Due artisti in relazione armoniosa ma opposta, come quelle “due misure” di due pesi diversi. L’uso ricorrente di simboli è il comune denominatore che lega Pasquale De Sensi a Chiara Seghene, e viceversa, per poi avanzare con una diversa flemma nello spazio di Scatola Bianca. Il primo attraverso l’esposizione – rigorosamente disposta quasi geometricamente sulla parete in un aperto dialogo con le installazioni nella stanza – di collages che raccontano frammenti riconoscibili di un mondo mediatico; la seconda attraverso la disposizione di oggetti accompagnati da elementi simbolici, e video, rivolti al tema del sacro.
Un duo orchestrato dall’occhio di un terzo artista, Stefano Serusi, qui nelle vesti di curatore: “L’artista per entrambi si identifica non nel potente demiurgo ma nello spettatore, che presenzia ad un accadimento o ad un’opera posta alla sua attenzione (…) Si parla quindi di quanto, percepito da Seghene e De Sensi, è tradotto nella forma dell’opera, soffermandosi spesso sul concetto di traduzione, e quindi di interpretazione, di linguaggio, e un’apparente tensione all’oggettività.