*Il presente articolo è reazionario, contiene luoghi comuni e un'abbondante dose di odio verso il genere umano.*
Non so se vi è mai capitato di assistere a un film al cinema insieme a degli adolescenti. Beh, a me non accadeva da un po', ma ieri, complice la pioggia, ho avuto l'occasione di fare questa piacevole esperienza.
Essendo Halloween abbiamo scelto l'unico film in tema con la notte delle streghe (ma quanto ha fatto schifo quest'anno la programmazione?), ossia Paranormal Activity 2, che in altre circostanze probabilmente non avrei visto. Non al cinema, quantomeno.
La sala era gremita di ragazzini che coprivano una fascia di età che andava dai 13 ai 20 anni. Prima dell'inizio del film il casino era tale che io e la mia amica non riuscivano a parlarci pur essendo seduti fianco a fianco. Pare che questi bambocci non riescano a parlare in un tono di voce civile e sopportabile, infatti la cacofonia di strilli, pernacchie, bestemmie e risate dava l'impressione di essere in una gabbia di scimmie allo zoo.
Inizia il film. Ebbene, Paranormal Activity 2 rientra in quella categoria in cui l'atmosfera è l'unico fattore che regge una trama risicatissima, con degli attori finto-amatoriali in cui il fattore recitazione è pari a zero, o quasi. Provate a immaginarvi di vedere questo crescendo (lento, molto lento) di suspance con un pubblico di minus habens strepitanti, metà dei quali ride quando ci sono momenti di tensione, e l'altra metà trascorre il tempo a navigare su Facebook con degli smartphone dagli schermi luminosissimi e fastidiosi. Senza parlare del via-vai di bambocci, evidentemente incapaci di stare seduti novanta minuti senza alzarsi almeno 5-6 volte per uscire a telefonare o a comprare patatine e popcorn.
A parte tutto ciò, le cose ancora più impressionanti erano i commenti al film dei pochi che seguivano. Si andava dal “ma in questo film non scopa nessuno?” a domande talmente stupide da risultare quasi incredibili, della serie “ma chi è quella tizia?”, riferendosi a una delle protagoniste che già da un'ora abbondante era comparsa nella trama del film. Il tutto condendo le scene più d'atmosfera con risate, urli e pernacchie e le immancabili bestemmie.
Credo di aver tirato diversi calci agli schienali delle troiette ragazzine che sedevano davanti a noi. Peccato non averle colpite in testa, perché senz'altro sarebbe stata una soddisfazione non da poco. L'impressione che ho ricavato da questa esperienza è disarmante: stiamo crescendo una generazione di cerebrolesi senza una minima forma di educazione, senza una scintilla di rispetto civile. L'intelligenza sembra oramai ad appannaggio di forme di vita diverse da quella umana (spugne, molluschi, ramarri). Costoro sono coloro che dovrebbero ereditare il nostro futuro, così come noi lo abbiamo ereditato dai nostri genitori. C'è da sperare in un'invasione aliena o in un'epidemia si sterilità globale.
E qui già sento il minimizzatore di turno: “a 16/17/18 anni anche tu eri così”.
Può darsi. Ho fatto la mia dose di cazzate. Senz'altro ho mancato di educazione in diversi casi. Ricordo, per esempio, alcune lezioni di catechismo (che volete farci? Eravamo tutti obbligati ad andare, mica come adesso) trasformate in farse, gli scherzi fatti agli anziani in paese, le scampanellate notturne, i petardi nelle lattine, i sassi tirati ai vetri delle case abbandonate, i comportamenti molesti durante le gite scolastiche.
Però c'erano dei limiti. Riconoscevamo una certa forma di autorità. Avevamo una paura atavica degli adulti e se qualcuno di loro alzava la voce ce ne stavamo zitti, magari temendo anche che eventuali rimproveri giungessero infine alle orecchie dei nostri genitori. Se andavamo a vedere un film... beh, lo guardavamo! Fosse anche perché di soldi ne giravano pochi e se si comprava un biglietto pareva proprio da ritardati farlo per starsene in sala a chiacchierare dei cazzacci nostri.
E noi stiamo qui a preoccuparci che i ragazzi non leggono? Dire che viviamo in torri d'avorio è poco. Questi mentecatti - generalizzo, pur sapendo che qualcuno si salva - sono in fondo alla scala della convivenza civile e organizzata. Mancano di processi cognitivi basilari. Sono il prodotto fecale di un paese barbarizzato e livellato verso il basso. Anzi, verso lo strapiombo.
Era da tempo che non andavo al cinema in serata. Di solito preferisco il pomeriggio: sale vuote, calma, silenzio, poca fila a fare il biglietto. Se la situazione media è questa, temo che passeranno diverse ere geologiche prima di ritentare l'esperienza. O, se mai dovessi cadere in un periodo di depressione suicida, potrei tornare in una sala come quella di ieri, ma assicurandomi di avere con me una cintura-bomba o una tanica di Zylon B.