D diceva sempre le stesse cose, quando non avevano più argomenti, diceva: Vedrai, facciamo quattro passi? E poi quei passi si moltiplicavano e si arrivava sempre a un pelo dall' arrivare fin lassù. Anche se lassù, al paese più bello, non ci erano mai arrivati. Non era il caso di fare tanta salita inutile quando le cose si erano appianate da sole lungo il tragitto, non ce n'era più bisogno. Arrivare fino al paese più bello, significava, in definitiva, toccarlo. Anche se, forse, in altre circostanze, avrebbero potuto farlo, arrivare fin là, senza provare per questo un senso di dispiacere, come se qualcosa di irraggiungibile e sognato, fosse per sempre perduto e non esistesse più, almeno per loro, non fosse più alla loro portata. Quel paese l'avevano sempre guardato da lontano, era un paesino stupido, confrontato ad altri, niente di speciale. Ma da lontano sembrava irraggiungibile, e questa era la sua qualità. Sembrava non ci fossero strade, tranne quella carreggiabile per raggiungerlo.Si erano a lungo chiesti se ci fosse una strada per arrivarci a piedi. Avevano cercato e alla fine l'avevano trovata. Probabilmente. Quel probabilmente, era diventato il limite a cui tendere, li aveva sempre salvati dalla necessità di cercare un'altra meta per i loro quattro passi. Alcune volte, arrivarci, era stata questione di un chilometro appena. Ma avevano sempre saputo fermarsi, tornare indietro lungo la già percorsa strada, per ripercorrerne le tappe. Ripercorrerla ra parte della cura, evidentemente. Nè A,anda né D., avevano mai preso in considerazione l'idea di arrivare davvero da qualche parte, perché per loro, la ricerca di ciò che consideravano importante, consisteva piuttosto in quel percorso mai appagato.
Ad ogni sosta D si accendeva una sigaretta e diceva qualcosa di significativo, che li riguardava direttamente, a proposito del luogo: Qui, è dove l'altra volta ci siamo fermati a guardare il campo di granoturco. C'era il grano turco qui. E Amanda rispondeva: Sì. Anche se adesso c'è solo tutta questa terra arata,è vero: qui c'era il grano, e qui- indicando un punto preciso- qualche mese fa, abbiamo rubato tre pannocchie da cuocere che mi sono messa sotta la maglietta per paura che i contadini ci sparassero.
Ad ogni sosta D si accendeva una sigaretta e diceva qualcosa di significativo, che li riguardava direttamente, a proposito del luogo: Qui, è dove l'altra volta ci siamo fermati a guardare il campo di granoturco. C'era il grano turco qui. E Amanda rispondeva: Sì. Anche se adesso c'è solo tutta questa terra arata,è vero: qui c'era il grano, e qui- indicando un punto preciso- qualche mese fa, abbiamo rubato tre pannocchie da cuocere che mi sono messa sotta la maglietta per paura che i contadini ci sparassero.
Poi quelle pannocchie le avevano cotte, ma non mangiate, perché anche dopo la cottura, erimaste troppo dure.
Una volta D, lungo la strada di ritorno, parlò di una donna che aveva amato, che Amanda non aveva mai sentito nominare. C'era il fango per terra, per via della neva che andava sciogliendosi, e Amanda guardava le scarpe affondare, lasciare orme profonde e restare in parte attaccata alle sue scarpe.
II
La vita ha sempre dele svolte, quando uno meno se lo aspetta.
La svolta, in sé, fu facile, niente di straordinario. Accadde un giorno, come sempre, le cose, accadono nei giorni. Mai fuori. Non c'è mai una svolta che accada fuori da un'ora- pensò Amanda- mai che una svolta avvenga altrove, in un luogo dove noi non ci siamo e non ci possa raggiungere. Ci sono svolte buone e svolte cattiva. quella svolta era una svolta cattiva. Arrivò in anticipo, precisamente ad un semaforo. Amanda e D. avevano fretta, ma rispettarono il semaforo. al svolta arrivò a quel semaforo perché né Amanda né D: avevano pensato bene, con attenzione, all'ipotesi realistica di passare col rosso. Se l'avessero fatto forse ulla sarebbe accaduto nello stesso modo, o forse, sarebbe accaduto in un altro, da un'altra parte, a qualche altra persona. questo era stato il pensiero fisso di Amanda, per molto tempo. Ma la svolta li prese in pieno a quel semaforo.