Carlo M. Cipolla (1922-2000) ,economista pavese, a un certo punto della sua vita divenne famoso per un libricino concepito per fare un regalo di Natale agli amici. Era il 1976 ed era scritto in inglese. Nel 1988 fu tradotto in italiano con il titolo "Allegroa ma non troppo". Contiene ben argomentate cinque considerazioni sulla stupidità umana. Ricordiamo la quinta,la più importante: LA PERSONA STUPIDA E' IL TIPO DI PERSONA PIU' PERICOLOSO CHE ESISTA. Cipolla definisce le cinque considerazioni leggi fondamentali e le concude con un corollario: LO STUPIDO E' PIU' PERICOLOSO DEL BANDITO.
Nella realtà si tratta proprio di considerazioni che rivelano, con una semplicita' sconcertante, quanto l'uomo sia in balia della stupidità. A causa di essa avvengono tutti i disastri sociali che ben conosciamo. La stupidità spiega il razzismo, spiega il capitalismo (che comunque la si giri è una forma di prevaricazione basata sulla forza bruta, ovviamente metaforizzata a seconda dei momenti) e rafforza l'ignoranza.
Cipolla non parla d'ignoranza, non è clemente verso l'umanità. Discute proprio di supidità con una sorta di rassegnazione e di distacco non poco dolorosa (il dolore è ben macherato e allontanato quasi con fastidio). Lo studioso non fa sconti neppure a se stesso. La volontà analitica lo pora tuttavia a non insistere nella trattazione del tema prescelto, ritenndo anche troppo l'osare nella deuncia di una simile enormità. Nel prosegimento della quale egli usa una sottile e simpatica ironia che rende tutto meno drammatico. Perchè a ben vedere proprio dramma è una situazione che non si sana. L'ignoranza può essere combattuta, la stupidità molto meno.
Carlo M. Cipolla si chimava solo Carlo Cipolla. La M. l'aggiunse lui stesso per distinguersi da un omonimo, storico precedente. Più seriamente il nostro Cipolla oltre che insegnante di grande valore fu uno studioso assai raro, preferendo l'analisi alla descrizione delle cose.
Le rivelazioni sono presentate come piccole perle contenute in una prosa semplice, colloquiale, sintetica e quanto mai incisiva. Peccato non leggerlo.
Dario Lodi