L’Impero ricorda quello Romano prima dello scisma, e l’Imperatore potrebbe essere uno dei Cesari più potenti e amati, forse Augusto stesso. Tuttavia i parallelismi servono soltanto come scenario, per narrare la storia di una compagnia di soldati scelti – esploratori, arcieri provetti, combattenti indomiti, più un guaritore in grado di parlare con gli Dei – incaricata di cartografare le terre ignote, oltre i confini del regno, al fine di valutare una possibile espansione.
È così che gli uomini al servizio del grande comandante Glorim Cortis intraprendono un viaggio ardimentoso, forse senza ritorno, che li porterà a confrontarsi con misteri molto più grandi del previsto…
Per l’Impero, graphic novel di Bastien Vivès e Merwan Chabane, è un’opera estremamente affascinante e raffinata, assai più profonda di quanto potrebbe sembrare dalla mia semplice sinossi.
Il simil-impero Romano inventato dagli autori è il punto di partenza ideale per una storia che narra di una doppia esplorazione: quella geografica, oltre il sapere umano, e quella mentale, oltre i limiti caratteriale dei membri della spedizione di Glorim.
Per l’Impero è apparentemente una narrazione di avventura, che mette un gruppo di ardimentosi e di valorosi – l’élite dell’Impero – a confronto col mistero, in una sfida che va contro l’avversario più grande e affascinante: l’ignoto.
Non mancano quindi grandi combattimenti, incontri ravvicinati con culture barbare e bizzarre (tra cui un popolo di spietate amazzoni), esplorazioni, rovine, mostri.
In seconda lettura la graphic novel pone l’attenzione sul dualismo tra la naturale indole umana a superare i suoi limiti e l’arroganza che spinge tutti noi a non accontentarci mai, a volere di più di quanto possiamo comprendere e gestire.
I due autori sono bravi a tratteggiare tutto ciò in forma di metafora, senza mai scadere nel demagogico o nella predica morale. I legionari di Glorim sono simpatici e coraggiosi, al netto di tutti i loro difetti (lussuria per alcuni, cupidigia per altri, introversione per altri ancora). Risulta facile fare il tifo per loro, anche se l’Impero per cui combattono appare come una sorta di Moloch avido e superbo, che crede di essere migliore di tutto, anche di ciò che ancora non conosce.
I disegni e i colori sono in qualche modo semplici, ma è una scelta che rende più scorrevole e fluida la narrazione, tanto da non riuscire a fermare la lettura per la voglia di saperne di più. In più di un passaggio sembra davvero di viaggiare al fianco di Glorim, del luogotenente Calma, del caporale Forto e degli altri legionari. Immagino che questo sia un lodevole risultato, trattandosi di una graphic novel che punta forte sull’elemento della dinamicità del viaggio, senza però essere schizofrenica.
Acquisto più che consigliato.
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