“La sua non è infarinatura di storia dell’arte, ma conoscenza approfondita, tanto da condividere i metodi di un pittore, con macchina fotografica e computer”. Bonami parla di pittura che invade un altro supporto (in questo caso Cinquecentesca) rifacendosi anche a un altro autore contemporaneo, Bill Viola, che utilizza il video e non la fotografia. Jeff Wall è uno dei più grandi fotografi degli ultimi trent’anni. Una delle sue peculiarità è l’uso del light box, che rende l’opera, la fotografia, un lavoro installativo ancora più d’impatto, perché tridimensionale. Ma i suoi lavori risultano comunque d’impatto, al di la della forma e del supporto: le tematiche sembrano davvero colte casualmente di passo in passo. Un altro dettaglio: Wall descrive un momento, o un elemento senza raccontarlo, ma attraverso il suo esito. Non vedremo mai la pioggia su un uomo dal titolo “rain”, ma vedremo le gocce che già lo hanno bagnato. Quarantadue scatti diversi. Momenti colti per la strada, spiati da sopra un tavolo di una cucina logora, davanti a un uomo bagnato di pioggia … Wall riesce a rendere tutto naturale, nel buono e nel cattivo, perché le immagini migliori sono sempre quelle più forti, quasi violente … con un tratto riconoscibile nell’immediato. Actuality , a cura di Francesco Bonami, sta per chiudere … vi consiglio dunque di andare a vederla. Dura fino a domenica 9 giugno.