I 50 anni della Galleria Cortina a Cascina Roma

Renzo Cortina (Belluno, 1928-Milano 1987): un libraio intelligente e innovatore, imprenditore e gallerista di successo. Nel 1962 fonda all’interno della sua libreria di Piazza Cavour a Milano l’omonima galleria, quindi ne apre una seconda in Via Fatebenefratelli nel 1968. Nell’87, poco dopo la scomparsa di Renzo, il figlio Stefano inaugura uno spazio in Via Turati. Nel 1996 un nuovo trasloco in Via Mac Mahon, la sede attuale, e, per la rinnovata situazione economica e culturale, la trasformazione in associazione, con la partecipazione diretta degli artisti, come Giovanni Cerri, che è anche curatore. Questa in sintesi la storia dei 51 anni di attività della Galleria Cortina, che la Galleria Virgilio Guidi-Cascina Roma di San Donato Milanese celebra nell’ampia collettiva 50 e oltre, a cura di Susanne Capolongo, fino al 23 giugno.
In mostra, le opere dei maggiori movimenti artistici del Novecento, dal Futurismo alla MEC ART. I disegni di Balla, i tagli e i teatrini di Fontana, le sculture di Agenore Fabbri e di Minguzzi, i collage di Turcato, le serigrafie di Warhol, i ritratti di Rotella… Una particolare attenzione è rivolta al periodo del Realismo Esistenziale, con lavori di Guerreschi, Romagnoni e Cazzaniga. Renzo Cortina era amico dello scrittore e giornalista Dino Buzzati e aveva l’esclusiva della sua produzione artistica. In rassegna, quindi, alcuni Poemi a fumetti e vari disegni inediti. La fotografa Maria Mulas documenta la fervida vita culturale e mondana della galleria, frequentata negli anni non solo da artisti e critici, ma anche da intellettuali, attori e personaggi televisivi. Queste testimonianze sono raccolte nel ricco catalogo della Cortina Arte Edizioni, con saggi di Flaminio Gualdoni e Maria Teresa Ferrari.
Al pianterreno due sale sono interamente dedicate a due giovani artisti: il milanese Giovanni Cerri e la giapponese Oki Izumi. Il primo, da sempre cantore delle città e delle periferie metropolitane, riflette sulle contaminazioni tra passato e presente. Il dipinto Laocoonte (2013) ritrae la celeberrima scultura classica, simbolo della sofferenza, ricoperta da graffiti, con scritte vandaliche che inneggiano alla violenza. La figura appare drammatica, immersa nel grigio, accentuato dai colori delle lettere che sembrano ferite sul marmo livido. La seconda artista, invece, descrive la città di Milano attraverso sculture in vetro e granito. Eleganti profili del Duomo (Passato, presente, futuro, 1991) e dei grattacieli, leggeri e trasparenti

Vera Agosti

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