Troll, snob, gne gne. Fine

Il remake di Fright Night (Ammazzavampiri) si è rivelato assai meno disastroso del previsto. Piacevole, quasi bello, seppur non così memorabile come leggo in giro, sull'onda di un entusiasmo contagioso.
Non lo recensirò perché condivido in buona parte quel che dice Germano nella sua recensione. Di mio posso aggiungere che ho apprezzato le atmosfere vagamente eighties, la caratterizzazione del vampiro Jerry, un predatore senza risvolti buonisti o dandy, nonché il sostanziale rispetto dell'originale, quel Fright Night datato 1985 che per me è e rimane un piccolo capolavoro indimenticato.
Resta l'amaro in bocca per la poca fantasia della produzione: la storia dei due film non è particolarmente originale o cervellotica. Ci voleva poco per inventare una trama diversa, mantenendo inalterate le atmosfere e i richiami a un certo modo di fare cinema. Ma accontentiamoci.
Sempre da Germano, di cui sto vampirizzando il post (commenti compresi) colgo però lo spunto per allargare – e di parecchio – la discussione.

Oramai sono sempre più gli appassionati di genere che solo a sentir nominare certi argomenti fuggono via, e non certo per la paura. Le parole magiche sono: vampiro, zombie, strega, e presto anche angelo (o demone). Inutile negare l'abuso e la violenza fatta a questi sottogeneri narrativi nel corso degli ultimi anni. Si è voluto fideizzare un nuovo pubblico, quello molto giovane, offrendo però dei prodotti contraffatti come accade per la peggiore paccotiglia cinese.


Vampiri buoni e innamorati, zombie adolescenti che meritano pietà umana, angeli che pensano soltanto a corteggiare le liceali etc etc. Il contesto lo conoscete, non ve lo ripeterò.
È come insegnare ai bimbi ad apprezzare la carne portandoli a mangiare da McDonald.
Inutile dire che il pubblico più esigente, quelli dalla bocca cresciuto con Salem's Lot, il Dracula interpretato da Cristopher Lee e gli zombie del primo Romero, è rimasto sconcertato. Le reazioni sono state di tre tipi:

Una parte di esso si è rifugiata nel passato, arrivando a rivedere per millemila volte gli stessi film, convinti (non sempre a torto) che il presente e il futuro non abbiano nulla da offrire. A volte risulta però un atteggiamento un po' snob.

Una seconda fetta di pubblico si è adattata e, vuoi per pigrizia vuoi per aspettative più basse rispetto a questo genere di film e libri, si è fa andare bene quel che passa il convento. Non che ci sia qualcosa di male a “spegnere il cervello” di tanto in tanto, solo che poi si rischia di farci l'abitudine.

L'ultima fazione invece ha pian piano abbandonato del tutto il settore, preferendo dedicarsi ad altro. Scelta lecita, anche se in molti casi è accompagnata da quelli che Germano chiama gli “Gne gne gne”. Termine calzante e relativo a questo tipo di reazione: «Un altro film sui vampiri? Una volta mi piacevano ma ora... per carità! Farà certamente schifo!»
Atteggiamento che trovo ancora più snob rispetto al primo.

C'è una via di mezzo, ed è quella che seguo io. Forse la più difficile e la più noiosa: la ricerca. Frugare nell'immondizia per trovare la pietra preziosa. E di immondizia ce n'è tanta, basta entrare in libreria o controllare la programmazione nei cinema. A volte la voglia viene meno e si lascia perdere. A me è capitato col fantasy, genere che ho seppellito tempo fa, tranne rare eccezioni.

Eppure riterrei una sconfitta personale – non mi permetterei mai di giudicare le scelte altrui – abbandonare del tutto i miei settori d'interesse per manifesta incapacità di provare nuove emozioni.
Sono forse solo “scemenze”, come mi ripetono in molti da quando ero un ragazzino. Eppure non sono scemenze peggiori del calcio, della musica, della TV etc etc. Per me il fantastico, l'horror, il perturbante (come lo chiama Elvezio) costituiscono una fonte creativa potente e una via di fuga indispensabile per gli equilibri della mia vita.
Poi c'è anche chi fa di peggio.

Leggendo certi blog mi rendo conto che sono in molti coloro che non riescono più a divertirsi leggendo un libro o guardando un film. Senza parlare di chi insiste a farlo solo nell'ottica di bocciare tutto in fare recensoria. Come se il dogma del brutto fosse oramai la vera pietra di paragone a cui rapportare ogni cosa. Come se ci fosse da vergognarsi a parlar bene di qualcosa senza dover per forza sottolineare che “ah, se lo avessi fatto io, sarebbe venuto meglio”.
Sono fermamente convinto che un atteggiamento del genere risulti nocivo alla qualità del materiale reperibile sul mercato tanto quanto le ben note marchette editoriali. Comportarsi da snob, a volte da veri e propri troll, è una strategia che porta molti visitatori (il popolo vuole sangue), ma che li educa al peggio. I fanboys sono infatti spesso peggiori di chi li fomenta.

Quest'estate 2011 è stata caratterizzata da un aumento esponenziale di comportamenti del genere. Lo so perché è un problema lamentato da molti blogger che non utilizzano certe le strategie del trollaggio, dello gne gne gne o dello snobismo decadentista.
Per fortuna noto anche il crescente senso di repulsione verso tali atteggiamenti. La gente è stufa. In alcuni casi il malcontento si diffonde anche tra chi concettualmente condivide il discorso di fondo fatti da taluni di questi signori. Per dirla tutta è il segnale più positivo che ho captato da diversi mesi a questa parte. Il che non fa che confermare una semplice teoria: a furia di tirare la corda va a finire che si rompe.

Per quel che mi riguarda considero questi blogger intellettualmente disonesti e quest'anno mi limiterò a ignorarli. La decisione è stata presa ed è irrevocabile. Questa è l'ultima volta che parlo di loro, a meno che non succedano casi eclatanti (e, lo ribadisco, in caso di gravi attacchi alla mia dignità personale non escludo interventi legali).
Prosegue anche in questo senso l'opera di purificazione in senso positivo del Blog sull'orlo del Mondo. Ignorare certi fenomeni vuol dire concentrare le nostre attenzioni su progetti ben più propositivi, nonché azzerare il potenziale tossico del loro operato. Vuol dire far uscire l'aria cattiva e fare entrare quella pulita, senza mai rinunciare alla propria onestà intellettuale.
Se avete voglia, aprite anche voi le finestre.

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