A Hong Kong, in Connaught Road Central, si cammina nel caos di macchine, persone, passaggi e sottopassaggi e a un certo punto … un’enorme porta con scritto WHITE CUBE. Il “cubo bianco” standardizzato in ogni parte del mondo, da Londra a Roma, da San Paolo alla Cina, questo mese ospita una mostra dei fratelli Chapman, The Sum of all Evil. Jake & Dinos Chapman rappresentano, in 4 teche in tangibile stile Chapman’s brothers, proprio “la summa di tutto il male”. All’interno di queste teche i loro orrorifici, cruenti, orribili mondi minuziosamente elaborati pezzo per pezzo, dettaglio per dettaglio, modellini umani, animali e ricostruzioni di case distrutte per rappresentare, in maniera esponenziale e crudelmente esagerata, una realtà tra presente e passato fatta di corpi deformi, squartati, morti appesi, pensieri torturati, e Hitler in miniatura nascosti, o sulla collina a dipingere acquerelli mentre di sotto montagne di corpi ammuffiscono sotto gli occhi attenti dello spettatore.
Occhio attento perchè i fratelli Chapman non perdono di vista neppure un dettaglio in questo lavoro enorme e laborioso: mettono in scena al completo la loro visione culturale e storica di una realtà velata da un surreale humor, in un diorama densamente immaginato e immaginario, sommando diverse serie di lavori dal 1999, come Hell, da cui riprendono la casa incendiata, che si rivela poi un ex ristorante di Mc Donald riprodotto secondo la loro immaginazione, e completamente distrutto da morte e fiamme, o ancora Disaster of War, dove nazisti senza pietà sgozzano, impiccano, sotterranno migliaia di esseri umani; E ancora Ronald Mc Donald cattivo, che si presenta qua e la nella composizione, dove a prevalere restano comunque teschi, corpi, sangue, morte.
E al piano di sopra un’altra teca. Le tematiche le stesse, l’elaborazione perfetta, caotica, nulla al caso … e l’aggiunta di una base trasparente che davvero a non toccarla sembra acqua, ma è tutta una perfetta ricostruzione di un mondo orrendo, in miniatura. A far da cornice intorno: tele tra sei e settecendo che, man mano che lo sguardo si avvicina, mostrano ritratti distrutti, e volti logorati dalle brutture del tempo e del male.
E’ una mostra che non si dimentica. Slendida nell’orrore di due artiste che di questo ironico trash cosi reale hanno fatto il loro marchio.