RIUSAMI - dallo scarto all’opera - Esposizione sul riuso e recupero creativo
Dal 24 gennaio al 9 febbraio 2014
Via Alessandria,5 Milano
Zona Porta Genova
Orari apertura
Lun-ven 15:00 - 20:00
Sab-Dom 10:00 - 20:00
Tema
L’esposizione ha come tema il recupero ed il riuso creativo.
Gli artisti selezionati utilizzano materiali di scarto derivati dal mondo della meccanica, dell’industria, del tessile e della falegnameria e li trasformano in opere d’arte di carattere pittorico e scultoreo.
Gli artisti espositori
Andrea Locci
Vive e lavora come artista a Pisa.
Le sue opere sono interamente realizzate con legni usurati e tarlati, metalli arrugginiti e corrosi dal tempo, scarti di lavorazione industriale; oggetti comuni buttati e rifiutati sono “Materia viva” che trasforma in quadri, lampade, sculture, animali e personaggi carichi di magica e surreale fantasia.
Nel suo mondo fantastico troviamo la collezione “Nero Groove”, ancestrali divinità nere realizzate con camere d'aria di veicoli; “Io Robot”, L'invasione della terra e altre storie di fantascienza raccontate da creature costruite con vecchi attrezzi di cucina e da lavoro, “Lanterne magiche” abatjour, applique, lampade da tavola, assemblate con zucche, legni, scolapasta, bottiglie.
Gianni Villa - Estratto dal testo di R. Bellini Presente nella monografia di “Gianni Villa, Una personale -
È, dunque, un creativo affascinato dalla ricerca artistica, sinonimo, per lo meno per lui, di armonia anarchica, un ossimoro desueto. Con fare enciclopedico, l’artista raccoglie e organizza per nuove specie, per sorprendenti famiglie, galassie di elementi estrapolati/spaesati o totalmente mutati in sé e fatti “altro”, direttamente pescati dal mondo animale e vegetale, naturale ed artificiale. E procedendo nella sua furia creativa, mescola al mondo dell’homo faber di ieri, il mondo artigianale da lui stesso restituito a “vita nova”, al mondo di oggi, quello post-industriale, come pure al mondo industriale (quel che ne rimane, sopravvive o si va riciclando-rinnovando a muovere dai molti materiali plastici), senza soluzione di continuità. Teatri di legno e di terra, di pietra e di plastica (il polietilene espanso a cellule chiuse che dà vita agli “straballazz”, come li chiama il Villa) questa galassia in costante espansione propone alfine un ventaglio inaspettato, imprevedibile, di “valori tattili”.
Proprio attraverso questo modo di operare del Villa si manifesta l’eccentricità e tutta l’originalità del vedere sognante, fantasmatico e tuttavia profondo e originale dell’artista.
Il Maestro mette in gioco i legami (tutti i possibili) fra scienza e tecnica da un lato e, dall’altro, morale e religione. La spiritualità e la materialità, l’etica, ma anche il nocciolo duro della scienza, dei suoi molti domini sono posti su un unico piano.
Una metafora, quella di Gianni Villa, ora drammatica – quella dei suoi “cavalieri” - ed ora allegra e scanzonata – quella degli “straballazz” - dell’incredibile mondo oggidiano.
Progetto Metaborg
Le opere dei Metaborg (Luca e Gianni) hanno come punto di partenza le discariche e gli scarti industriali dell'hinterland milanese da cui vengono prelevati i pezzi che costituiscono la materia prima dei loro lavori.
Gli scarti selezionati sono prevalentemente di metallo; questo viene restituito, grezzo o riverniciato, con una nuova forma.
Attraverso il loro intervento i materiali recuperati acquistano un nuovo significato, in direzione totalmente contraria rispetto al loro destino.
I lavori presentati si muovono in due direzioni: da una parte il ciclo degli animali e dall'altra la serie dei robot.
Il tema centrale del lavoro è la vita, da una parte con il tentativo di ricreare esseri viventi prendendo spunto dalle forme di vita già esistenti; e dall'altra invece la creazione di forme di vita artificiali.
Attraverso questo procedimento il metallo raccolto, identificabile solo come rifiuto, perde la funzione di materiale destinato a fini industriali per acquisire invece un valore artistico.
Luca Motta e Gianni Zara (1979) vivono e lavorano in provincia di Milano.
Ilaria Lappano
È un’artista emergente contemporanea,nata a Cosenza.
La sua vita sin dall’infanzia è influenzata dall’arte, grazie al padre musicista, dedicandosi alla musica e al disegno.
Si diploma in Fashion Design ,allo IED, Istituto Europeo di Design, ma non riconoscendosi nel campo della moda, dirotta il suo interesse verso nuove vedute, nuovi orizzonti, ovvero l’Arte.
Si reca in America, dove studia il soggetto della comunicazione in tutte le sue sfaccettature e lì incontra importanti personaggi della sua vita, che la spingono ad imprimere su tela ciò che da sempre si porta dietro, come talento nascosto.
Il suo stile è caratterizzato da un forte amore per le materie grezze e dalla sensazione che esse conferiscono al tatto e la sua fonte di ispirazione non è la pittura bensì il design, le forme, gli spazi.
Dalle sue opere emerge il suo interesse per i corpi femminili, l’anatomia, la sperimentazione e il suo scopo è quello di permeare gli spazi, completarli, avvolgendo l’osservatore in un connubio anticonformista e armonioso.
Lavorando in sinergia con designers e clienti privati, crea una linea di “tele su misura personalizzate”, che rappresenta l’anello mancante fra tali categorie.
La caratteristica di quest’artista è che lascia che sia il cliente a scegliere le misure, i colori e il soggetto da ritrarre, conducendolo attraverso il suo forte senso estetico ed esperienza.
Lo spazio espositivo
All’ingresso sarete accolti da un robot alto 2 metri immerso in una nuvola di fumo, come fosse appena atterrato in Porta Genova, proseguendo nella navata centrale un crescendo di sorpresa con un esercito di robot assemblati con posate, pistoni, griglie ed ogni oggetto metallico che non solo torna ad un nuovo uso, ma sembra quasi prendere vita. Sotto le volte della navata laterale, scandite dalla righe che personalizzano fortemente lo spazio, eredità mantenuta dai precedenti affittuari, la mostra cambia di registro e diventa pittorica. Tavole di legno in luogo delle classiche tele, tessuti e piccoli monili vengono dipinti ed assemblati per raggiungere un risultato espressivo a volte immediatamente comprensibile, a volte da decifrare. Interessante notare come uno dei soggetti su cui gli artisti si incontrano sia quello africano, attraverso dipinti di donne ritratte nei loro vestiti tipici, che si specchiano nelle maschere tribali realizzate con le camere d’aria di veicoli.
Ampio spazio è riservato alla convivialità, a sedute realizzate coi pallets alternate a zone dedicate all’aperitivo. L’ambientazione è molto lontana dall’austerità delle gallerie d’arte, nonostante l’ambiente per la sua conformazione richiami suggestioni monastiche.
La mostra ha un gusto ludico che risveglia in ognuno di noi la bellezza del gioco e il fascino di trasformare un oggetto in qualcos’altro.
Lo spazio è stato concesso da Monforte s.r.l. una società che si occupa di comunicazione web e new media, che ha aperto gratuitamente le porte a questi giovani e promettenti artisti.
L’allestimento è stato curato dall’Architetto Luca Drago, solitamente impegnato in ristrutturazioni e restyling in ambito residenziale e commerciale, che per l’occasione ha selezionato gli artisti e curato l’allestimento.
Questa sarà la prima di una serie di eventi, presentazioni, momenti di incontro, che si svolgeranno in questo spazio che da marzo ospiterà i nuovi uffici della società Monforte s.r.l.
Nel mese di Dicembre ha ospitato giovani artigiani autoprodotti - Makers - che hanno esposto le loro creazioni, dalle borse cucite con vecchi teli di camion a gioielli realizzati con stampanti 3D, riscuotendo un ottimo riscontro.
In futuro e non soltanto nelle settimane di maggiore interesse che colorano la vita milanese, questo spazio si arricchirà di nuove esposizioni ed eventi che movimenteranno la vita del qu