E' dedicato all'universo femminile "Monne Terranee", il nuovo libro che raccoglie l'ultimo ciclo della ricerca artistica di Uccio Biondi. L'opera, pubblicata da Schena Editore, con testi di Lucio Galante e Lorenzo Madaro, sarà presentata il 2 febbraio all' atelier Biondi di Ceglie Messapica (Br) da Maria Antonietta Epifani, storica della musica e scrittrice, da Lorenzo Madaro, critico d'arte e da Angela Schena, direttrice della casa editrice Schena, alla presenza dell'artista salentino. L'evento è previsto per le ore 19, mentre per le 20 è in programma il vernissage dell'installazione pittorica "Monne Terranee", negli spazi espositivi dell'attiguo Garage 21, con la performance fotografica di Gianni Gentile. Per tutta la durata della mostra, aperta fino al 23 febbraio, sarà proiettato il video di Uccio Biondi "Ritratto a volo di un pittore artista" (2011)
dal testo di Lucio Galante su "Monne Terranee":
"In Biondi, il tema del ritratto non è nuovo. Alla mostra milanese del 2000, dal titolo “a pelle” (spazio Consolo) egli aveva sperimentato l’inserimento di volti femminili utilizzando ritagli fotografici, tratti anche da giornali, come il ritratto di Marilyn Monroe e alla personale di Firenze del 2002 era esposto il “ritratto di Monna Liv”. Ora, però, ne ha fatto oggetto di una serie tematica. Luca Beatrice aveva colto «un comune denominatore»: il corpo, «una fisicità che può assumere fisionomie ancestrali, materne, luogo di ossessione privata del poeta, |'artista desiderante, per poi immergersi nella fruizione collettiva del corpo così come viene trasmessa dalle icone pubbliche del cinema (numerose citazioni che vanno dai suoi film e attori di culto, dall’Anna Karenina di Godard alla giovanissima Liv Tyler di Bertolucci), della televisione, della pubblicità». Ora, però, è come se quel corpo avesse conquistato un’anima, una sua identità, quella dei volti delle tante donne che si possono incontrare nel nostro vivere quotidiano, ognuna col proprio nome: Rita, Paola, Rosalia, Angela, Emilia, Anna, Mariella, Daniela, Rossella, Grazia, Ada, Nina, Silvana, Tatiana, Maria, Maria Grazia, Elena, Stella, Anna Rita, Veronica, Adriana, Rosalba, Laura Olimpia, Flora, Caterina, e via via tutte le altre […]. La prima osservazione che va fatta è che tutti i ritratti hanno una struttura di base costante. Il punto di partenza è il formato della tavola, il suo spazio rettangolare definito nelle sue dimensioni. Su di esso l’artista organizza la composizione secondo una ripartizione geometrica sostanzialmente regolare, basata sulle ortogonali. Una ripartizione che divide in due, tre o quattro zone, dimensionalmente variabili lo spazio della tavola, una riservata all’immagine femminile ritratta, mentre le altre sono costituite da ampie campiture cromatiche o da altri elementi, per lo più iscrizioni di vario genere (prevalentemente con caratteri a stampa)"
dal testo di Lorenzo Madaro su "Monne Terranee":
"Dove sono state prelevate queste “anonime” icone della contemporaneità? Biondi racconta che ha tracciato i ritratti con quella freschezza esecutiva tipica degli artisti di strada, che nelle piazze di Parigi, Roma, Firenze o Venezia disegnano il volto del turista di turno. L’artista ha però prediletto il confronto con la piazza della contemporaneità, naturalmente quella del social network Facebook, dove ha spesso recuperato le immagini-base per questo nuovo lavoro. La fotografia del “Profilo” – chi ha dimestichezza con uno dei social network oggi più sfruttati, ben comprenderà il valore di questo sostantivo – è forse l’emblema, anzi la sintesi, di quanto siamo e di quanto vorremmo essere. […] Biondi ha estrapolato dalla rete le immagini fotografiche, rielaborate successivamente in studio mediante una lenta pratica che ha prediletto come punto di partenza l’uso del carboncino e della fusaggine. Il disegno, inteso anche concettualmente come principio progettuale, è stato intervallato dalla pittura e dal collage, che ha previsto finanche l’ausilio di fogli da album da disegno, così ricorrente negli artisti che praticano il disegno en plein air, amalgamati tra loro in un flusso pluridirezionale. […] Nonostante le intenzioni di Biondi non siano di ascendenza fisiognomica, da alcuni tasselli del mosaico pittorico emergono parzialmente caratteri e propensioni, che però non sono soltanto peculiarità delle donne ritratte, appartenendo invero all’intero universo femminile. Niente di patinato o frivolo. Le donne di Biondi non sono quelle ritratte in certa pittura o fotografia contemporanea. Nel complesso – le varie tavole vanno di fatto lette nella totalità della composizione, essendo schegge di un’opera unica – emerge un lavoro installativo modulare, da assemblare e reinventare con dinamico spirito curatoriale, in diversi spazi, a contatto con altrettante realtà, coerentemente con le molteplici sfaccettature dell’universo tratteggiato in Monne Terranee".
Nota biografica su Uccio Biondi:
Dopo le Magistrali a Taranto frequenta l'Università di Bari. Completa gli studi artistici presso l' Accademia di Belle Arti di Lecce. Inizia l’attività nel 1973 sviluppando una produzione pittorica e calcografica. Il suo lavoro si è modificato nel tempo: dall'espressionismo pittorico a quello esistenziale, dall'informale a quello materico, dalle "reincartazioni" ad un suo zapping pittorico incentrato sulla introduzione di inserti vili, l’uso del carbone e sull’apporto di composizioni scritturali. Oggi assai significative sono le originalissime "alto pitture" che coniugano colore e terza dimensione. Di grande impatto visivo le installazioni sotto forma di scultura, simulacri della contemporaneità, sorta di soluzioni plastiche neopop- concettuale. La sua ricerca estetica più matura è rivolta ai nuovi linguaggi della medialità con cui si confronta costantemente. Biondi si interessa di ricerca teatrale. Nel 1982 fonda il Teatro della Calce, che dirige e con cui realizza opere ed azioni performative di intensa suggestione. Interessanti sono le sue installazioni intermediali, che mettono in relazione video e corpo, video e oggetti (da ricordare l’installazione “ Durch den Kamin” del 2006 per il Treno della memoria e “ La rivoluzione sono io – 2- “ Cabaret Paradisiaco” per Obiettivo mediterraneo presso il Castello Carlo V di Lecce nel dicembre del 2011).
E’ presente alla 54 Biennale d’Arte di Venezia, Puglia, Lecce.
Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private ed è presente in istituzioni museali: Palazzo Sarcinelli- Conegliano - Treviso, CD’Ac. Olivetani-Università del Salento- Beni Culturali- Lecce, Museo d’arte contemporanea Carlo Levi- Aliano.
Museo d’arte sacra contemporanea- Arcivescovado- Lecce, Pinacoteca Comunale- Novoli- Lecce, Museo dell’Epicentr0- Barcellona - Messina.
Interessanti sono alcune progettazioni di opere in vetro di grande formato, anche di soggetto sacro. Del suo lavoro hanno scritto:
Donato Valli, Rolando Bellini, Antonio Miccoli, Romano Battaglia, Toti Carpentieri, Massimo Guastella, Luciano Caramel, Antonio Basile, Giovanni Amodio, Lucio Galante, Franco Sossi, Angelo Lippo, Antonella Marino, | Flaminio Gualdoni, Carlo Frittelli, Marina Pizzarelli, Alberto Fiz, Luca Beatrice, Antonella Lippo, Marinilde Giannandrea, Angela Romano, Santa Fizzarotti Selvaggi, Lorenzo Madaro.