A colloquio con Barbara Bonfilio; “Parole esplicite le sue"...chiare come la sua Arte

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L’esigenza quotidiana  di comunicare arte, scaturisce dalla necessità di condividere  ciò   che si vive, si respira, si assorbe,  senza mai saturarsi. 
Nonostante sia abituato ormai da tempo, non smetto  mai di stupirmi  quando una nuova  esperienza si presenta silente e con risvolti inaspettati. Nel caso specifico parliamo della conoscenza venuta  a  crearsi con la giovane  artista , Barbara Bonfilio. Il  suo  è nome già risonante  negli ambienti Nazionali ed Internazionali, tra i giovani artisti contemporanei.
Non conoscevo Barbara e relazionarmi con lei, è stato da subito come provare un senso di agiatezza, familiarità  e, con avida curiosità  ho deciso di  voler apprendere e scoprire parte del suo lavoro.
Lei con  una poetica moderna, sottile e  dagli accenti inveterati riesce a conquistare profondamente i molti,   comunicando in sintesi  il suo vero  sentire. Quello che si prova con l’arte di Barbara è una sensazione particolare. Una sorta di desiderio a voler  dialogare, interagire, trasfondere emozione con gli   sguardi immobili dei soggetti Bonfiliani  che,  con    silenziosa  dinamicità sensoriale, emanano messaggi chiari di quella  società mediatica in continuo cambiamento.  Nella nostra conversazione  ripercorriamo velocemente un po’   tutta la carriera. Ci  soffermiamo su alcuni punti fondamentali;  dall’esperienza accademica all’Albertina di Torino anni in cui: compagni di viaggio, sacrifici, creatività, entusiasmo e consapevolezza segnano in maniera indelebile l’intero percorso artistico. Continuiamo il nostro dialogo passando attraverso argomenti complessi e delicati come la crisi in Italia, per giungere fino ad oggi.  Gli impegni dell’ultimo periodo, i lavori  e le fatiche che convogliano in un ambizioso progetto multisensoriale quale Apertis Verbis.  Mostra performance che vede la Bonfilio protagonista fino al 31 maggio 2014 presso  Numen Arti Contemporanee di Benevento. La mostra, voluta fortemente dalla gallerista Giuliana Ippolito, sotto la cura di Loredana Barillaro, con la collaborazione di Subcava Press ufficio stampa,  diviene apice assoluto di una ricerca matura, completa, reale.

 

Cerchiamo subito di tracciare un profilo di  Barbara Bonfilio. Chi è la Bonfilio donna e artista?
Sono una donna curiosa ed indipendente. Il mio essere artista mi porta a cercare una condizione di solitudine, necessaria per catalizzare tutte le emozioni, le energie e le esperienze che mi permettono di  sviluppare il lavoro pittorico. Tutto questo lo raccolgo e lo vivo attraverso i miei interessi: i viaggi, la letteratura, la musica, insomma, tutto ciò che fa parte della vita creativa.

Nonostante tu sia molto giovane, hai alle spalle una carriera molto intensa. Ci descrivi come e dove  inizia?
Punto cardine della mia esperienza artistica è stata l'iscrizione all'Albertina di Torino. Un luogo che mi ha dato un'energia particolare e da allora mi segue sempre, mista ad entusiasmo, creatività, consapevolezza e forza. In questo cammino ho avuto modo di incontrare  compagni di viaggio straordinari. Da quelle esperienze, una vera e propria gavetta, che mi ha portato fino alle gratificazioni di oggi.

Quando,  invece ti sei resa conto di non poter vivere senza l’arte?
Direi da sempre...ho avuto sempre bisogno di una vita piena di colore.

Un curriculum ricco e corposo il tuo. Tra le righe si coglie tutto l’amore viscerale che nutri per il tuo lavoro. Nell’arco di 15 anni circa,  hai partecipato ad innumerevoli concorsi, premi nazionali ed internazionali, alcuni dei quali conosco bene e so la rilevanza che hanno nella  formazione di un giovane artista. Quale di questi, indipendentemente dal risultato conseguito, ricorderai con maggiore emozione o come fondamentale per la tua vita?
Il Premio Casorati è stato fondamentale e decisivo per le scelte successive. Non solo per il premio in sé, ma anche per il valore simbolico del luogo, vedere un mio lavoro nella  casa del pittore che amo , mi ha lasciato un'emozione particolare ed intensa.

Sei una persona che si divide tra Nord e il Sud Italia, oltre che all’estero naturalmente. A differenza di altri colleghi trasferitisi definitivamente altrove, tu sei rimasta nel  nostro Paese. Dal tuo punto di vista come vedi  il rapporto che intercorre tra : l’Arte e  l’Italia; l’ Arte e i Giovani e i   Giovani artisti in Italia?
Questa è una domanda molto “dolorosa”. L'Italia è il luogo per antonomasia dell'Arte. Il problema si pone riguardo la gestione di tutto questo patrimonio. Potremmo vivere creando un'economia molto più distribuita solo curando i nostri beni artistici, ma non siamo ancora in grado di gestire tutto questo tesoro immenso. Non siamo in grado di farlo fruttare. Non sono mai state fatte riforme o create figure in grado di migliorare e gestire il sistema arte. Non abbiamo ancora capito che quello che abbiamo è unico. Ma sono sicura che un giorno, non troppo lontano, prenderemo coscienza di tutto ciò.
Per quanto riguarda i giovani e l'Arte, le nuove generazioni hanno a disposizione dei media molto più veloci, la multimedialità permette a tutti di sapere in tempo reale, e i giovani, da questo punto di vista, possono acquisire una sorta di comune linguaggio, dato che internet ormai è a tutti gli effetti una comunità. Ovviamente questo permette ai giovani che decidono di intraprendere un percorso nell'arte, di formarsi in maniera globale. Ma tutta questa creatività si scontra con un sistema molto chiuso e poco strutturato. Cosa che invece, ho visto di persona, non succede all'estero.

Passiamo ora a parlare un po’ del tuo lavoro. Quando ho scoperto le tue opere sono rimasto subito folgorato dall’intensità espressiva e percettiva che, con  naturalezza minimale e sensoriale viene trasmessa dai soggetti rappresentati.  Un particolare rimando a quelle espressioni Pop degli anni ’70, con interventi contemporanei della filosofia Bonfilio, tale da rendere i tuoi pezzi unici e riconoscibili. Come nasce e si sviluppa il lavoro?
Dopo la fase di ideazione mentale segue quella della realizzazione vera e propria . Inizio con diversi schizzi che determinano la composizione, i colori e le dimensioni dell'opera. In un secondo momento, allestisco un set fotografico con le modelle, realizzando una serie di scatti che mi permettono di impostare il lavoro. Infine lo sviluppo finale , con diverse sedute di disegno e pittura che può variare da pochi giorni ad un mese intero, secondo le dimensioni del dipinto.

Espressione massima e maturità di ricerca, confluiscono in maniera eccelsa e sublime in un recente Progetto a mio avviso contenitore innovativo ed emozionante quale Apertis Verbis, Progetto che, nel suo compimento  ha dato vita anche ad una mostra-performance sensoriale presso la Numen Arti contemporanee di Benevento.  Cos’è Apertis Verbis e la tua esperienza con la Numen?
Apertis verbis significa parole esplicite e sono l’espressione che più si addice alla mostra. Considerando che i miei  lavori spesso parlano e sono portatori di un messaggio, ho scelto questo titolo per la mia personale.
Faccio parlare i miei lavori lasciando dialogare le mie opere con le emozioni, inserendo frasi dei grandi della letteratura. I mie prossimi lavori saranno incentrati sulla tematica della censura e sul suo utilizzo come forma di potere e prevaricazione:
Nello specifico la mostra alla Numen si é aperta con una performance di Massimiliano D’Abrusco che ha abbinato essenze odorose ai visi e agli occhi impressi nelle tele. Un progetto di ricerca in cui materia e olfatto si fondono, una scelta sensoriale ed emotiva.  Un’idea di Giuliana Ippolito, fondatrice della Galleria Numen, che rientra nel progetto Sponde, partito  in dicembre in cui realtà e spazi della città di Benevento, che operano in settori diversi entrando in contatto e collaborando tra loro.
La mia esperienza con la Numen è splendida e  proficua sotto tutti i punti di vista. Mi stimola ed arricchisce ad ogni progetto.

Chi ti segue in questo progetto?
Nel progetto Apertis Verbis sono seguita da Giuliana Ippolito, attenta e seria gallerista. Dalla bravissima critica Loredana Barillaro, che ha curato la mostra e ha scritto un pezzo bellissimo sui lavori esposti e da due ragazze molto speciali, Antonella e Sarah dell'Ufficio stampa Subcava Press.

Un sentimento forte lega le tue donne al mondo animale perché?
Io  amo, adoro e rispetto la natura e gli animali, questo mio rapporto particolare si rispecchia inevitabilmente nei miei lavori. Siamo parte della stessa “casa”, conviviamo nello stesso spazio tempo, è inevitabile che siano parte integrante della mia poetica. Mi sta molto a cuore la loro tutela, la tutela del nostro territorio terra.

Per concludere una domanda un po’ incomoda. In tutto il percorso ci sono stati per caso rimorsi o rimpianti?
Direi nessuno. Tutte le esperienze che ho vissuto, nel bene e nel male,  mi hanno fatto crescere portandomi a diventare la donna e l'artista che sono.

Sogni nel cassetto e progetti per il futuro?
Non programmo quasi mai il mio cammino artistico: è sempre dettato dall'urgenza e dal bisogno di creare che mi spingono avanti.  Mi auguro di concretizzare esperienze ricche di stimoli e di confronti costruttivi sia in Italia  che all'estero.

Ringraziandoti per le emozioni regalate a noi e all’arte contemporanea, ti facciamo il nostro più  grosso in bocca al lupo, affinchè il tuo futuro possa essere ancora più brillante ed artisticamente fiorente.

 

 

 

 

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