Black Magic Woman (di Danilo Arona)

Black Magic Woman

di Danilo Arona

Fratelli Frilli Editore

244 pagine, 1,99 euro (versione ebook), 7,15 euro (versione cartacea)

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Sinossi

11 settembre 2001.
Da anni residente in Italia, il giornalista spagnolo Manuel Blanco, dinanzi alle terribili immagini televisive delle Twin Towers in fiamme, riceve un inquietante documento via rete dall’America. Il file s’intitola Black Magic Woman, qualcosa di antico e di familiare per Blanco che ha indagato a lungo in passato sui misteri del Palo Mayombe e i suoi rapporti con le narcomafie. Quel resoconto, però, fa intravedere qualcosa di diverso: dietro la tragedia delle Torri e le sue conseguenze nel mondo non c’è solo la sigla misteriosa di Al Qaeda, ma un più arcano livello esoterico che, nel nome del Palo Mayombe e della magia nera islamica, fiancheggia il terrorismo scatenatosi nel mondo occidentale...
E se la guerra che vediamo ogni giorno combattere in TV fosse soltanto la facciata di sotterranea guerra psichica che una setta micidiale ha dichiarato all’umanità? E se le migliaia di vittime innocenti, soprattutto donne e bambini, da un parte e dall’altra, altro non siano che pedine progettualmente sacrificabili sul fronte di tale conflitto? E se i tanti misteri di una cronaca impazzita (ragazzini uccisi e/o scomparsi così come giovani donne) e le sue troppe apocalissi quotidiane rientrassero in questo mortale disegno?

E’ solo fantasia. Forse... Ma nel gennaio 2002, quando un piccolo di sei anni è misteriosamente assassinato in una villa sulle alture genovesi, Blanco - con l'aiuto di un anziano professore universitario e un tenente colonnello dell'Arma - scopre che il preambolo di tanto moderno terrore potrebbe addirittura risalire alla Londra del 1888, dove impazzava Jack lo Squartatore. Un lontano passato che si riverbera nella storia criminale dell'ultimo ventennio italiano, dove gli orribili delitti del “mostro di Firenze” s'incrociano ad altri inspiegabili e sanguinosi fatti di cronaca: Castelluccio dei Sauri, Novi Ligure, Chiavenna, gli omicidi di Donato Bilancia...
Commento
Riproporre questa mia recensione dopo diversi anni è una scelta meditata, non casuale.
Lo faccio perché Black Magic Woman, a mio parere il capolavoro letterario del sempre ottimo Danilo Arona, ha anticipato anni fa delle tematiche che oggi sono fin troppo d'attualità. Terrorismo, esoterismo, manipolazione della credulità popolare, riti occulti che legano remote periferie della vecchia Europa (Italia in primis) a signori della guerra che trasformano i loro desertici feudi in wasteland dominate da barbarie e da riti sanguinari.
Inoltre Black Magic Woman è ora in vendita anche in versione digitale a meno di due euro. Un'occasione imperdibile. Anche perché non ricordo altri thriller/horror italiani dal sapore tanto globale e... profetico.
Così, eccovi la mia vecchia recensione.
Anche in Black Magic Woman l’autore non tradisce lo stile che da sempre preferisce: il romanzo occultistico-esoterico presentato sotto forma d’approfondimento giornalistico.
Ambientato tra Piemonte e Liguria (in primis Bassavilla città cult dei romanzi di Arona), il romanzo rielabora ciò che sta accadendo ai giorni nostri cercando di porlo da un differente punto di vista: quello misterico e magico. In questo modo si mischiano magistralmente elementi apparentemente antitetici quali attualità e antichi riti, terrorismo e superstizioni ataviche, mondo moderno e mondo spirituale.
Arona non lesina in teorie e approfondimenti, sfruttando il taglio a volte quasi giornalistico del romanzo e giustificando mirate digressioni in campo esoterico con l’intervento di Alex Grandoni, un altro dei protagonisti del libro, sensitivo genovese e forse alter ego dell’autore stesso.
L’orrore evocato da Arona nasce dal quotidiano, dai piccoli orrori della provincia sonnolenta, annodandosi poi, in modo sapientemente verosimile, a scenari sempre più grandi, fino a scoprire trame occulte che mettono in pericolo l’esistenza stessa del mondo così come lo conosciamo.
La vicenda principale del romanzo è alternata da brevi storie collaterali che, pur nascendo dalla trama-madre, sono autoconclusive e aiutano il lettore a percepire la grandezza del Male che con le sue spire rischia di avvolgere qualunque cosa.
Quel Male che, nei romanzi di Arona, dà sempre l’impressione di essere così forte, inarrestabile e inevitabile tanto che, man mano che si prosegue nella lettura, sorge spontaneo un senso di pessimismo, accompagnato dal dubbio: ciò che l’autore racconta è davvero solamente frutto della sua fantasia creativa?

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