La cultura dei linguaggi dell'arte, è l'unica forma di comunicazione, che consente di rappresentare l'intimità che esiste tra un sistema sociale, le sue opere e il suo paesaggio.
La crisi che stiamo vivendo non è solo finanziaria, ma è una crisi del pensiero d'artista, che con la sua tensione a farsi media universale di una comunità, si ritrova linguisticamente sepolto da immagini globali, anche autoprodotte; la crisi? Esiste già da tempo nel campo delle arti visive e probabilmente gli storici dell'arte del futuro, sempre che continuino ad esistere, parleranno almeno di cent'anni di crisi, una crisi di relazione del linguaggio dell'arte e delle sue finalità (mission).
Abbiamo assistito e stiamo assistendo al saccheggiamento dei linguaggi dell'arte, la finalità è quella di lasciare crescere lo scarto e la consapevolezza tra i più e i meno istruiti, impoverendo così la moltitudine sulla propria storia e la propria cultura.
Quello che ha contato, dal dopoguerra ad oggi, nel mercato dell'arte, è la rapida sostituzione di un prodotto di un artista o di un artista come prodotto a un altro, con tutto il suo apparato promozionale di sistema, che rende tutto il settore "specializzato" un consumatore planetario nell'interesse di far crescere a dismisura domanda e quotazioni, consumatori anche gli esclusi, per il sistema una rimanenza da gestire o un mercato da conquistare, in relazione alle possibilità di acquisto e di mobilità.
Eppure l'arte agli albori della società industriale, mirava per volontà diretta dell'artista a non essere un riflesso passivo della società, ma a criticarla, a porsi in una posizione d'avanguardia, senza mai rinunciare alla propria appartenenza evolutiva a un linguaggio originario, possibile che gli artisti nel frattempo, complice il mercato e la specializzazione, siano divenuti così analfabeti di ritorno?
Una risposta a queste problematiche immense, l'ha data un artista che vive e lavora a Torino di nome Alessandro Bulgini, lui, l'arte come linguaggio che si relaziona al suo spazio di vita, che diventa relazione e formazione e naturalmente scompare, linguaggio puro, fatto segno e disegno.
Quindici bambini, un marciapiede di Barriera di Milano a Torino e lui.
Il risultato, da fotografare e filmare prima che scompaia, per lui l'arte in quanto linguaggio, sono segni che con l'aria si dissolvono e se si vuole si recepiscono e immagazinano nella propria memora in formazione.