Intervista a Francesco Garbelli, (Parola agli Artisti 5)

 

 

Nato a Milano, lavora con installazione e fotografia.
Francesco Garbelli risponde alle nostre domande:

Cosa rende un artista affermato? il consenso della critica, il consenso del pubblico, o le vendite?

La prima e l’ultima direi, il pubblico viene sempre dopo; quando chiedi ad un artista com’è andata la mostra e lui ti risponde - molto bene! – allude al fatto che ha venduto un sacco di pezzi o che è venuta un sacco di gente?

Potresti descrivere qual è la costruzione di una tua opera e i materiali che preferisci?
Sto sviluppando due ricerche, in contemporanea, che mi portano ad utilizzare tecniche e “materiali” completamente diversi e apparentemente distanti tra loro. La prima, quella sui fondali marini, (a cui appartengono i lavori qui pubblicati), potrebbe definirsi come un lavoro di tipo scultoreo, (anche se per me si tratta di un lavoro concettuale); la seconda è di tipo fotografico, sfruttando le potenzialità della tecnologia digitale per inventare immagini inedite, evitando il pericolo dell’omologazione, è una sfida che mi attira. Spostando il discorso su un’altra direttrice penso che la fotografia sia più vicina alla scultura che alla pittura o al cinema.

Potresti descrivere/sintetizzare in poche parole la tua ricerca artistica?

La costruzione di un’opera è funzionale allo sviluppo di un progetto, per questo più che una singola opera, produco una serie di opere legate tra loro, non sono mai riuscito a fare sempre la stessa cosa, sviluppato un progetto, il ciclo si chiude e se ne apre un altro che non è necessariamente legato al precedente: la mia ricerca è in continuo mutamento/spostamento, anche se si muove in alcuni ambiti d’interesse specifici attraverso i quali si caratterizza il mio lavoro.

Arte è anche o sopratutto vernissage e mondanità?
Beh, a chi non è capitato d’entrare in una galleria qualche tempo dopo l’inaugurazione? Assomigliano molto a com’era il mio frigo quando vivevo da solo, prima d’avere una famiglia, in effetti, pensandoci bene, avrei potuto appendere un po’ di quadri, foto, ecc., sulle pareti del frigo per mitigare lo sconforto che inevitabilmente m’assaliva nel vederlo così desolatamente vuoto. Insomma i vernissage a me non dispiacciono anche se non sono necessari.

Se dovessi spiegare l'arte contemporanea ad un bambino cosa diresti?
Che la sfiga è che i bambini non fanno i collezionisti, la sfortuna dai, non insegniamogli delle brutte parole...

Che musica ascolti?

Di tutto tranne hip hop.

Che libri leggi?

Vale la risposta sopra.

Cosa guardi in televisione?
La televisione non l’avevo, anzi non ce l’ho tuttora, quando sono andato a convivere con la mia attuale compagna, a casa sua, me la sono ritrovata nel salotto. E’ un elettrodomestico che consuma corrente ma non aspira la polvere, ne rinfresca l’aria, non scalda i cibi... Va beh, guardo i cartoni animati con mia figlia. Pucca è la mia favorita.

Hai un colore preferito?

Fammi pensare, poi te lo dico.

Artista preferito? (anche artisti contemporanei)

Qffzzz, chi è? E’ uno che nel 2050 farà arte manipolando le cellule staminali, creerà il clone della Gioconda e lo terra in una stanzina davanti ad uno sfondo dove scorrono immagini di foreste in fiamme e città ingoiate dal fango; e lui, lei, insomma il clone della Gioc, sempre là immobile col suo sorriso, (sorriso?) enigmatico, (enigmatico o da ebete?) e farà più visitatori del Louvre.

Da Artista, potresti descriverci quale pensi essere il compito di un buon critico d’arte?
La militanza, oggi la fanno davvero in pochi/e, invece è fondamentale per dare un senso a quello che facciamo noi artisti/e e, di conseguenza, collocare il nostro lavoro in un contesto.
E’ anche l’unico modo perché vi possa essere una fruizione in presa diretta dell’evento artistico da parte del pubblico e non, come quasi sempre accade, in differita con tutti gli accomodamenti del caso...

Leggi riviste d’arte? Quali?

Le leggevo, insomma le solite che girano senza far nomi, ma il tempo è sempre più tiranno. Trovo invece molto interessante, oltre che comodo e utile, lo sviluppo dell’editoria di settore tramite la rete, il computer ormai lo usi tutti i giorni, anche se per poco tempo, e hai sempre l’occasione di ricevere info, newsletter, dare un’occhiata a qualcosa che t’interessa particolarmente; è una grande opportunità per chi ne usufruisce e soprattutto per chi la fa perché non richiede investimenti di somme considerevoli. E’ perfetto per l’informazione e la diffusione, funziona meno per l’approfondimento e lo studio anche se vedo che si stanno già delineando delle forme di magazine diversi che potrebbero aprire una strada in tal senso...

Cosa pensi della diffusione dell’arte attraverso le nuove tecnologie, il binomio arte/internet,
aiuta o penalizza?

Eh, ho già risposto no?

Francesco Garbelli, "Com'è profondo il mare", 2008/9, inst. mare a parete composta di
moduli da cm 40x40 e 60x60, mis. variabili,(nella foto cm 160x120).
Resina, sabbia, conchiglie e monete originali 5 lire.
Courtesy Fabbrica Eos, Milano.


particolare


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totale di un modulo da 60x60

 

 

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