PRESENTAZIONE
(Ri-E)voluzione colturale
Leonardo Massi
Per quale motivo un artista (o presunto tale) totalmente disinteressato a scimmiottar edotti, ancor meno deliziato dall’indossare le vesti del cortigiano scopiazzante testi critici (o presunti tali), decide di scrivere d'Arte su Blogdilattice?
Mi sentirei abietto rispondendo “per amore dell’Arte”, poiché, l’unico orgasmo che riesco a raggiungere durante questo tripudio di creatività è riconducibile unicamente all’istante in cui la mia mente trasfigura pensieri in opere.
Non vi nego, infatti, che il contesto colturale, ovvero quell’insieme di eventi i cui limiti sono da ricercarsi in un dominio compreso tra produzione e commercializzazione, suscita in me una leopardiana aegritudo.
Dunque -ma soltanto allo scopo di essere io per primo a trarre spunti di riflessione in merito a questo mio interrogarmi- vi chiedo:
Dunque -ma soltanto allo scopo di essere io per primo a trarre spunti di riflessione in merito a questo mio interrogarmi- vi chiedo:
Vogliamo noi italiani, figli illegittimi della stratificazione accademica, perseverare nella cannibalizzazione del nostro glorioso passato?
Vogliamo mungere ancora questa grossa tetta proteica, ambrosia prediletta per congetture d’intellettuali arroganti, allo scopo di occultare le nostre ignoranze ataviche?
E’ giusto erudire artista e consumatore attraverso stratagemmi di schopenhaueriana memoria (vedasi “L’arte di ottener ragione”)?
Vogliamo imbonire ancora il committente piuttosto che educarlo?
Perché incoraggiare un mercato ingordo di mediocrità?
Desideriamo davvero che l’arte si appiattisca sull’artigianato, sulla produzione seriale, o peggio che degeneri in un sistema pubblicitario capace di soverchiarne ogni astrazione stilistica e intellettuale?
Vogliamo provare a ripristinare la nostra verginità razionale per filosofare sul significato della parola Arte?
Per tutto questo (e perché me ne danno la possibilità) ho deciso d’infastidirvi con i miei pensieri.
Leonardo Massi