la componente gestuale della mia pittura.

 

Il nero, abbinato a pochi altri colori, è molto presente nei tuoi dipinti, dalla gamma cromatica molto personale. Come scegli i colori e i materiali?

Il nero è un colore forte, assoluto, è lapidario e dogmatico, ma contemporaneamente è magmatico e profondo: il colore ideale per esprimere tensioni vitali e distruttive insieme. Me ne servo molto spesso, ma forse non sarà sempre così.

Come materiali uso tendenzialmente gli smalti ad acqua per la loro consistenza fluida e la superficie liscia e lucida, ma ultimamente ho utilizzato anche gli olii; comunque non voglio precludermi nulla, ogni tecnica ha le sue problematiche.

 

Nella doppia personale con Stefano Serusi all'Underdogstudio di Modena hai presentato un’installazione di carte dipinte, poster e una piccola tela. Mi racconti di questa mostra, com’è nata l'idea della tua installazione e di come si è rapportata con lo spazio espositivo?

E' stata la seconda volta in cui ho creato questo dialogo tra immagine e parola e ringrazio l'Underdogstudio per avermi dato la possibilità di farlo.

C'è l'esigenza di andare oltre il quadro in sé, e di integrare la parte letteraria della mia ricerca. Ed è una dimensione che mi piace molto. L'idea del poster, come di parole appese al muro è nata per dare alla parola una dimensione più visiva e d'impatto, e comunque ho voluto creare un mondo attraverso l'invasione delle pareti dello spazio espositivo, comunicando reciprocamente con il lavoro di Stefano Serusi, che apprezzo molto come artista.

Ho “tappezzato” le pareti dello spazio, e il titolo stesso dell'installazione “Tua madre non spruzzava il profumo nell'aria e ci passava dentro?” che è anche la frase del poster rimanda alla sensazione di riempimento dello spazio.

Questo è un nuovo approccio per me che apre nuove possibilità e alla base di questo c'è la mia esigenza di utilizzare nuovi mezzi espressivi.

 

L'arte imita la vita o la vita imita l'arte?

Nessuna delle due, l'arte credo racconti la vita.

 

Quanto è importante l'abilità tecnica per un artista oggi?

Penso che l'abilità tecnica sia importante oggi come ieri, ma non basta. È comunque l'arte rimane un percorso, un'idea. Certo, se la parola “tecnica” non è intesa solo come abilità manuale ma come l'insieme di capacità che rendono leggibile il proprio lavoro allora è fondamentale.

 

La cultura popolare è spesso d’ispirazione per gli artisti. Lo è anche per te?

No, non tanto, lo è solo di riflesso, di sicuro ciò che succede intorno a me può influire sul mio lavoro.

 

Come ti rapporti con il “sistema dell'arte”, curatori, gallerie, altri artisti?

Seguo le mie esigenze e cerco di trovare punti di incontro quando è possibile, e questo sicuramente diventa più facile con l'esperienza e la maturità.

 

Mi racconti la tua giornata tipica?

Mi piace un risveglio lento, quasi meditativo, praticamente medito tutto il giorno, leggendo dipingendo, scrivendo... e passare del tempo con le persone a cui voglio bene

 

Ti piace vivere a Milano? Secondo te è una città che dà spazio ai giovani artisti?

Si Milano mi piace,secondo me è una città senza identità creata dalla varietà delle persone che ci vivono. Gli spazi ci sono, anche se a volte sono poco stimolanti, forse perchè manca un vero dialogo e si cerca sempre la via più facile e così non si cresce.

 

Ci sono dei luoghi che ami particolarmente?

Casa mia e tutte le case in cui ho abitato precedentemente.

 

Preferisci la mondanità delle inaugurazioni o il lavoro in studio?

Preferisco il lavoro in studio e la mondanità mi diverte a volte.

 

Quanto c'è di ludico e quanto di serio nella creazione artistica?

Si può dire che l'arte sia un gioco serio, ma poi in realtà l'arte per essere autentica richiede concentrazione e devozione.

 

Mostre in corso e mostre in programma?

Una collettiva al LEM di Sassari in corso e in programma ho una personale alla Galleria delle Battaglie a Brescia, a novembre.

 

Il tuo più grande desiderio?

Continuare seriamente la mia ricerca sempre con amore e passione, e non avere mai rimpianti.

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