miei ritratti – spiega Mauro Modin – sono unicamente dei presupposti per poter scavare nelle profondità dell’essere umano . Il Jazz rappresenta un viatico ideale , poiché ci pone in un contesto talmente tanto ricco di personalità particolari , da potersi sbizzarrire oltre ogni limite , senza paure di vincoli tecnici o rappresentativi .Ma è su un altro settore artistico/creativo che Modin si applica con grande ingegno ed originalità usando la tecnica del collage e pittura :la rielaborazione di sedie e tavoli…...........Schienali di sedie che incorniciano le narrazioni immaginifico cromatiche di Modin in un’unicità di forme e contesti tali da conferire un ‘identità inconfondibile ad ogni soggetto . Sedie che invitano ad un’anomala contemplazione , trattando il mondo a lui tanto caro : il jazz , ma anche di musica a 360 gradi , di moda anni sessanta ma soprattutto d’immagini accostate per recondite associazioni estetiche , scelte con calibrata sapienza ed occhio immagato, ora per strade provocatorie , ora per jazzistiche assonanze , ma mai dimentiche dell’equilibrio d’insieme . E tavoli dove l’artista spinge oltremodo sul comando della creatività , riuscendo nell’intento di esaltarne al massimo il grado del racconto , sino a giungere ai confini estremi della condensazione dei propri codici estetico simbolici , in una sorta di danza sabbatica dove la narrazione diventa il pretesto per un inedito quanto divertente baccanale rappresentativo . Mobili da usare : opere da vivere .
Franco Savadori