Jean Cocteau //// e il suo museo a Mentone

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Non avevo ancora parlato di un museo che ha inaugurato sul mare di Mentone lo scorso novembre dedicato al grande Jean Cocteau.

Il personaggio è stato tra i più interessanti nel panorama culturale del ’900, sia come artista che come umano. Cocteau infatti ha lavorato toccando ambiti diversi e con persone diverse, amico di altri personaggi come Dali, Picasso, Modigliani ….insomma un bel circolo.

Estrapolo da un mio testo per Arte del novembre 2011 …

Un quasi abbagliante contenitore a forma di alga firmato dall’architetto Rudy Ricciotti che racchiude vita e opere di un uomo che ha frequentato, intensamente, alcuni dei più bei talenti della sua epoca. Sono 450 le opere di maestri come Picasso, Modigliani, De Chirico, Mirò, fra gli altri. Tutte convivono con quelle dello stesso Cocteau: dai suoi primi autoritratti degli anni dieci, fino all’ultimo periodo definito “mediterraneo”. E molti lavori dedicati a Sarah Bernardt.  Prevalgono le opere (1800) del collezionista belga Séverin Wunderman, che già aveva donato nel 2005 la sua collezione alla città di Mentone.

Jean Cocteau: un artista controverso. Marcel Proust gli disse: “lei ha evocato Parigi come io non avrei mai saputo fare”. Mentre André Bréton scrisse di lui: “Un falso poeta, che avvilisce, invece di elevare, ogni cosa che tocca”. Un contrasto perfetto per costruirci sopra un museo. Si racconta la fase artistica, attraverso dipinti, come il Giovane aviatore, Roland Garros (1915), disegni, come il Ritratto di Picasso (1917), ceramiche, tappezzerie, gioielli, fotografie, documenti sonori e sequenze di film. E si mette a fuoco l’aspetto umano, con fotografie e lavori di amici e colleghi. Le opere e la figura dell’artista francese trovano dunque un destino nei 2700 mq del museo nella città dove Cocteau passò gli ultimi 17 anni della sua vita. L’edificio si riversa come una colata bianca vicino al mare, e l’ordinato spazio espositivo, tra muri luminosi e vetrate, si sviluppa in 7 sezioni cronologiche, secondo i temi che hanno toccato la vita di Cocteau. La prima sezione, le Théâtre de la chambre (1899-1911), testimonia la giovinezza e formazione artistica; in Parades (1912-1919) sono esposte le opere della Prima guerra mondiale; l’Esprit de contradiction (1920-1923) vale per l’ accostamento al disegno e alla fotografia; lo spazio Jean L’Oiseleur (1924-1929) ospita il tema della morte; la quinta sezione prende il nome da un suo film Le Sang d’un poète (1930-1937); Mystères (1937-1948) è dedicato al secondo dopoguerra, in particolare a due film, la Belle et la Bête e Orphée, mentre la chiusura del percorso/vita avviene con Testaments (1949-1963), dunque un tributo sul finire. Jean Cocteau si era già creato un monumento commemorativo nel Bastione del porto di Mentone, ma ora, con la donazione di Séverin Wunderman, la sua città d’adozione gli ha reso un tributo completo. Un valore aggiunto: una sezione dedicata a mostre temporanee, inaugurata con l’artista francese Jean Sabrier.

 

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