Scrivere un post serio l’11 agosto è davvero difficile, e anche un poco utopico.
Infatti l’ho scritto con due settimane d’anticipo, e programmato per oggi.
La gente è in vacanza e chi non è in vacanza è depresso, o perlomeno scazzato. Il livello d’attenzione è più che mai basso. Nessuno (o quasi) ha voglia di impegnarsi in discussioni serie, nemmeno online. Quelli che subiscono gli effetti del caldo sbroccano e si buttano sul trolling pesante. Che, lo ammetterete, non è esattamente la stessa cosa di “discutere”.
A questo punto però, rigirandomi tra le lenzuola, vittima di un’insonnia che da mesi sta peggiorando le mie notti (ne abbiamo già parlato, lo so), mi son detto: ma davvero nel resto dell’anno le cose vanno meglio?
No perché mai come quest’anno ho visto un progressivo disinteresse del pubblico – reale e potenziale – nei confronti di articoli e argomenti più articolati rispetto a qualche sciocca battuta di spirito. Lo so, ne abbiamo già parlato.
Anche una mia amica, esperta di comunicazione di social marketing, mi ha confermato questo trend.
I blog più seguiti sono quelli che vanno avanti a furia di micro-citazioni, di post brevi e buffi, di top 10 (io pure le uso, ma al massimo una volta a settimana) e di immagini che colpiscono.
Oltre le 500 parole il lettore “si annoia” e spesso salta direttamente a un altro sito, spaventato dal monoblocco di parole che richiederebbe 2 o 3 minuti per essere letto e compreso.
Capite? 2 o 3 minuti vengono ritenuti un impiego di tempo eccessivo. Un po’ quel che accadeva anni fa con la free press, che ha contribuito ad ammazzare i quotidiani.
Del resto, abituati come siamo a Instagram e alle faccine su Facebook, ogni parola in più rischia di diventare un pesante orpello, specialmente per chi le parole non ha mai imparato a usarle.
Può darsi che presto tutto l’anno diventerà come un lungo, infinito agosto, fatto di articoletti inutili e di blog stanchi, o furbetti.
Non è un rischio così remoto come può sembrare, ve lo assicuro.
Per ora la mia voglia di gestire Plutonia Experiment non è venuta meno. Il fatto che sia qui, in pieno agosto, ad aggiornare il blog, ne è la prova.
Eppure qualche domanda me la sto facendo, e anche da qualche mese, non certo solo da ora.
La blogosfera non è morta e non morirà, ma sta mutando.
Quel che può diventare non mi piace granché. Visto che per me il blogging è sempre stato un “lavoro”, e non un passatempo, il prossimo autunno valuterò se ci sono ancora i margini per gestire ancora questa attività in modo professionale.
Di certo questo posto non diventerà un angolo di Web in cui si postano video di tizi che scorreggiano in faccia ai passanti.
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