Avengers: Age of Ultron
di Joss Whedon
USA 2015
Dopo la battaglia di New York, che ha visto un nuovo gruppo di supereroi difendere la Terra da un’invasione aliena, gli Avengers sono diventati de facto una sorta di “polizia internazionale”, adibita a contrastare gli abusi di poteri superumani, di tecnologia extraterrestre e altre crisi non gestibili dagli eserciti convenzionali.
Ma tra gli Avengers non ci sono solo combattenti, bensì anche geniali scienziati. Tony Stark – Iron Man – non ha affatto accantonato uno dei suoi desideri più grandi, vale a dire quello di creare la prima vera intelligenza artificiale. Dopo la missione che permette ai Vendicatori di tornare in possesso dello Scettro di Loki, Stark decide di analizzare il misterioso artefatto, nella speranza di scoprire qualcosa di utile per far progredire le sue ricerche.
Da tali progetti nascerà Ultron, l’IA definitiva, concepita per pacificare il pianeta. Solo che il potente androide ha un’idea tutta sua del significato di pace…
(Recensione spoiler-free)
Era difficilissimo replicare il successo del primo Avengers, un film potente, riuscito, che ha ridisegnato il concetto di pellicola supereroistica ancor più di quanto hanno fatto i Batman di Nolan.
Nel mentre la Marvel ha lavorato sapientemente, costruendo una continuity ricca, credibile e dettagliata, producendo diversi film sui singoli Avengers: Thor, Capitan America, Iron Man.
Grazie a quest’opera minuziosa di sceneggiatura multistrato, Age of Ultron è potuto nascere con la dovuta cura, con una dedizione che rispetta gli appassionati lettori dei Vendicatori a fumetti, senza però dimenticare chi questi supereroi li ha conosciuti solo grazie ai film.
Come potete intuire, giudico Age of Ultron un ottimo film, che pone le basi per il proseguo della saga e dei singoli capitoli “mono-personaggio”.
Molti sono i pregi di questa pellicola. Cerchiamo di elencarli in modo chiaro e schematico.
Innanzitutto il film, proprio come il suo predecessore, dà spazio uguale – o quasi – a tutti i Vendicatori, compresi quelli da alcuni giudicati minori.
Perfino i comprimari hanno i loro momenti di gloria, e ne avranno sicuramente altri nei capitoli che arriveranno nei prossimi anni. Parlo di gente come War Machine, Falcon e della new entry Visione, che in Age of Ultron fa il suo esordio, lasciando intuire un potenziale enorme.
In secondo luogo Ultron risulta essere un villain molto più riuscito e carismatico di Loki. Spiace per le fangirl, ma devono farsene una ragione: l’Intelligenza Artificiale creata da Stark ha più fascino – in senso narrativo – del Dio degli Inganni.
Inoltre Ultron non risulta essere la solita “macchina senziente cattiva” dei film di fantascienza. Essendo intelligente è anche dotato di ironia, di sense of humor e di… sentimenti.
Aggiungiamo che Age of Ultron è un film più cupo rispetto al suo predecessore. Ci sono meno spazi riservati ai siparietti comici. Personaggi originariamente presentati con caratteristiche bizzarre, come Hulk e Thor, qui hanno uno spessore maggiore, cosa che credo farà felici i loro fan più accaniti. Perfino l’istrionico Stark è meno naif del solito; adotta anzi un comportamento che pone le basi a futuri contrasti con gli altri Avengers.
Ottime, come sempre, le prove di Cap America e di Occhio di Falco, gli eroi più “umani”, e forse per questo più empatici dell’intera pellicola.
Non male gli innesti di Quicksilver e di Scarlet Witch, che fanno la loro parte, ponendo le basi per i loro futuri ruoli nella saga di Whedon. Di Visione ho già detto (affascinante esordio, ma da rivedere in chiave futura), perciò mi preme sottolineare l’ottimo sviluppo del personaggio di Vedova Nera, che risulta essere la vera sorpresa del film. La sua love story coinvolge e sorprende.
Per il resto non mancano combattimenti, prodigi, dialoghi brillanti e easter eggs per i Marvel-fan.
Inoltre trovo pregevole il messaggio positivo del film (no, non è una bestemmia comunicare un senso di speranza), il suo ricorrere all’archetipo dell’eroe per raccontare le sfaccettature dell’animo umano, capace di grandezze anche nei periodi più cupi, confusi e barbari.
Concludendo direi che è un film assolutamente da vedere, e che riflette tutto l’ottimo lavoro fatto dalla “Casa delle Meraviglie” in questi anni recenti.
Poco o nulla è stato lasciato al caso. Il risultato è che sta nascendo una mega-saga destinata a reinterpretare il concetto medesimo di un certo modo di fare cinema.
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