I love my selfie: Il selfie tra ricerca sociologica e la vita fatta teatro.
Che i Selfie stiano mutando i linguaggi dell'arte e anche la comunicazione politica, nell'epoca degli smartphone e delle applicazione è un fatto semiotico certo.
Cosa comunichi realmente il Selfie di Matteo Renzi e Barbara D'Urso dipende da se si è un attivista del movimento cinque stelle o un ex Berlusconiano cresciuto con Canale 5, Italia 1 e Rete 4 nel biberon.
Del fenomeno sociologico, linguistico e comportamentale che dal punto di vista della comunicazione artistica, sta rivoluzionando questo secolo, se ne sta occupando l' associazione culturale Puntila, di Puntila, che non a caso tra le tre socie fondanti del progetto vede una artista Barbara Ardau, mia compagna di arte e vita, che le mie quotidiane digressioni sul tema, è costretta a subirle quotidianamente; le altre due socie sono Elena Pau attrice, regista, cantante, performer e chi più ne ha, più ne aggiunga, e Maria Carla Sulis da sempre impegnata nel sociale.
L'associazione Puntila in patnership con la facoltà di Psicologia dell’Università di Cagliari, presenta il progetto “I love my selfie”, il tentativo è quello di sincronizzare l’indagine socio-psicologica che l'Univeristà sta conducendo sul tema e il teatro e le arti performatiche, nella pratica attraverso i selfie si mira a indagare quanto si è ciò che si mostra con la fotocamera di uno smartphone.
Il progetto "I love my selfie" partirà venerdì 24 ottobre dalla pagina Facebook “Puntila Arte”.
Tutti potranno inviare i loro selfie accompagnati da una breve didascalia che indichi la motivazione che ha guidato il gesto e magari anche una riflessione sulla causa - effetto della propria autoreferenziale comunicazione condivisa.
Le foto con tanto di accompagnamento letterario motivazionale, andranno inviate a puntilassociazione@gmail.com, saranno poi analizzate con un approccio specialistico con la finalità di "mappare" la selfite.
Materiale volontario di studio e ricerca sociologico, che sarà presentato durante la tavola rotonda “I love my selfie. Autostima e autoscatto nel nuovo millennio tra sociologia e teatro”, questo Dicembre.
All’evento , condotto da Renato Troffa, dottore di ricerca in Psicologia, ricercatore e docente di Psicologia sociale, Psicologia della Comunicazione e Psicologia ambientale, nonché supervisore dell’intera iniziativa, parteciperà Cristina Cabras, docente di Psicologia sociale, del Lavoro e delle organizzazioni, che oltre a intervenire sul tema si confronterà con il pubblico.
In questa occasione, si prevede anche un confronto con gli autori dei Selfie selezionati, protagonisti di questa ricerca al confine estremo tra arte e vita, chiamati a interagire con la loro lettura scientifica e sociologica.
L’evento sarà arricchito dalle “Confessioni di selfiste in cerca di…”, brevi monologhi scritti e interpretati da Elena Pau e Rita Atzeri.
«Siamo convinte che oggi più che mai la cultura e l'arte, parole tanto à la page e tanto pronunciate dai nostri amministratori ai vari livelli, debbano essere utili alla comunità e debbano trovare applicazione nei contesti più vari- dicono le fondatrici di Puntila- non soltanto nelle poltroncine dei teatri, nelle gallerie d'arte ed in altri luoghi più o meno blasonati e comunque destinati ad un pubblico elitario».