il FARINOTTI 2015 //// la nuova edizione in uscita nelle LIBRERIE

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Rimontando | Un altro anno è passato. E il lavoro per l’edizione di questo Farinotti è stato complesso e lungo, come ogni volta del resto, perché il cinema prosegue, il cinema è vivo. Mio padre nella prefazione ha toccato diversi aspetti interessanti, non solo di “cinema puro”, ma di spettacolo. Perché quando si parla di cinema si parla anche, soprattutto, di spettacolo. La percezione, in quest’ultima stagione è che qualcosa succeda al cinema italiano, di diverso e di buono. Riporto uno stralcio di un pezzo pubblicato su mymovies.it firmato da Pino Farinotti riferito al cinema italiano, partendo dal film che ha vinto al Festival di Cannes, Le Meraviglie, di Alice Rohrwacher: “… Ma ciò che più conta, al di là dei riconoscimenti, è la qualità dei film. Una qualità che c’è, ed è alta. Da qualche tempo sta succedendo qualcosa (…) Sorrentino e Rohrwacher hanno sorpassato i codici normali del nostro cinema attuale, fatto di piccole storie domestiche (…) La Grande bellezza ha offerto un’esplosione di creatività e di immagini, grazie a un superdotato in quel senso, Sorrentino, appunto.”

Per il Farinotti 2015 mi sono posta una questione, riguardo ai film di quest’anno: quali sono i film che più mi sono rimasti in mente, che si presentano di getto. Sono pochi, e principalmente italiani – penso ancora a  Il capitale umano di Virzì – film complesso e importante, e a Le meraviglie della Rohrwacher. E penso a un titolo che metto al primo posto: Ida, di Pawel Pawlikoski, regista polacco che ha sceneggiato il film con Rebecca Lenkiewicz. La storia è lineare, senza fronzoli, interessante: siamo in Polonia nel 1962 e Ida è una giovane ebrea – bella – che sta per farsi suora, ma prima del passo incontra una zia che le cambia un po’ la vita raccontandole la vera storia dei suoi genitori. Ida prova a cambiare ma poi fa la sua scelta, concreta. Il film ha poche parole, inquadrature concise e pulite, un bianco e nero quasi disegnato. E riporta al vecchio cinema nordico proprio di quegli anni. Alla pulizia delle immagini e delle espressioni senza … fronzoli, appunto. Quella di Bergman e Dryer, trasferita al momento contemporaneo. Termino con un augurio sentito: che il cinema sia ancora una fonte di spinta per il futuro. Pian piano stiamo rimontando.
Rossella Farinotti

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