La fata dai piedi di mula. Licantropi, streghe e vampiri nell’Oriente greco

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Non più di due settimane fa ho accennato a questo breve saggio, postando una foto sul mio profilo Instagram. Quel semplice scatto ha attirato molte attenzioni e mi è stato chiesto da più persone di parlarne sul blog.
Visto che si tratta di un ottimo libro, mi fa davvero piacere accogliere questa richiesta e presentarvelo qui sul blog, che nonostante tutto rimane lo strumento principale della mia comunicazione online (soprattutto quanto discuto di libri e di letture).

La fata dai piedi di mula. Licantropi, streghe e vampiri nell’Oriente greco è un saggio di folclore e di mitologia, scritto dall’ottimo Tommaso Braccini e pubblicato – in formato cartaceo o digitale – da Encyclomedia Publishers.

In circa 120 pagine Braccini esamina diverse figure ricorrenti nelle leggende dell’Impero Bizantino, delineandone i collegamenti storico-culturali con quelle della Grecia antica, ma anche con alcune delle storie cupe che popolano le tradizioni e le fiabe nere dei Balcani (argomento che Braccini ha approfondito anche in altri libri, tra cui Prima di Dracula. Archeologia del vampiro, di cui vi parlerò in futuro).

CallicanzariCallicanzari

In questo breve ma intenso viaggio, l’autore ci presenta figure affascinanti ma poco note, dalle lamie alle stoicheia (statue ed edifici la cui costruzione è stata “consacrata” con un sacrificio umano), dalle nereidi alle terribile striglai (le streghe rapitrici di neonati).
C’è poi un intero capitolo dedicato ai drakoi, i draghi del medioevo greco, che in molti casi sono assai differenti dai loro “cugini” mitteleuropei. Essi sono più piccoli in dimensioni, capaci di assumere fattezze umane, al punto che spesso si insinuavano in una comunità, fino ad assumere ruoli di potere.

Ampio spazio viene poi dato agli adoratori del diavolo che, storicamente parlando, hanno a lungo infestato la corte imperiale. Attraverso le cronache di santi uomini quali Eutimio di Periblepto, Braccino ci racconta di come fosse comune e infida la diffusione dell’eresia in tutte le classi sociali di Costantinopoli. Essi adoravano sei generi diversi di demoni, accuratamente descritti nel libro, e spesso operavano per anni a fianco di nobili, di potenti o perfino di religiosi, senza che essi se ne accorgessero. Particolarmente inquietanti sono i passaggi in cui l’autore spiega i modi in cui i più influenti e insospettabili adoratori di demoni arrivavano perfino a erigere delle chiese, nel cui sotterrani erano però praticati rituali blasfemi, atti a offende il Cristo.

Il libro spazia poi su figure ancora più folcloristiche, come per esempio i callicanzari, ovvero i bimbi nati nella notte di Natale, e destinati a diventare creature soprannaturali. Il destino dei callicanzari era quello di essere posseduti, vita natural durante, da un demone. Questa possessione si manifestava ogni anno, nel periodo tra Natale e fine anno, e costringeva i callicanzari a uscire di casa come sonnambuli, per attaccare degli incolpevoli viandanti.

Il saggio si occupa anche di creature più classiche, dai vampiri ai mannari, ma sempre nella loro accezione greco-bizantina.
In tal modo va a comporre una vera miniera di informazioni e di spunti di ricerca e di scrittura, discostandosi dalle solite guide su miti e soprannaturale che vengono pubblicate un po’ con lo stampino, soprattutto nella grande editoria.

Se vi interessa lo trovate qui.

Una lamia.Una lamia.

Storie di Nereidi, lamie, callicanzari e altri demoni… È il rovescio notturno che attraversa il mondo greco al quale il cristianesimo, sin dalle sue origini, dà battaglia con riti, roghi e atti di fede. “In questi racconti il lettore vedrà spesso dispiegarsi una fantasia cupa, perversa, imprevedibile, che certo non ha molto della pretesa luminosità attica. (…) Si tratta spesso di storie che hanno il potere di esplorare le pieghe della paura e dell’orrore, ma anche della comicità e dell’ironia, con un’efficacia e una ricchezza di invenzioni che difficilmente un moderno sceneggiatore di film pulp, horror o splatter potrebbe eguagliare.” (dall’introduzione di Maurizio Bettini)


(Articolo di Alex Girola – Seguimi su Twitter)

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