l’ ARTE PURA /// sul grande schermo

Veermer per Exhibition l'arte pura sul grande schermo rossella farinotti labrouge

MYmovies.it è la piattaforma che ha raccontato e privilegiato il rapporto fra l’arte e il cinema, con una serie di editoriali, firmati da me, che hanno prodotto il libro “Il quadro che visse due volte” e un corso all’Accademia di Belle arti di Brera, tenuto da Pino Farinotti. MYmovies.it è inoltre uno dei sostenitori del programma Exhibition, davvero benemerito per qualità e intenti. Questa sede è dunque… quantomeno sensibile, e in prima linea sul rapporto arte-cinema.

Exhibition: Manet, Munch e Vermeer, tre “eroi” della pittura, al cinema, e non più solo in galleria. Le arti visive come la pittura da sempre influenzano il cinema sotto diversi aspetti. Ho scritto spesso di quanto le due arti si siano servite l’una dell’altra, soprattutto di quanto la pittura e l’estetica delle opere d’arte abbiano influenzato il cinema: dai grandi registi che hanno preso spunto, se non spesso copiato, stili, estetiche e usi, dalle opere d’arte stesse e dai maestri della pittura. Luchino Visconti ha “riprodotto” maestri classici italiani, da Francesco Hayez a Giovanni Fattori; Stanley Kubrick ha utilizzato artisti del suo tempo, dalla Pop art americana a quella Minimal. E poi le biografie,  quando il cinema narra di vite e opere di artisti, da Vincent Van Gogh raccontato da Vincente Minnelli (Brama di vivere, 1956), o Michelangelo ne Il tormento e l’estasi (1965) di Carol Reed, o i più recenti Jean Michel Basquiat rappresentati da Julian Schnabel o l’eroina Frida Kahlo vista attraverso lo sguardo di un’altra donna come Julie Taymor. Ci sono anche le citazioni di opere d’arte famose inserite all’interno delle piccole cinematografiche: noto è un dipinto di Giorgio Morandi ne La dolce Vita, o un recente Modigliani utilizzato come pretesto per un omicidio nell’ultimo “Bond”. E ancora oggi certe scelte estetiche, vedi un Batman dark, o un cinema d’animazione come quello di Tim Burton, abbiano affinità con correnti artistiche contemporanee.

Dal prossimo aprile, il cinema, inteso come sala, come luogo, come grande schermo, ospita la pittura nobile.  Dall’11 aprile infatti in Italia, e in altri 30 paesi nel mondo,  il pubblico del cinema, appunto, si troverà un altro tipo di immagine, quella documentaristica della pittura, raccontata minuziosamente attraverso, per incominciare, 3 appuntamenti con gli eroi citati sopra: Edouard Manet, Edvard Munch e Jan Vermeer. L’idea è di portare il vasto pubblico cinematografico a visitare mostre importanti in giro per il mondo, a casa loro, all’interno del loro cinema. Il concetto, indicativo e utile, è “se non andate alle mostre, o non potete andarci, allora ve le portiamo noi”. Con il progetto di Exhibition, prodotto dalla Nexo Digital, l’arte pittorica e la fruizione di una grande mostra diventano esperienze totali, fruibili da un pubblico maggiore. Un target diverso, con minori informazioni, ma che scoprirà estetiche e poetiche accreditate, nobilitate nelle epoche. Una sorta di sindrome di Stendhal da grande schermo. Si comincia con l’impressionista Manet, portato “trasportato” sullo schermo dalla Royal academy of arts di Londra con un documentario dal titolo Manet: Ritratti di vita , dove la vita e le opere dell’artista francese saranno accompagnate dalle note di Chopin e di Schumann, e spiegate dallo storico dell’arte Tim Marlow e dai curatori della mostra alla Royal academy: MaryAnne Stevens Nichols. E così anche per Munch 150, direttamente dal Museo di Oslo, e Vermeer e la musica: l’arte dell’amore e del piacere, dalla National gallery di Londra. Da Londra a Oslo fino a Milano. E, nella stessa ora, in altri luoghi del mondo. Una globalizzazione dell’arte all’interno dei grandi musei. Funzionerà ? Il cinema possiede dei valori aggiuntivi che la realtà tangibile, quella, per esempio, del visitare una mostra d’arte, non ha. Il cineasta utilizza l’immagine in movimento, accompagnata dal suono, dall’espressione degli attori, dai toni della voce. La pittura ha una fruizione unica, diretta e immediata, e sul grande schermo, grazie anche alla tecnologia digitale, sarà vissuta in maniera più avvolgente e completa, attraverso i racconti di mondi degli artisti e stili di vita, scene girate nei backstage delle esposizioni, e nei luoghi dove gli artisti hanno vissuto.

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