È il 1932.
L’America è in recessione, il mondo vive un momento buio, e in Europa si addensano di nuovo nuvole oscure.
Sheldon Sampson, un ex broker di New York, sogna da tempo una misteriosa isola, non segnata su alcuna mappa. Insieme a suo fratello Walter e a un gruppo di fedeli amici, Sheldon si imbarca in una spedizione per trovare l’isola.
Una volta raggiunta, scopre che una grande fonte di potere lo attende, dopo averlo chiamato per mesi in via onirica.
Al ritorno da questo viaggio, Sheldon e i suoi compagni sono cambiati. Hanno dei superpoteri che li rendono superiori al resto del genere umano.
Decadi sono trascorsi da quegli anni. Sheldon, Walter e gli altri sono diventati i paladini dell’umanità, e hanno salvato mille volte da ogni genere di minaccia. Anche i loro figli e nipoti hanno ereditato poteri, fama e responsabilità.
Tuttavia il mondo non è cambiato. Nemmeno i supereroi sono riusciti a evitare guerre, crisi economica e carestia. Alcuni discendenti di Sheldon e Walter sono più interessati a comportarsi come celebrità che non come eroi.
C’è chi poi, come Walter Sampson, crede che loro, i super, debbano prendere le redini del potere per traghettare l’umanità verso una nuova golden age, fuori dalle miserie, dagli odi insensati e dalle guerre infinite.
Peccato che suo fratello Sheldon – Utopian – non condivida affatto tale convinzione…
Mark Millar e Frank Quitely raccontano l’ennesima storia di supereroi, riuscendo nella complicatissima missione di proporre qualcosa che sia al contempo originale e credibile.
I protagonisti di Jupiter’s Legacy sono creati ex-novo, non legati alle icone di casa DC Comics e Marvel Comics. Si tratta di una grande sfida, visto che buona parte del genere supereroistico si basa sulla notorietà delle superstar del genere.
La cosa bella è che essi funzionano.
Funzionano bene, sono credibili tanto nelle motivazioni quanto nelle caratterizzazioni, anche se molti personaggi minori rimangono sullo sfondo.
Senza scendere in particolari riguardanti la trama, per evitare gli odiosi spoiler, abbiamo a che fare col classico interrogativo riguardante il manifestarsi di una minoranza di persone dotata di poteri straordinari. Che dovrebbero fare, con tali doni? Servire il potere democraticamente eletto, oppure elevarsi sopra la mediocrità dell’uomo comune e governare il mondo?
Un dubbio riconducibile già alle prime apparizioni di Superman, praticamente un Messia pop e pagano, e sviluppato in modo approfondito e completo in quell’opera monumentale che è Watchmen.
Il bello di Jupiter’s Legacy è il suo interlacciare la “solita storia di supereroi” con temi profondi e complessi, quali la politica, l’economia, la presunta necessità di sospendere la democrazia per risolvere i problemi in maniera radicale.
Che poi è una cosa che regolarmente succede in qualche parte del nostro pianeta – non necessariamente nel terzo mondo.
Jupiter’s Legacy è anche una metafora sulla dittatura. Le buone intenzioni dei supereroi che tradiscono Utopian, per condurre l’umanità a un futuro migliore, si scontreranno presto con la necessità di usare violenza e coercizione contro chi, legittimamente, rivendica il proprio libero arbitrio. E il libero arbitrio contempla anche il diritto di sbagliare, di votare i politici inadatti, di attuare una strategia economica disastrosa, di inquinare per produrre energia, etc etc.
Quindi chi ha ragione? Utopian, che non vuole interferire con la libertà dei popoli della Terra, o Sheldon, che è disposto a correggere gli errori, a costo di usare la forza?
Primo volume di una saga che, Dio volendo, non sarà infinita come gli altri cicli supereroistici, Jupiter’s Legacy è consigliato ai lettori appassionati, ma smaliziati.
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