Oggi l’appuntamento settimanale col mistero e con gli argomenti borderline tra scienza, pseudoscienza e invenzioni pulp da romanzetto d’avventura è dedicato alla segnalazione di due libri costosi ma affascinanti (e comunque disponibili anche in versione digitale).
Sono entrambi pubblicati da Edizioni Arkeios che, no, non mi paga mazzette per fare pubblicità ai suoi libri. Ma quando qualcuno lavora bene bisogna rendergli merito, soprattutto se pochi altri lo fanno.
Ed eccovi quindi le schede di presentazione de I Pilastri dell’Anno (di Maurizio Ponticello) e di L’arte ermetica: Bosch, Brueghel, Dürer, Van Eyck (di Dalmazio Frau). Di quest’ultimo avevo già accennato sul blog mesi fa, ma torno volentieri a promuoverlo.
I Pilastri dell’Anno – Il significato occulto del calendario
È noto che lo scorrere del tempo del calendario ha palesi effetti sulla Natura che progressivamente si trasforma. In che maniera il ritmo circolare del tempo incide sulla manifestazione e sugli stati d’animo dell’uomo? È veramente possibile che il mondo esteriore influisca su quello interiore? E in quale modo l’essere umano si può armonizzare con i respiri del cosmo? Anticamente tutte le date del calendario erano dedicate a un’entità o a un evento celeste, e non c’era differenza tra giorni sacri e profani perché ogni dì aveva una sua sacralità intrinseca. Ma quali sono in realtà i significati originari delle feste? Ed è possibile rileggere il calendario e comprenderne i messaggi animici ancestrali? Qual è, allora, il significato occulto del calendario? Una coinvolgente e suggestiva analisi che non soltanto ripercorre le radici degli eventi più noti e più importanti comparando diverse memorie europee, ma analizza i loro contenuti mitici e simbolici, le leggende a cui sono collegati nonché la “corrispondenza perfetta” tra macrocosmo e microcosmo. Una riflessione su una delle cose che diamo maggiormente per scontate: il tempo.
L’arte ermetica: Bosch, Brueghel, Dürer, Van Eyck
Quattro saggi che formano un unico quartetto su alcuni dei più grandi e misteriosi pittori dell’autunno del Medio Evo: Bosch, Van Eyck, Dürer e Brueghel. Attraverso le loro vite e l’analisi, secondo una lettura della Tradizione ermetica, alchemica e simbolica di quattro opere – Il giardino delle delizie, L’adorazione dell’agnello mistico, Melancolia I e Il trionfo della morte – si scoprono legami che vanno dall’esoterismo alla magia, dalla demonologia alle creature fatate, in un mondo corrusco e tenebroso fatto di incanti e di miti nascosti nelle tavole e nel colore.
Quattro opere pittoriche, a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, in un universo composto di simboli e realtà arcane e ultraterrene, ma nel contempo reale, ci offrono un affresco approfondito – e in certe occasioni del tutto impensato – che mostra questi pittori come rappresentanti di un esoterismo cristiano spesso in antitesi alla Riforma luterana, ma anche portatori di significati più arcaici; esponenti di un modo di intendere l’arte come espressione di un impegno non soltanto culturare ed estetico, quanto soprattutto metareligioso e sacro.
Non aggiungo molto altro, se non che si tratta di testi curatissimi, molto “dotti” (non la solita paccottiglia da due lire di certi editori specializzati in occulto da operetta), ma scritti in modo accattivante anche per i profani.
Abbondano i riferimenti all’arte classica, alla storia, al folklore locale e popolare. Ci sono anche curiosità, agganci alla cosiddetta “arte moderna” o “arte popolare” (cinema, fumetti etc), questi ultimi soprattutto nel saggio di Dalmazio Frau.
Cibo per la mente.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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