Giochi di prestigio
La certezza dell’incertezza di sapere di non sapere e il suo esatto contrario nel giro di pochi istanti. Come dire che la luce c’è ma che in realtà non esiste. Allora si tratta di una serie di fantasie, dove il conforto per la presenza di un velo viene esaltato dalla consapevolezza di poterlo sollevare, pur, magari, senza vedere niente. Ma il nulla è poi l’invenzione di una mente superba e invidiosa di un tutto che non sa come gestire.
Il tutto sfugge ed anzi fugge più che mai lontano da te, da me. Il problema sta nel personalizzare la questione. Tu puoi dire che tutto va male osservando le cose dalla finestra. Fuori piove, ma tu sei asciutto. Puoi anche immaginarti bagnato, ma è un bagnato virtuale. Se invece sei madido veramente, e addirittura di sudore freddo per una certa realtà che ha abbandonato la possibilità di essere per essere veramente, allora, se sei madido di tuo, ebbene l’intero mondo ti cade addosso. Fa talmente male che fatichi a rendertene conto. Ma poi è tutta una esagerazione perché la realtà è troppo più grande di te, di me, e non puoi trovare i correttivi. Ci stai in mezzo. L’unica cosa è una bella distrazione. Ma è possibile distrarsi in una situazione del genere? Certo la concentrazione involontaria su un sentimento d’amore. Una trappola? No, una verità che si impone e che ti imprigiona. Forse è un inganno. Ma vale la pensa farsi mille domande, nella convinzione che mai e poi mai si avranno risposte? Non è più importante vivere questo sentimento, lasciarsi prendere da lui? Potrebbe essere una debolezza che ridimensiona il desiderio di una visione superiore. Ma potrebbe anche essere una prova di coraggio, di sfida al mondo intero, che ti senti di condividere. Oppure che non ti chiedi affatto se valga la pena condividerlo in quanto già sei della sua parte. Ci sei dentro sino al collo. E’ talmente inebriante che tutto il resto conta meno delle tue paure e dei tuoi interrogativi. Vale la pena pensare di essere altro, di vivere altro: un amore accecato da illuminazioni, ad esempio.
Dario Lodi