Maciej Ratajski
Bad Art Is Art Bad
L'attività artistica di Maciej Ratajski (Varsavia, 1985) si inserisce in quel solco segnato, a partire dalla fine degli anni Settanta, da autrici come Barbara Kruger o Jenny Holzer, artiste in grado di deviare da ogni necessità di rappresentazione della realtà, decise ad abbandonare i supporti tradizionali dell'arte per abbracciare tecniche più propriamente legate al mondo della grafica e della comunicazione pubblicitaria. A queste istanze postmoderne, a cui innegabilmente sembra ricondursi l'attività dell'artista polacco, si aggiunge tuttavia una forte attitudine legata alla cultura visuale post-net, alla quale Ratajski fa ricorso, aguzzando il pensiero e indirizzandolo verso una (brillante) critica nei confronti dell'immagine artistica contemporanea.
Partendo da istanze filosofiche e concettuali, Maciej Ratajski arriva a realizzare opere dalla forte capacità comunicativa; lavori che partono dal linguaggio, dalla forza della parola e dalla sua abilità nel veicolare messaggi.
Tali opere tuttavia, se da una parte sembrano chiamare in causa in prima persona l'osservatore, sottoponendogli enigmi linguistici e logici che invitano ad una interpretazione, dall'altra escludono lo stesso, limitandone il ruolo, regalandone la funzione a quella di lettore inerte di fronte a quesiti labirintici e senza soluzione. In questo modo l'evento artistico diventa una rivelazione sterile, tutt'altro che illuminante, e che soprattutto non accetta mediazioni. Una sorta di inganno visivo, dunque, che tiene in sospeso la figura dell'autore (nascosto dietro messaggi neutri e anonimi) e quella del lettore-fruitore, forzato a confrontarsi con un ventaglio di locuzioni solo apparentemente dialettiche.
Mettendo in dubbio il ruolo dell'osservatore così come la funzione dell'autore, ponendo l'accento sull'influenza esercitata sull'opera da parte del sistema mediale circostante e sulla necessità di ridefinire i rapporti col pubblico, Ratajski pone nuovo senso ad un quesito tanto antiquato quanto -mai come oggi- attuale: di cosa parliamo quando parliamo di arte?
Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso
Se fosse una canzone suonerebbe così: