Prosegue la rubrica "Focus on artist" dedicata agli artisti italiani e stranieri che si distinguono per la loro originalità nel panorama dell'arte contemporanea. Lobodilattice ha intervistato Raffaele Fiorella, giovane artista originario di Barletta (Ba) di notevole talento, che ha recentemente partecipato alla collettiva Synthesis, inaugurata il 3 luglio scorso alla Fondazione-Museo Pascali di Polignano e appena rientrato dalla "Residenza Artistica Cosenza 2015". Attraverso i linguaggi della video-arte e della scultura in particolare, Fiorella esprime una poetica onirica del tutto peculiare, ritraendo mondi paralleli, fantastici, metafisici che traggono essenzialmente ispirazione dal suo personale immaginario.
Il tuo percorso di sperimentazione artistica è caratterizzato da un elemento socio-psicologico che non è di aperta denuncia ma appunto, semplicemente di ricerca. I mondi paralleli che tu rappresenti possono comunque costituire anche una fuga da una realtà che spesso può essere alienante?
Si , fondamentalemte nel mio lavoro c'è una sorta di fuga. Una fuga sognata, letta, quasi irragiungibile, ma non è una fuga da qualcosa che non mi piace ma semplicemnete una fuga in luoghi rilassati e silenziosi, quasi abbandonati. Anche se alienante, trovo la realtà affascinante, bella, sempre diversa e piena di stimoli. Ti da sempre la possibilità di raccontare sempre storie diverse e reinvetarla a tua piacimento.
Spesso nei tuoi lavori, che spaziano tra i linguaggi della videoarte e della scultura, rappresenti il non-luogo. Perché ti affascina questo concetto? Credi nell’esistenza reale di mondi paralleli o rappresenti solo universi onirici e inconsci?
Non credo all'esistenza di reali mondi paralleli, il mio è solo un pensiero fantastico, utopico, una fuga strettamente personale in un luogo che non esiste. Il mio lavoro è spesso molto istintivo e tutto quello che produco proviene da storie che ho vissuto, libri che ho letto o sogni che ho fatto. Una rappresentazione onirica di quello che fondamentalmente sono e che vivo.
Per la mostra al Pascali, Synthesis, avevi presentato un’opera creata durante la residenza di Conversano per il progetto europea SAC, che poi ti hanno chiesto di sostituire, cosa avevi realizzato?
L'opera presentata alla Fondazione Pascali per la mostra di fine progetto di residenza non è quellache effettivamente ho realizzato durante il periodo di permanenza a Conversano. Poichè è un'opera site specific occorrevano determinate condizioni affinchè questa funzionasse perfettamente. Quindi si è preferito sostituire l'opera e fare solo riferimento al progetto realizzato. Per la residenza avevo realizzato un video, girato per le strade e i vicoli di Conversano, che metteva in luce la relazione tra la città e la gente che la vive. Il nome dell'opera è Passaggi ed è una grande proiezione mappata sulla parete di uno dei corridoi del chiostro del Monastero di San Benedetto della stessa città, quindi ho cercato di creare una sorta di grande varco, uno sfondamento che permettesse di vedere quello che succedeva all'esterno.
I tuoi paesaggi sono assolutamente privi di figure umane, come mai questa scelta?
Non sempre è cosi, dipende dal progetto. Se ti riferisci al progetto esposto al Museo Pascali, effettivamente non ci sono figure umane, sono solo paesaggi che in questo caso cosidero delle nature morte. Per esempio in quasi tutti i progetti video ci sono delle figure, dei corpi che il più delle volte è il mio.
Ci parli delle tecniche che prediligi per la creazione delle tue opere e quanto conta l’uso della tecnologia in esse?
Le mie opere sono delle video-sculture. Spesso cerco di far interagire un qualsiasi elemento scultoreo o cartaceo con un video proiettato o con schermi lcd da 7 pollici. Quindi prevalentemente nel mio lavoro ci sono quasi sempre diversi elementi. A questo tipo di lavoro affianco un lavoro più grafico, disegni elaborati in Grafica 3d e poi stampati su fogli trasparenti oppure su carta fotografica.
Attualmente sei impegnato nel progetto “Residenza Artistica Cosenza 2015”, organizzata dall'Associazione Culturale "I Martedì Critici", in cui 30 artisti occuperanno a turno i “box d’artista”. Di cosa si tratta e come stai vivendo quest’esperienza?
L'esperienza della residenza, per quanto mi riguarda, si è conclusa Domenica 2 agosto. Da settembre i "bocs" d'artista saranno occupati da altrettanti artisti e cosi fino a dicembre. Un bellissimo progetto voluto dal Sindaco del comune di Cosenza che sta investendo molto sull'arte contemporanea e curato da Alberto Dambruoso che ringrazio per avermi invitato. Un'esperienza bellissima che mi ha dato la possibiltà oltre che sperimentare alcune cose sul mio lavoro soprattutto di conoscere molti artisti e dialogare con loro sia dal punto di vista professionale che umano. Ho avuto anche la possibilità di lavorare con un giovane ingegnere di Cosenza, Costantino Rizzuto, che si occupa di sistemi interattivi che mi ha permesso di rendere la mia opera interattiva.
Qual è il tuo più grande sogno d’artista?
Non lo so.
Photo by: Giuseppe Fioriello e Simeone Silvestro
http://www.raffaelefiorella.it/
Biografia:
Raffaele Fiorella nasce Barletta il 28/04/1979. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bari indirizzo Scultura specializzandosi successivamente in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso la stessa Accademia. Nell’a.a. 2007/2008 frequenta un Master in Multimedia Content Design indirizzo Video e Post Production presso la Facoltà di Ingegneria Informatica dell’Università di Firenze. La pratica artistica di Raffaele Fiorella abbraccia diversi media, fra installazione, video e scultura. In bilico tra poesia e vita ordinaria, il suo lavoro appare come un sottile e sofisticato gioco di contraddizioni. Si tratta di processi d’ibridazione che agiscono tra realtà e finzione, che scivolando dentro un universo asettico e vuoto, appaiono come una proiezione concreta dell’io e ridefinizione di un’identità collettiva. Principalmente si occupa di videoinstallazioni Un passaggio, che definisce un universo sempre ironico e impegnato, contraddittorio e gentile, un sistema apparentemente addomesticato nel quale affiorano con discrezione piccole e sottilifratture. Una ricerca attenta alle fragili emozioni alle speranze e ai sogni.