“Lavoravo a Roma quando sono arrivate in Italia le prime notizie del terribile terremoto di Haiti, il 12 Gennaio 2010. Mentre leggevo i giornali mi sono ritrovato a pensare alla prima volta in cui avevo conosciuto la crudeltà della terra che trema. Era il 1989, era l’Irpinia (Campania) ed ero lì a documentare lo scandalo dei fondi e la mancata ricostruzione delle zone colpite a dieci anni di distanza dal terremoto. Per la prima volta avevo assistito al dramma di una terra devastata due volte, prima dal sisma e poi dal silenzio di una ricostruzione a metà, che zoppica, che lucra, che se ne frega mentre il mondo sta già guardando da un’altra parte. Ho deciso di partire e il progetto Haiti Aftermath è nato così, su due piedi e senza un assignment, ma dall’intima convinzione che fare il fotoreporter oggi, in un’epoca in cui tutto sembra già visibile e a portata di mano, significa offrire un servizio di mediazione culturale, traducendo atmosfere, sensazioni e urgenze in immagini”.
Dopo quel terribile gennaio, Riccardo Venturi è tornato ad Haiti in diverse occasioni per non raccontare soltanto il momento tragico del terremoto ma per capire come questo evento avesse afflitto la vita quotidiana delle persone. A cinque anni dal sisma sarebbero oltre 170mila gli sfollati, 600mila gli haitiani che vivono in condizioni di insicurezza alimentare, mentre si registrano più di 50mila nuove infezioni di colera ogni anno. Il progetto “Haiti Aftermath” e la campagna crowdfunding a supporto, nascono dalla volontà di andare oltre le stime ufficiali per documentare, monitorare e descrivere lo stato delle cose a cinque anni di distanza dalla catastrofe. Per riaprire quel sipario chiuso troppo in fretta e mantenere viva l’attenzione sulla vicenda della popolazione haitiana, sulle sue condizioni di vita e sui suoi bisogni.
Riccardo Venturi (Roma, 1966) intraprende la carriera di fotogiornalista alla fine degli anni Ottanta, documentando le problematiche sociali italiane ed europee come l'immigrazione clandestina, il sorgere dei movimenti neonazisti in Germania o i primi anni della democrazia in Albania. In particolare la sua inchiesta-dossier sullo scandalo dei fondi per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto in Irpinia gli procura le prime importanti pubblicazioni sui quotidiani e settimanali italiani. Dalla metà degli anni '90 si concentra sui conflitti in atto in vari Paesi, innanzitutto l'Afghanistan, reportage con il quale nel 1997 ha conseguito il prestigioso premio “World Press Photo”, e poi la cronaca della guerra del Kosovo, lavoro che ottiene nel 1999 la Leica Honorable Mention. Da allora fino ad oggi ha continuato a seguire e a viaggiare attraverso
innumerevoli paesi in guerra, soprattutto in Africa. Nel corso degli ultimi anni Riccardo Venturi segue e documenta la rivolta di Gezi Park a Istanbul. Venturi ha documentato alcuni fra i più importanti eventi internazionali, come il terremoto in Iran nel 2003 e lo tsunami in Sri Lanka nel 2004, alternandoli con ricerche più personali come quella sulle morti bianche in Italia, realizzando nel 2008 un libro e una mostra in collaborazione con ANMIL, e il progetto riguardante la diffusione della tubercolosi nel mondo, realizzato in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della Sanità che gli ha permesso di conseguire il Premio UCSI per la fotografia nel 2007 e il Premio Marco Lucchetta nel 2008. Ha lavorato con le più importanti agenzie umanitarie mondiali, dall’UNICEF all’UNHCR, dal WHO a MSF e SAVE THE CHILDREN con cui, recentemente ha realizzato un importante lavoro sullo stato dell'infanzia dei bambini italiani. Ha collaborato con le principali testate Italiane e internazionali e ha pubblicato quattro libri, tra cui “Afghanistan il nodo del tempo”, il racconto di sette anni di reportage sul paese (Contrasto Editore, 2004) e “Da Istambul a El Cairo” (Almuzara Editore , 2010), un libro sull’identità medio-orientale sponsorizzato da Fundación Tres Culturas e realizzato in collaborazione con il giornalista Eduardo del Campo. Di prossima pubblicazione, invece, il libro DPR448, edito da Peliti Associati e commissionato dal Ministero di Giustizia Italiano, che documenta la situazione dei minori in carcere da Palermo a Torino. Nel Gennaio 2010, a 4 giorni dal disastroso terremoto di Haiti, Riccardo Venturi decide di partire per documentare la catastrofe che ha colpito l’isola caraibica, dove ritorna altre due volte per proseguire a testimoniare le condizioni della popolazione haitiana. Con il suo progetto “Haiti Aftermath” ha ricevuto vari premi quali il World Press Photo 2011, primo premio “General news”; Luis Vultena Award, secondo premio; Sophot Award; premio foto dell'anno, menzione d'onore; premio Sony World Photography, finalista; premio Care International, finalista.
Insieme a Riccardo parleremo della nascita e dell’evoluzione di questo progetto e degli altri principali lavori del fotografo, ripercorrendo la sua carriera e raccontando come è cambiato negli anni il mestiere di fotogiornalista.
Ingresso riservato ai soli soci ENAL 2015. È possibile tesserarsi il giorno stesso dell’evento. Costo della Tessera ENAL annuale 2015 3 euro.
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