DOMENICA D’AGOSTO //// Luciano EMMER anticipava l’oggi col suo presente

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Labrouge a Ferragosto ricorda un film culto dell’estate. Il primo film che anticipò i racconti della spiaggia e dell’estate italiana (come non ricordare, ben 30 anni dopo, i mitici Sapore di Mare dei fratelli Vanzina? ).

Ma Luciano Emmer era arrivato prima. Il grande regista milanese, uno dei maestri del nostro cinema storico ( edei racconti d’arte), nel suo Domenica d’agosto (1950) racconta della spiaggia. Fu il primo film in quel senso, ne seguirono a decine. La spiaggia è quella di Ostia, la gente è il popolo romano di quel primo dopoguerra. La spiaggia era divisa, c’era quella per i ricchi e quella “aperta a tutti” dunque con varietà infinita di umanità. Anche lì, sulle sdraio, c’era gente non in perfetta forma, magari con chili di troppo, con gli uomini dai costumi ascellari di quell’epoca e con la cellulite, delle donne, che debordava. C’era Ave Ninchi sulla spiaggia, certo una che non faceva diete, c’era Franco Interleghi. Una descrizione del reale, con giudizio, ma velato. Perché Emmer con la macchina da presa raccontava storie di situazioni e stili diversi, dai film d’autore, appunto, ai caroselli, fino ai film d’arte, che lo hanno reso un divulgatore in un campo più complesso rispetto a quello cinematografico.

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Dieci anni dopo, raccontati però dagli anni ’80 …

 

 



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