«Da una parte siamo molto avanzati, grazie alla tecnologia dell'informazione, ad internet; dall'altra però, abbiamo un terribile problema con i ricorsi storici e la struttura sociopolitica.
[...]
Ho fatto molte cose solo perchè ho quest'istinto; mi sono accorto più tardi che era qualcosa che si poteva chiamare architettura o partecipazione politica, attivismo o scrittura».
[...]
Ho fatto molte cose solo perchè ho quest'istinto; mi sono accorto più tardi che era qualcosa che si poteva chiamare architettura o partecipazione politica, attivismo o scrittura».
(Ai Weiwei intervistato da Christian Lund nel dicembre 2010)
Aperta sino al 23 giugno 2013 negli straordinari spazi del Centro Andaluz de Arte Contemporaneo di Siviglia, la mostra “Resistencia y Tradicion” di Ai Weiwei è il tipico esempio di esposizione di cui spesso è possibile godere solo all’estero.
Opere monumentali e commoventi, allestimenti lineari e morbidi, produzione significativa ed impeccabili scelte ambientali, danno vita ad una mostra che saggia e sperimenta l’estetica della resistenza seguendo il fil rouge della dissidenza e della rivolta politico-sociale e propone un (auspicabile) risveglio di coscienza per la comunità cinese come per quella occidentale.
Utilizzando materiali e tecniche della tradizione artigianale cinese, Ai Weiwei si sposta tra spazio e politica, imponendosi contro il capitalismo, l’annientamento dell’individualità e la modernità, in un profondo dialogo spaziale, che vede ceramiche realizzate con tecniche tradizionali, esposte proprio in quella che un tempo era una fabbrica spagnola di porcellane cinesi, riconducendo idealmente l’intera umanità in un unico luogo ed in un unico tempo.
La perdita dei valori tradizionali (Descending light, 2007) e la discussione sugli effetti del progresso economico (Colored Vases, 2008) si legano alla complicata esistenza dell’artista, che – in un delicato e stretto abbraccio – presenta in mostra anche le preziose immagini (ormai introvabili) pubblicate sul proprio blog.
Opere monumentali e commoventi, allestimenti lineari e morbidi, produzione significativa ed impeccabili scelte ambientali, danno vita ad una mostra che saggia e sperimenta l’estetica della resistenza seguendo il fil rouge della dissidenza e della rivolta politico-sociale e propone un (auspicabile) risveglio di coscienza per la comunità cinese come per quella occidentale.
Utilizzando materiali e tecniche della tradizione artigianale cinese, Ai Weiwei si sposta tra spazio e politica, imponendosi contro il capitalismo, l’annientamento dell’individualità e la modernità, in un profondo dialogo spaziale, che vede ceramiche realizzate con tecniche tradizionali, esposte proprio in quella che un tempo era una fabbrica spagnola di porcellane cinesi, riconducendo idealmente l’intera umanità in un unico luogo ed in un unico tempo.
La perdita dei valori tradizionali (Descending light, 2007) e la discussione sugli effetti del progresso economico (Colored Vases, 2008) si legano alla complicata esistenza dell’artista, che – in un delicato e stretto abbraccio – presenta in mostra anche le preziose immagini (ormai introvabili) pubblicate sul proprio blog.
Diffusa tra la zona monumentale, il Padiglione Reale e la Capilla de Afuera, dell’ex Monasterio de la Cartuja, “Resistencia y Tradicion” rappresenta, invero, un imperdibile momento di poesia creativa.
Nato a Beijing nel 1957, Ai Weiwei si diploma presso l’Accademia del Cinema della città natale, fondando – negli anni ’70 - il gruppo d’avanguardia “Xing Xing”.
Nel 1983 si trasferisce negli Stati Uniti dedicandosi all’arte concettuale ed al disegno.
Torna in Cina nel 1993 dove oltre alla vivacità artistica (è cofondatore - tra l'altro - del CAAW, Archivio delle Arti Cinesi) ed architettonica, sviluppa un’intensa attività come blogger (dal 2006 al 2009, anno in cui il blog viene chiuso dalle autorità cinesi), diventando uno dei più ferventi critici internazionali del regime politico cinese. Nel 2011 viene arrestato come dissidente e detenuto per 81 giorni.
Attualmente, Weiwei è in regime di libertà vigilata.
Nel 1983 si trasferisce negli Stati Uniti dedicandosi all’arte concettuale ed al disegno.
Torna in Cina nel 1993 dove oltre alla vivacità artistica (è cofondatore - tra l'altro - del CAAW, Archivio delle Arti Cinesi) ed architettonica, sviluppa un’intensa attività come blogger (dal 2006 al 2009, anno in cui il blog viene chiuso dalle autorità cinesi), diventando uno dei più ferventi critici internazionali del regime politico cinese. Nel 2011 viene arrestato come dissidente e detenuto per 81 giorni.
Attualmente, Weiwei è in regime di libertà vigilata.
Revolucion y Tradicion
a cura di Luisa Espino e Juan Antonio Alvarez Reyes
1 febbraio-23 giugno 2013
c/o CAAC
Monasterio de la Cartuja de Santa Maria de las Cuevas
Avenida Americo Vespucio, 2 – Siviglia
a cura di Luisa Espino e Juan Antonio Alvarez Reyes
1 febbraio-23 giugno 2013
c/o CAAC
Monasterio de la Cartuja de Santa Maria de las Cuevas
Avenida Americo Vespucio, 2 – Siviglia
Orari:
martedì-sabato 11.00-21.00
domenica 11.00-15.00
martedì-sabato 11.00-21.00
domenica 11.00-15.00
Ingresso:
3,00€
3,00€
Info:
http://www.juntadeandalucia.es/cultura/caac/index.htm
http://www.juntadeandalucia.es/cultura/caac/index.htm