LA BELLEZZA SPRECHERA' IL LUSSO

artisti, gallerie, mostre, eventi, artistici, articolo di arte

Recensione d'estetica sulla mostra fotografica "Oltre la crisi", con gli scatti di Bruno Oliviero per l'attrice Simonetta Lein, presso il Teatro "Dal Verme" di Milano

 

La serie di fotografie dal titolo Oltre la crisi rafforzerà l’immagine della donna, con la sua bellezza, contro l’attuale degrado della società (in termini sia economici sia culturali). Esteticamente, emergerebbe la raffigurazione dello spreco. La crisi economica aumenterebbe la “forbice sociale” fra i “nuovi poveri” ed i “pochi arrampicatori”. La gente inizierà a risparmiare sulle piccole necessità del quotidiano (girando i supermercati con più sconti, cambiando abiti meno volte all’anno, accorciando i giorni di ferie ecc…). Ma i pochi abbienti, paradossalmente, potranno riscoprire il privilegio del lusso. Essi spenderanno solo nell’inutile, senza “abbassarsi” alle piccole necessità del quotidiano. Nei due casi, percepiamo una diversa “risposta” allo spreco. Risparmiando sulle piccole necessità del quotidiano, si produrrà molto per nulla. Per converso, privilegiando il solo lusso, questo sarà esteticamente sprecato nella propria inutilità.

Il fotografo Bruno Oliviero gioca su entrambi i piani, spesso in chiave drammaticamente ironica. La bellezza femminile può sembrarci “ricercata”? Nella serie Oltre la crisi, posa l’attrice e scrittrice Simonetta Lein. Sempre, da una donna ci aspetteremmo l’eleganza nel vestire. Simonetta “colpisce” lo sguardo persino recandosi a scaricare l’immondizia, sul classico cassonetto in strada. Consideriamo lo scatto intitolato Anche i ricchi si adattano. Qui, il portamento di Simonetta è alquanto deciso. Qualcuno lo “colorerà” di nero, come il sacco dell’immondizia… Pare che Simonetta trattenga a stento un pungingball, pronto ad urtare il nostro sguardo. Tradizionalmente, si crede che la donna non sia adatta a svolgere il lavoro del netturbino. Simbolicamente, si percepisce bene lo “spreco” della bellezza. Qualcosa che resta solo nell’età giovanile, destinata a scomparire con l’invecchiamento. Forse, Simonetta non sarà più “sporcata” dalla bruttezza attorno, tramite l’immondizia. Vincerà la decisione del suo sguardo… In chiave più simbolica, percepiamo la raffinatezza della bellezza che, facendo di necessità virtù, “s’abbassa” fino a “sprecarsi”, ma conserva la forza per non “sporcarsi”. Simonetta è consapevole che la crisi economica e culturale va combattuta.

La raffinatezza tornerà a “sprecarsi” eticamente, sacrificata per le piccole esigenze del quotidiano? La crisi economica e sociale deriverà anche da una scarsa conoscenza della cultura, per esempio rinunciando a seguire il senso civico. Conosciamo il “cassonetto” della corruzione, dove i politici “si sporcano”, facendo lievitare i costi della loro amministrazione. Questa diventerà una cattiva inutilità. I politici si dovrebbero “abbassare” agli elettori, sbrigando un servizio per loro. Qualcosa da percepire nell’eticità dello “spreco”, per così dire. Simonetta non si sporca, “abbassandosi” alle piccole esigenze del quotidiano. Lei addirittura si rimbocca le maniche, terminando un lavoro prettamente maschile. E’ davvero il “dispendio” della resistenza (contro la scarsità delle vendite, in economia) o della generosità (oltre i costi lievitanti della corruzione, in politica).

Per il filosofo Georges Bataille, l’estasi e l’erotismo si percepiranno dentro la loro intensità (coinvolgendoci). Lì, il pensiero intellettuale avrebbe una vena essenzialmente “trasgressiva”, disperdendosi. A quello mancherà la tradizionale utilità. Avanzando le formalizzazioni concettuali, l’uomo s’organizza meglio la sua esistenza nel mondo. Per Bataille, pure tramite l’arte o la letteratura avverrebbe uno “spreco” del pensiero intellettuale. Le prime due ci farebbero finalmente percepire che il secondo vale nella sua “tensione” conoscitiva. Così, il pensiero intellettuale avrà una vena essenzialmente estetica. Bataille parte dal vitalismo. Innanzi al fenomeno d’arte oppure letterario, noi ne saremo coinvolti, in maniera tale da “annichilirci” (da se stessi), in favore del nostro “godimento” percettivo. Inoltre, qualcosa avrà un valore estetico non servendo a nulla (contro tutti gli oggetti del quotidiano). Così, continueremo a respingere la formalizzazione concettuale. L’arte a Bataille si fa percepire in via interamente “inutile”, cercando da se stessa il suo “sprecarsi”. Certo esiste la duplice “vitalità” dell’ispirazione inventiva (nell’autore) e del coinvolgimento interpretativo (nello spettatore). L’arte sempre va idealmente a riprodursi. L’autore ha materializzato una mera intuizione, che lo spettatore reinterpreterà, nel suo godimento. Per Bataille, l’arte nasce comunque da uno “spreco” intellettuale, laddove i vari concetti “girino attorno” a se stessi. La “caduta” dell’ispirazione pare “ri-caduta” nel godimento. Per Bataille, tutti i fenomeni estetici (dalla letteratura all’arte, o dall’estasi all’erotismo) si percepiranno entro una creazione “per mezzo” della perdita, molto paradossalmente. Qualcosa che varrebbe pure in natura. Il Sole letteralmente “spreca” se stesso per favorire la vitalità in Terra. La luce ci pare soltanto “inviata”. Quasi “generosamente”, essa poi si specializzerebbe in Terra, favorendo la vita.

Purtroppo, Bataille crede che l’uomo abbia contraddetto il principio dello “spreco naturale”, organizzata la società sul mero mercato. L’economista cerca d’inseguire l’utilità, massimamente accumulando, investendo od ammortizzando le spese (necessarie per vivere). Qualcosa che Bataille percepirebbe come un residuo. Ma la vita naturalmente deve “sprecarsi”: la nascita implica già la morte! Il mercato varrebbe dentro la malattia della “produzione illimitata”. Essa si percepirà nell’illusione di nascere senza più “sacrificarsi”, terminando. Bataille dunque critica la società del mercato da un’ottica quasi “aristocratica”. Sarebbe più naturale vivere “immolando” se stessi. Un principio esteticamente nobile, contro la “volgarità” della produzione massificata.

C’è uno scatto di Bruno Oliviero, che s’intitola Non voglio morire per l’euro… e c’ha ragione. L’interprete Simonetta Lein è inquadrata dalle spalle al volto, così da centralizzare la bocca. Questa in realtà non si vede, coperta da una banconota in euro. Oliviero insiste a drammatizzare ironicamente la nostra crisi sociale ed economica. Qualcuno ha scritto sulla banconota “tappante la bocca” tale frase: Non voglio morire per l’euro. Sembra che il volto di Simonetta sia stato… segnalato, come accade nei commissariati di polizia, fotografando l’arrivo d’un arrestato.

Almeno la banconota “ammanetterebbe” la bocca, tacciandola. E’ noto che il mantenimento nell’euro, da parte dell’Italia, può valere soltanto rispettando una serie di parametri economici. Questi normalmente si decidono in Germania… Almeno la Grecia è stata ufficialmente “ammanettata”, non avendo rispettato i parametri economici per il mantenimento nell’euro. Tappandosi la bocca, la voce uscirà solo nello “spreco” di se stessa. Inoltre, è completamente inutile scrivere sulle banconote. Spesso, sentiamo dire che unire gli stati europei solo con la moneta, anziché dal legislatore, diventa uno spreco. Il petrolio, come l’oro nero del mercato contemporaneo, perdura a farsi vendere coi dollari americani… Nello scatto di Oliviero, vale la copertura della banconota sulla bocca. I pochi abbienti letteralmente “si gusterebbero” la propria ricchezza. I nuovi poveri invece avranno perso “la parola”, per esempio di fronte alla tassazione, che certo non si deve evadere. I pochi arrampicatori, privilegiando ingenuamente il lusso, alla fine “si mangerebbero” i soldi. Qui, pare che i nuovi poveri “s’immolino” per il mantenimento dei parametri economici. Si noti che Simonetta ha in bocca una banconota dal taglio “modesto” (10 Euro). Forse, sarebbe meglio chiedere ai nostri politici d’evitare gli sprechi, nella ragioneria dello Stato… Nel contempo, le grandi banche oggi cercherebbero il più possibile di trattenere il denaro. Sarà la cattiva percezione del residuo, contro ogni forma di generosità verso chi, ottenuto un piccolo prestito, magari avvierebbe una sua professione.

Nella fotografia dal titolo Costretta a rubare per mangiare, l’interprete Simonetta Lein si vede fra le mensole dei biscotti, al supermercato. Ci colpisce la raffinatezza della sua posa. La mano sinistra quasi risalirebbe al cuore, e quella destra regge una borsa, che virtualmente rientrerà fra i prodotti in vendita. Ovviamente, immaginiamo la “raffinatezza” della mossa furtiva (completata di nascosto). E’ la percezione d’una bellezza “aristocratica”, che però “s’abbassi” all’acquisto di massa. Simonetta “sprecherebbe” quantomeno la propria borsa, “confondendola” fra le confezioni dei biscotti… Possiamo immaginare che anche il prodotto di lusso debba “immolarsi”, preferendogli quello di massa? La crisi economica si combatte allentando la “forbice” fra i pochi abbienti ed i molti impoveriti. Servirà la “nobilitazione”… del prodotto massificato. In particolare, è la creatività che conferisce una bellezza al banale. Chi ha molto denaro crede di poter comprare e ricomprare di tutto, illimitatamente. Anch’egli accetterà di massificarsi, paradossalmente. Ma la bellezza della creatività può nascere solo dal “disperato”, che dovrà rimboccarsi le maniche e ripartire al più presto. Tutta la “nobiltà” (la raffinatezza) di Simonetta sarebbe positivamente sprecata, quasi a “contagiare” la massificazione dei generi alimentari. Non percepiamo l’arroganza del lusso, ma la creatività del povero.

Nello scatto di Oliviero dal titolo Solo loro sono il futuro, l’interprete Simonetta Lein cammina in strada, mano nella mano con una bambina. Simbolicamente, il dettaglio del vestito a fiori avvierebbe la rinascita della società, passata la crisi (economica e culturale)? Il titolo dello scatto conferisce alla bambina il nostro desiderio d’una speranza. A sinistra, pare che Simonetta cammini mano nella mano persino con la portiera d’una macchina. Là, accade che l’illuminazione faccia “ondeggiare” la carrozzeria. L’acqua è un elemento primordiale, rispetto alla vita. Dai pesci nacquero gli animali vertebrati. L’infanzia è un periodo in cui i nostri comportamenti “fluttuerebbero” molto facilmente, senza l’inquadramento della responsabilità adulta. La crisi economica si oltrepasserà favorendo la “libera creatività”, soprattutto fra i neolaureati? Lo scatto con Simonetta e la bambina è l’unico della mostra ad avere “un po’ di colore”, percependosi più positivamente.

eventi, artistici, arte, art images, show, pictures
eventi, artistici, arte, art images, show, pictures
eventi, artistici, arte, art images, show, pictures

Informazioni su 'Paolo Meneghetti'